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Il visconte dimezzato (1952)

di Italo Calvino

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Serie: I nostri antenati (1)

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1,3912513,253 (3.79)19
In un periodo ipotetico tra la seconda met© del Seicento e l'inizio del secolo successivo, il visconte Medardo di Terralba durante la guerra contro i Turchi viene tagliato a met© da una cannonata. Si divide in due personaggi, il Gramo e il Buono. Il Gramo ©· la parte cattiva come imparano a loro spese gli abitanti di Terralba sua patria dove egli ritorna. Fa azioni come: offrire funghi avvelenati al nipotino, infierire su piante e animali tagliandole a met© , impiccare su un patibolo speciale bracconieri e gatti, appiccare il fuoco a fienili e case. Quando anche l'altra met© , la sinistra, quella buona, raggiunge Terralba, la troppa bont© non tarda a rivelarsi fastidiosa, bigotta e opprimente come l'eccessiva cattiveria. Alla fine le due met© del visconte si affrontano in duello per la bella Pamela. Sanguinanti entrambe vengono ricomposte dal dottor Trelawney e Medardo torna ad essere un uomo intero, n©♭ cattivo n©♭ buono. Tutto intero e pregno sia della sua bont© che della sua cattiveria, pu©ø finalmente recarsi dall℗amata Pamela per chiederla in moglie. Medardo raggiunge finalmente la sua completezza, non essendo n©♭ troppo cattivo n©♭ troppo buono ma semplicemente se stesso, e a Terralba ritorna finalmente il sereno. Vittorini ha coniato una formula critica secondo cui la scrittura di Calvino pu©ø realizzarsi sia in un senso di "realismo a carica fiabesca" (Il sentiero dei nidi di ragno, Ultimo viene il corvo) che in un senso di "fiaba a carica realistica", come in questo caso.… (altro)
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Finora di Calvino avevo sempre riconosciuto il talento (genio?), ma i suoi romanzi non mi avevano mai coinvolto, era più un apprezzamento intellettuale: con Il visconte dimezzato finalmente mi sono davvero goduta un suo libro.
E' un gioiellino, una fiaba dark sapientemente costruita con molteplici interpretazioni e livelli di lettura. Apparentemente è una storia di opposti, a cominciare da quello palese tra bene e male, tra la metà buona e la metà cattiva del visconte; ma c'è anche il dualismo tra l'austerità ugonotta e la lascivia del paese dei lebbrosi, tra la scienza astratta del Dottor Trelawney e la saggezza popolare della balia Sebastiana. Scavando a fondo invece ci accorgiamo che più che di antitesi si parla di incompletezza: ciascuno di questi aspetti da solo è disfunzionale e unicamente nell'unione col suo contrario trova compiutezza. O almeno questa è la morale apparente, perché ogni favola che si rispetti deve averne una no?
Il vero finale però ci racconta altro, anzi ci mostra paradossalmente che non esiste un finale a cui tendere, che la vita scorre piena di contraddizioni e delusioni, eternamente incompleta e inconcludente.
Sullo stile nulla da dire: è Calvino, sa scrivere.
Consiglio la lettura a tutti quelli che come me lo consideravano un autore troppo cerebrale: rimarranno stupiti nel constatare come in quest'opera abbia saputo coniugare la profondità di significati con il puro piacere di raccontare e divertire. ( )
  Lilirose_ | Jul 25, 2022 |
Lieve per dimensioni e tono, il romanzo si presta però a letture con diversi livelli di approfondimento in una sorta di millefoglie letteraria in cui sta uno dei suoi maggiori pregi. Ci si può limitare a godere della favola bella e sorridente che fa volare l’immaginazione in un Seicento d’invenzione diviso tra guerre stupide e tranquilla vita rurale nell’entroterra ligure e si snoda attraverso una serie di peripezie che conducono all’immancabile lieto fine. Oppure interrogarsi sui significati più profondi che l’autore ha dato a molti dei passaggi o caratterizzazioni e su cui è stato molto esplicito (pure troppo) nell’introduzione e in alcune interviste: ovviamente il tema del doppio, con Medardo tagliato a metà da una palla di cannone sia nel fisico sia nello spirito tra bene e male, ma anche le figure dell’ingegnoso falegname e del dottore (la scienza e la tecnica al servizio del potere) ovvero il gruppo dei lebbrosi in cui Calvino identifica gli intellettuali per finire con gli ugonotti in cui si riflettono le rigidità della borghesia produttiva. In entrambi i casi, l’efficacia di queste cento pagine scarse non è neppure da mettere in discussione: il tocco brioso dello scrittore trascina sin da subito il lettore in un mondo di fantasia popolato di personaggi magari disegnati con pochi tocchi eppure indimenticabili a partire dal ragazzino che narra in prima persona e con l’apice di Pamela e della sua famiglia da cartone animato. Insomma, se è dell’autore il fin il divertimento, come lo stesso ha indicato per questo lavoro, bisogna dire che la missione è pienamente compiuta. ( )
  catcarlo | Jan 4, 2017 |
ammetto che tra me e Calvino non c'è feeling ... insomma una mia personale idiosincrasia ... ma non riesco a farmi piacere Calvino, a dispetto del suo stile scorrevole, delle idee originali.
c'è da dire che la seconda merà diventa più spiritosa. ( )
  argax | Feb 2, 2010 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Calvino, Italoautore primariotutte le edizioniconfermato
Barenghi, MarioPostfazioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
Film correlati
Epigrafe
Dedica
Incipit
C'era una guerra contro i turchi.
Citazioni
Ultime parole
(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese

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In un periodo ipotetico tra la seconda met© del Seicento e l'inizio del secolo successivo, il visconte Medardo di Terralba durante la guerra contro i Turchi viene tagliato a met© da una cannonata. Si divide in due personaggi, il Gramo e il Buono. Il Gramo ©· la parte cattiva come imparano a loro spese gli abitanti di Terralba sua patria dove egli ritorna. Fa azioni come: offrire funghi avvelenati al nipotino, infierire su piante e animali tagliandole a met© , impiccare su un patibolo speciale bracconieri e gatti, appiccare il fuoco a fienili e case. Quando anche l'altra met© , la sinistra, quella buona, raggiunge Terralba, la troppa bont© non tarda a rivelarsi fastidiosa, bigotta e opprimente come l'eccessiva cattiveria. Alla fine le due met© del visconte si affrontano in duello per la bella Pamela. Sanguinanti entrambe vengono ricomposte dal dottor Trelawney e Medardo torna ad essere un uomo intero, n©♭ cattivo n©♭ buono. Tutto intero e pregno sia della sua bont© che della sua cattiveria, pu©ø finalmente recarsi dall℗amata Pamela per chiederla in moglie. Medardo raggiunge finalmente la sua completezza, non essendo n©♭ troppo cattivo n©♭ troppo buono ma semplicemente se stesso, e a Terralba ritorna finalmente il sereno. Vittorini ha coniato una formula critica secondo cui la scrittura di Calvino pu©ø realizzarsi sia in un senso di "realismo a carica fiabesca" (Il sentiero dei nidi di ragno, Ultimo viene il corvo) che in un senso di "fiaba a carica realistica", come in questo caso.

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Descrizione del libro
La bizzarra storia del visconte Medardo di Terralba che, colpito al petto da una cannonata turca, torna a casa diviso in due metà (una cattiva, malvagia, prepotente, ma dotata di inaspettate doti di umorismo e realismo, l'altra gentile, altruista, buona, o meglio "buonista").

"Tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti" disse Calvino in un'intervista "tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l'altra."
Riassunto haiku

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