Fai clic su di un'immagine per andare a Google Ricerca Libri.
Sto caricando le informazioni... La certosa di Parma (1839)di Stendhal
» 30 altro Books Set in Italy (10) 501 Must-Read Books (226) War Literature (27) Top Five Books of 2013 (1,304) Best Historical Fiction (421) Top Five Books of 2014 (706) Favorite Long Books (153) 1,001 BYMRBYD Concensus (238) 19th Century (85) CCE 1000 Good Books List (303) Books Read in 2023 (4,616) Livres français (3) Romans (9) Tagged 19th Century (65) SHOULD Read Books! (250) Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro.
Ho affrontato questo classico della letteratura in un buon momento di lettura. Avevo lena, forza e coraggio. Ma ho avuto serie difficoltà a portarlo a termine. Romanzo storico per definizione, “La certosa di Parma” è uno spaccato dell’Italia napoleonica. Un paese diviso tra tradizioni reazionarie e spinte liberali. E’ la storia di Fabrizio, ventenne indomito, delle sue speranze, dei suoi impulsi al cambiamento, della sua condanna, della sua prigionia, dei suoi amori. Con uno sfondo ricco, quello delle corti italiane, con le loro congiure, le loro grandezze e le loro meschinità. Sicuramente un grande libro ma io, ripeto, ho avuto grandi difficoltà nel leggerlo. Avevo difficoltà nel prenderlo in mano, nonostante una volta aperto la lettura è abbastanza agevole. Forse le troppe interruzioni mi hanno distratto e fatto perdere il filo. Ma, oggettivamente, mi sono trascinato nella lettura. E questo è, purtroppo, l’elemento prevalente. ( ) C'è una dose considerevole di geografia, di storia, di autobiografia in questo romanzo: l'Italia della Restaurazione, l'Italia amata e visitata dall'autore, che è l'ambiente in cui si svolge la vita avventurosa e movimentata del giovane Fabrizio Del Dongo. L'ambiente però è ristretto a quello della nobiltà (quasi tutti i personaggi sono nobili o loro servitori): una classe (almeno per come è presentata nel romanzo) che si può ben definire parassitaria, tutta presa da vacue ostentazioni, scialo di ricchezze, intrighi incessanti, orgogli reazionari. In quest'ambiente Fabrizio passa dall'infanzia un po' asfissiante nella sua famiglia d'origine all'esilio per sospetto giacobinismo, da cui la zia Gina, che lo ama, lo fa uscire dopo aver progettato per lui una carriera ecclesiastica, e lo introduce alla corte di Parma. In questo staterello dispotico Fabrizio resta preso nelle trame di corte e finisce prigioniero nella sinistra Cittadella, dove vive il più intenso dei suoi amori, per la pia Clelia Conti, e da cui la zia riesce a farlo evadere; ma fuori non lo attende la felicità. Fabrizio non sa dare una direzione alla sua vita, che per lo più è indirizzata un po' da scelte fatte da altri e un po' dal caso, e si muove nel mondo tra ingenuità, tenerezza e impulsi amorosi. Più pronunciati sono la zia Gina, passionale e intraprendente, il conte Mosca, ministro capace e scaltro, e il principe di Parma, odioso tiranno. Lo sfondo è l'Italia settentrionale intorno al 1820, di cui viene data una rappresentazione con molti dettagli ma anche con molte libertà, e probabilmente non del tutto realistica. Un po' di storia, un po' d'avventura, un po' di intrigo, un po' d'amore, un pizzico di cappa e spada, il tutto ambientato nell'alta società: sono gli ingredienti di una vicenda che forse dovrebbe essere appassionante, ma a me è sembrata non troppo interessante. Forse anche perché è narrata in una lingua ordinaria, lo stile è piatto, l'andamento un po' prolisso e sconnesso, e la conclusione davvero un po' troppo sbrigativa. Ambientato in un Italia ottocentesca in parte fantastica, in parte reale, le avventure di Fabrizio del Dongo si snodano in una serie di incontri e peripezie al termine dei quali si trova il luogo del silenzio, lo spazio simbolico dell'isolamento e della rinuncia: la Certosa di Parma. Si può dire che l'argomento centrale del capolavoro di Stendhal sia, come in altri suoi libri, l'Italia e l'idea di osservare un costume particolare degli italiani, cioè "l'arte di andare a caccia della felicità", attraverso le tre figure di Fabrizio del Dongo, della duchessa Sanseverina e del conte Mosca. L'Italia viene indicata come la terra di folli passioni amorose, che non esistono più altrove. Un territorio inenarrabile come quello di ogni vicenda epica, in un'epoca vaga come quella dei film western, con una Parma che non è mai esistita e una pianura lombardo-padana popolata solo da sbirri, canaglie e anime appassionate... La nuova, bellissima, traduzione della Certosa a cura di uno scrittore sensibile agli umori padani. E' difficile inquadrare La certosa di Parma in un genere definito, perchè come tutti i grandi libri ha mille sfaccettature. L'inizio con Fabrizio alla battaglia di Waterloo è buffo e quasi parodistico; nella parte centrale l'ironia diventa più pungente e la parodia si trasforma in satira, perchè assistiamo agli intrighi e alle meschinità dell'immaginaria corte di Parma, simbolo di un sistema politico, quello della restaurazione, verso cui Stendhal nutriva la più profonda sfiducia; ma considerarlo solo un libro di denuncia sociale sarebbe sminuirlo, perchè vorrebbe dire dimenticare le pagine più intense e tenere del romanzo, quelle dello sbocciare dell'amore fra Clelia e Fabrizio; è un amore puro, quasi fanciullesco, in netto contrasto col cinismo che domina il resto del romanzo. Fra i personaggi giganteggia la figura di Gina, donna indomita ed appassionata che col suo comportamento anticonvenzionale si pone aldilà di qualsiasi considerazione morale. Le mie simpatie però vanno a Clelia, una ragazza dolce e posata presa alla sprovvista da un amore più grande di lei e che con tutti i suoi errori, dubbi e incoerenze ho trovato profondamente umana. Il protagoista Fabrizio invece, pur essendo pieno di qualità, è passivo e senza ambizioni, si rianima solo nell'amore e vive in funzione di quel nuovo sentimento. Lo stile di Stendhal è asciutto, rifugge da qualsiasi lirismo o eleganza formale, e trovo che questa sobrietà si addica molto al testo, che viene quindi ad assomigliare più ad una cronaca che ad un romanzo. E' un'opera che unisce profondità e brio, risultandone una lettura piacevole e stimolante; peccato solo per il finale che per quanto sia azzeccato è un po' frettoloso. nessuna recensione | aggiungi una recensione
Appartiene alle Collane EditorialiAnchor Books (1) Gallimard, Folio (155) Gallimard, Folio Classique (3925) — 17 altro insel taschenbuch (0307) Le livre de poche (851-852) Modern Library Giant (isbn) Penguin Classics (L061) The Phoenix Library (65) Gli struzzi [Einaudi] (105) ET Tascabili [Einaudi] (298) È contenuto inRomans et nouvelles : tome I et II di Stendhal (indirettamente) ContieneHa uno studioHa come guida per lo studentePremi e riconoscimentiElenchi di rilievo
Aonia edizioni. Nato da una nobile famiglia di fede austriaca e reazionaria, Fabrizio del Dongo fugge di casa per seguire Napoleone e assiste cos� al disastro di Waterloo. Messo al bando dalla famiglia, si rifugia presso l'affascinante zia Gina Sanseverina a Parma, dove vive mille avventure tra duelli, carceri, fughe rocambolesche e soprattutto amori, per lo pi� infelici. Summa delle sue esperienze sentimentali, politiche ed estetiche, in questo romanzo modernissimo e profondamente "realista" - Stendhal riassume sia lo spaesamento che la nascente societ� borghese determina nell'uomo immerso in una realt� politica e sociale in evoluzione, sia la perdita tutta individuale delle illusioni. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
Discussioni correntiNessunoCopertine popolari
Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)843.7Literature French French fiction Constitutional monarchy 1815–48Classificazione LCVotoMedia:
Sei tu?Diventa un autore di LibraryThing. Penguin AustraliaUna edizione di quest'opera è stata pubblicata da Penguin Australia. |