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LGBTQIA+ (Nonfiction.)
Psychology.
Sociology.
Nonfiction.
HTML:An engaging exploration of what it means to be asexual in a world that??s obsessed with sexual attraction, and what the ace perspective can teach all of us about desire and identity. What exactly is sexual attraction and what is it like to go through life not experiencing it? What does asexuality reveal about gender roles, about romance and consent, and the pressures of society? This accessible examination of asexuality shows that the issues that aces face??confusion around sexual activity, the intersection of sexuality and identity, navigating different needs in relationships??are the same conflicts that nearly all of us will experience. Through a blend of reporting, cultural criticism, and memoir, Ace addresses the misconceptions around the ??A? of LGBTQIA and invites everyone to rethink pleasure and intimacy. Journalist Angela Chen creates her path to understanding her own asexuality with the perspectives of a diverse group of asexual people. Vulnerable and honest, these stories include a woman who had blood tests done because she was convinced that ??not wanting sex? was a sign of serious illness, and a man who grew up in a religious household and did everything ??right,? only to realize after marriage that his experience of sexuality had never been the same as that of others. Disabled aces, aces of color, gender-nonconforming aces, and aces who both do and don??t want romantic relationships all share their experiences navigating a society in which a lack of sexual attraction is considered abnormal. Chen??s careful cultural analysis explores how societal norms limit understanding of sex and relationships and celebrates the br… (altro)
Ace è il libro che sognavo di leggere da quando ho finito di digerire cosa fosse l’asessualità e in che modo fosse sempre stata una parte di me. Volevo leggere qualcosa che non soltanto risonasse con il mio vissuto, ma che portasse la ricchezza dell’esperienza asessuale nella nostra società, in modo da metterne in luce quelle storture che rimangono nascoste sotto strati di inconsapevolezza e convenzioni. Anche quest’orientamento così spesso banalizzato in quellз che non fanno sesso ha molto da dire sulle dinamiche relazionali e su come la sessualità compulsiva sia tossica per chiunque, non solo le persone asessuali.
Chen parte dalla sua storia personale e da quella di altre persone asessuali per mostrare come l’idea che tutti gli esseri umani normali e sani debbano necessariamente avere un certo livello di desiderio di fare sesso – quella che viene chiamata sessualità compulsiva – porta a disumanizzare tuttз coloro che non vogliono farlo. Rifiutarsi di avere rapporti sessuali senza una motivazione ritenuta valida (sia pure Ho il mal di testa), porta immediatamente a pensare che ci sia un qualche problema di salute – un’idea appoggiata in parte anche dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, che prevede l’esistenza di un disturbo del desiderio sessuale ipoattivo – oppure un rifiuto a impegnarsi seriamente nella relazione.
Ancora peggio quando la sessualità compulsiva si sposa con altre idee oscure della nostra società, come l’impossibilità, per una persona disabile, di avere una vita sessuale proprio a causa della sua disabilità – e quindi la conseguente difficoltà per chi è disabile e asessuale di riconoscere, e veder riconosciuto, il proprio orientamento come una parte di sé e non della propria disabilità. Oppure la necessità di mettere un freno alla sessualità di persone razzializzate perché ritenuta eccessiva e pericolosa per il mantenimento di una inesistente purezza razziale – e la conseguente difficoltà di far emergere l’asessualità perché ritenuta una cosa da bianchз.
Liberare la sessualità dalle rigide gabbie che la volevano accettabile solo a certe condizioni e lasciare le persone libere di praticarla come meglio si confà loro è stata una tappa fondamentale e un processo ancora in corso. Tuttavia, nessunǝ sarà davvero liberǝ finché alla piena libertà di dire sì si affiancherà la libertà di dire no senza temere alcuna conseguenza, alcun giudizio e alcuna patologizzazione. ( )
LGBTQIA+ (Nonfiction.)
Psychology.
Sociology.
Nonfiction.
HTML:An engaging exploration of what it means to be asexual in a world that??s obsessed with sexual attraction, and what the ace perspective can teach all of us about desire and identity. What exactly is sexual attraction and what is it like to go through life not experiencing it? What does asexuality reveal about gender roles, about romance and consent, and the pressures of society? This accessible examination of asexuality shows that the issues that aces face??confusion around sexual activity, the intersection of sexuality and identity, navigating different needs in relationships??are the same conflicts that nearly all of us will experience. Through a blend of reporting, cultural criticism, and memoir, Ace addresses the misconceptions around the ??A? of LGBTQIA and invites everyone to rethink pleasure and intimacy. Journalist Angela Chen creates her path to understanding her own asexuality with the perspectives of a diverse group of asexual people. Vulnerable and honest, these stories include a woman who had blood tests done because she was convinced that ??not wanting sex? was a sign of serious illness, and a man who grew up in a religious household and did everything ??right,? only to realize after marriage that his experience of sexuality had never been the same as that of others. Disabled aces, aces of color, gender-nonconforming aces, and aces who both do and don??t want romantic relationships all share their experiences navigating a society in which a lack of sexual attraction is considered abnormal. Chen??s careful cultural analysis explores how societal norms limit understanding of sex and relationships and celebrates the br
Chen parte dalla sua storia personale e da quella di altre persone asessuali per mostrare come l’idea che tutti gli esseri umani normali e sani debbano necessariamente avere un certo livello di desiderio di fare sesso – quella che viene chiamata sessualità compulsiva – porta a disumanizzare tuttз coloro che non vogliono farlo. Rifiutarsi di avere rapporti sessuali senza una motivazione ritenuta valida (sia pure Ho il mal di testa), porta immediatamente a pensare che ci sia un qualche problema di salute – un’idea appoggiata in parte anche dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, che prevede l’esistenza di un disturbo del desiderio sessuale ipoattivo – oppure un rifiuto a impegnarsi seriamente nella relazione.
Ancora peggio quando la sessualità compulsiva si sposa con altre idee oscure della nostra società, come l’impossibilità, per una persona disabile, di avere una vita sessuale proprio a causa della sua disabilità – e quindi la conseguente difficoltà per chi è disabile e asessuale di riconoscere, e veder riconosciuto, il proprio orientamento come una parte di sé e non della propria disabilità. Oppure la necessità di mettere un freno alla sessualità di persone razzializzate perché ritenuta eccessiva e pericolosa per il mantenimento di una inesistente purezza razziale – e la conseguente difficoltà di far emergere l’asessualità perché ritenuta una cosa da bianchз.
Liberare la sessualità dalle rigide gabbie che la volevano accettabile solo a certe condizioni e lasciare le persone libere di praticarla come meglio si confà loro è stata una tappa fondamentale e un processo ancora in corso. Tuttavia, nessunǝ sarà davvero liberǝ finché alla piena libertà di dire sì si affiancherà la libertà di dire no senza temere alcuna conseguenza, alcun giudizio e alcuna patologizzazione. ( )