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Sto caricando le informazioni... Kaputt (1944)di Curzio Malaparte
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. A Stoccolma, in una chiara giornata di settembre, Malaparte incontra il principe Eugenio, fratello del re di Svezia. E nella villa di Waldemarsudden, in quella «dolcezza del viver sereno, che un tempo era stata la grazia dell'Europa», non può trattenersi dal raccontare ciò che ha visto nella foresta di Oranienbaum: prigionieri russi conficcati nella neve fino al ventre, uccisi con un colpo alla tempia e lasciati congelare, il braccio destro disteso, affinché, «polizia silenziosa», indicassero la strada. È solo la prima di una fosca suite di storie che, come un novellatore itinerante, Malaparte racconterà ad altri spettri di un'Europa morente: ad Hans Frank, Generalgouverneur di Polonia, a diplomatici come Westmann e de Foxá, a Louise, nipote del kaiser Guglielmo II. Storie che sin dagli anni Quaranta hanno inorridito e ammaliato i lettori di tutto il mondo. Storie in cui s'incarna la scomparsa di ciò che «di nobile, di gentile, di puro» l'Europa possedeva. Storie – o forse visioni, insidiose ed ossedenti – che si annidano nella memoria per non lasciarla mai più: il Ladoga, simile a «un'immensa lastra di marmo bianco», dove sono posate centinaia e centinaia di teste di cavallo, recise da una mannaia (i cavalli dell'artiglieria sovietica sorpresi dal vento che scende dal mare di Murmansk e imprigionati nel ghiaccio); il console d'Italia a Jassy, sepolto dal freddo peso dei centosettantanove cadaveri di ebrei che sembrano precipitarsi fuori, «come statue di cemento», dal treno che li deportava a Podul Iloaiei, in Romania; le mute rabbiose e affamate di cani muniti di cariche esplosive che, in Ucraina, i russi addestrano ad andare a cercare il cibo sotto il ventre dei panzer tedeschi. Storie, anche, malinconiche e gentili: quella dei bambini napoletani convinti dai genitori che gli aviatori inglesi sorvolano la città per gettar loro bambole, cavallucci di legno e dolci; o, ancora, quella delle ragazze ebree destinate al bordello militare di Soroca – e che fa dire a Louise «J'ai pitié d'être femme». Storie che ci trascinano in un viaggio lungo e crudele, al termine del quale vedremo l'Europa ridotta a un mucchio di rottami: «E sia ben chiaro» proclama Malaparte «che io preferisco questa Europa kaputt all'Europa d'ieri, e a quella di venti, di trent'anni or sono. Preferisco che tutto sia da rifare, al dover accettare tutto come un'eredità immutabile». (fonte: Adelphi) Il termine Kaputt deriva dall’aramaico ed è stato adoperato dai tedeschi per definirne gli effetti durante la guerra dei trent’anni; il termine significa rovinato, ucciso, andato in rovina, in malore. E Kurt Erich Suckert, al secolo Curzio Malaparte, canta in questo lungo racconto la rovina dell’Europa durante la seconda guerra mondiale, con un lungo, lunghissimo kaddish per la cultura tedesca; durante i suoi viaggi nell’Europa orientale e settentrionale, Polonia, Moldavia, Finlandia lo scrittore percepisce l’assoluta assenza di valori della cultura nazista e ne declina l’essenza: il tentativo di rispondere con la violenza e la disciplina alle paure che da sempre caratterizzano il popolo tedesco. Gli ebrei vanno sterminati non in quanto nemici, ma per la paura che incutono. E con un romanzo che va tra le cronache di un delirio ed un racconto di maniera, Malaparte racconta la follia di un continente che perde non solo le proprie coordinate, ma la bussola appresso al delirio della follia nazista, con la consueta corte dei miracoli del potere costituito. Nelle ultime pagine, dopo l’uscita dal carcere di Regina Coeli, si intravvedono i germi del romanzo più conosciuto di Malaparte, “la Pelle”. Ma Kaputt è un capolavoro, non sufficientemente apprezzato probabilmente per le contraddizioni culturali di Malaparte e per la sua autonomia rispetto alla cultura comunista imperante nell’Italia del dopoguerra. nessuna recensione | aggiungi una recensione
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Curzio Malaparte was a disaffected supporter of Mussolini with a taste for danger and high living. Sent by an Italian paper during World War II to cover the fighting on the Eastern Front, Malaparte secretly wrote this terrifying report from the abyss, which became an international bestseller when it was published after the war. Telling of the siege of Leningrad, of glittering dinner parties with Nazi leaders, and of trains disgorging bodies in war-devastated Romania, Malaparte paints a picture of humanity at its most depraved. Kaputt is an insider's dispatch from the world of the enemy that is as hypnotically fascinating as it is disturbing. Book jacket. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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