Un'autobiografia, una confessione, un epistolario di oltre mille pagine: così uno dei massimi autori del novecento consegna al pubblico senza pudori e senza falsità tutto se stesso. L'uomo e lo scrittore Simenon che conosciamo attraverso questa lunghissima lettura ci sorprende e talvolta ci fa anche inorridire. Una personalità dominante e una fame insaziabile di vita. Nel corso di un'esistenza disordinata, tra cambi di residenza e viaggi, mogli e amanti, eccessi in tutte le forme, dipendenza dalle pulsioni improvvise, Simenon si rivela sempre un padre generoso e partecipe, gioioso e sensibile. Le sue donne e i suoi figli vivono nel lusso, malgrado lui abbia avversione per tutto ciò che è borghese. Un uomo dalla visione fatalista, consapevole della bassezza che alberga negli esseri umani insieme al senso del bello e del buono. Dopo il suicidio dell'amata figlia egli riprende quanto cominciato con "Je me souviens e Pedigree", del 1941, mai completato e vi aggiunge il "Livre di Marie-Jo", eliminando alcune pagine dal manoscritto originale per espressa volontà dell'ex moglie. Marie -Jo era la prediletta, pur amando intensamente i tre maschi, poiché in lei ravvisava una grande fragilità e una pericolosa inclinazione alla disfatta. Nel 1978 la ragazza si uccide, lasciando una drammatica lettera di addio al padre.
"Memorie intime" è un volume molto impegnativo che ci conduce ben oltre la storia individuale e familiare. Potremmo definirlo un'autopsia, lucida e dolorosa, una forma di gioco d'azzardo, perché Simenon gioca se stesso sul tappeto verde della confessione e in verità, è consapevole di avere perso. ( )