James Ellroy è tra i più grandi scrittori americani di sempre e sicuramente è il più grande scrittore americano di Crime Fiction. Leggere American Tabloid può diventare pericoloso perchè la realtà dei fatti storici e la fantasia dell'autore sono intracciate così mirabilmente da diventare impossibili da disgiungere. Un esempio tra tutti è la descrizione degli eventi che portarono all'omicidio del presidente degli Stati Uniti John Kennedy nel 1963 a Dallas, il filo conduttore di tutto il libro. Non esiste, a mio avviso, una ricostruzione più verosimile e più probabile di quella narrata da Ellroy. Chi lamenta la crudezza e la brutalità di alcuni episodi descritti dovrebbe rammentare che la maggior parte delle volte la realtà supera la fantasia, in Ellroy, ci tengo a ribadire, che la fantasia è molto simile se non uguale alla realtà nuda e cruda.
Ellroy stesso scrive nell'introduzione: "La mercificazione della nostalgia ci propina un passato che non è mai esistito. L' agiografia santifica politici contaballe e reinventa le loro gesta opportunistiche come momenti di grande spessore morale. La nostra narrazione ininterrotta è confusa al di là di ogni verità o giudizio retrospettivo. Soltanto una verosimiglianza senza scrupoli è in grado di rimettere tutto in prospettiva."
Ecco, ho trovato le parole adatte per descrivere le pagine di questo libro, aspettatevi una VEROSIMIGLIANZA SENZA SCRUPOLI. ( )

Difficile catalogare questo libro, affine al Noir o all'Hard boilled, ma è molto di più. Ellroy, come spesso gli succede, inserisce nel suo libro personaggi realmente esistiti della storia recente americana, dai fratelli Kennedy, a gangster come Sam Giancana, al potente capo dell'F.B.I. Edgar Hoover, assieme a personaggi di pura invenzione. Siamo negli anni precedenti all'omicidio di John Kennedy. Il romanzo si chiude alla vigilia proprio del suo omicidio. Si ripercorrono fatti storici di quegli anni come la rivoluzione cubana, il Vietnam. I protagonisti sono uomini invischiati in intrighi complessi. L'affresco storico e la sua rilettura è affascinante e costituisce il fondale in cui operano tutti questi personaggi estremi. Il linguaggio è duro spigoloso, Ellroy non ci risparmia niente. Tutti i protagonisti sono alla ricerca di una loro redenzione. Le loro storie estreme potrebbero apparire eccessive se non addirittura incredibili, se tutta la complessa materia non fosse abilmente orchestrata da uno scrittore straordinario come Ellroy che non ha maestri, nè discepoli. Emerge prepotentemente l'immagine di un'America violenta che non ha mai perso la sua innocenza, non avendola mai avuta. Leggetelo e leggete anche "Sei pezzi da mille" che è la sua prosecuzione ideale, seppur meno riuscito come romanzo ( )

america, fine anni 50 e primi anni 60. crudo e violento, a volte però fin troppo, fino a rasentare la parodia. ( )