Fai clic su di un'immagine per andare a Google Ricerca Libri.
Sto caricando le informazioni... Uno, nessuno e centomila (1926)di Luigi Pirandello
Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Soffro i libri vecchi. Sono oggetti da collezione, belli, bellissimi da vedere, ma poco utile per la lettura. Anche perché prevale il timore di rovinarli. Ed ho iniziato la lettura di “Uno, nessuno e centomila” in questa versione del 1954, maledicendo la mia incuria nel trovare un testo, inteso come contenitore, più recente. Ho iniziato a leggere “Uno, nessuno e centomila” Istanbul in albergo con un febbrone da cavallo. Con una certa difficoltà e, devo dire, scetticismo. Ma man mano che leggevo, man mano che andavo avanti, mi rendevo conto della portata del capolavoro che stavo leggendo. Il tema del libro è semplice. Vitangelo Moscardo è un giovane borghese che non ha alcuna preoccupazione; né occupazione. Il padre gli ha lasciato una banca, gestita da altri. In Paese, però, lui è Moscarda, l’usuraio. La sua serenità viene messa a repentaglio dalla rottura del naso da parte della moglie. E lui non si vede come lo vede la moglie. Né come lo vedono gli altri. Né vede gli altri come loro si vedono. Quindi, ognuno di noi, è uno, nessuno e centomila. Da quel momento si dipana una storia straordinaria che si conclude con la conclamazione da parte degli altri della sua follia. Ma loro, gli altri, non hanno compreso che lui non è quello che loro vedono, ma un altro. Capolavoro. ( ) *CONTIENE SVARIATI SPOILER* * Recensione importata (devo controllare la grammatica) Nella vita ognuno è ciò che vuole essere. Ma chi? E per chi?Questo vuole appunto insegnarci l'usurajo Vitangelo Moscarda, iniziando dentro di sè una sorta di profonda riflessione filosofica al limite - anzi, al di sopra - del paradosso: siamo realmente visti dagli altri così come siamo? sicuramente no; possiamo ritenerci soddisfatti di quest'esistenza? forse; è giusto o sbagliato trovare un compromesso tra la nostra realtà e quella dell'altro? chi può dirlo, giacchè ognuno è differente dall'altro?; è realmente necessario affidarsi a costrutti sociali come l'etica, la morale e la coscienza per mantenere il quieto vivere? forse, ma significherebbe, in un certo senso, sopprimere la propria - e reale, o quasi, dato che è tutto è relativo - personalità; tutto ciò che ci circonda è genuino o velato da uno strato impalpabile di ipocrisia?; è sintomo di pazzia parlare col proprio animale domestico?; quanto è lecito sconfinare "nel socialmente non accettabile" per non essere ritenuto pazzo, ma - permettemi di dirlo - diversamente normale? Queste e tante altre riflessioni, appunto, consumeranno a tal punto il nostro Moscarda sino ad essere considerato pazzo in tutto il paese. Il perchè? Semplicemente per essersi sradicato dal "socialmente accettabile" di cui sopra. Il romanzo, da leggersi possibilmente con una minima base di filosofia, ci mostra quanto effettivamente possa essere precaria la nostra esistenza, se non compiamo degli atti per mutarla (ovviamente non vi incito a un cambiamento radicale e brutale come quello del Moscarda...) e soprattutto senza perdersi nel labirinto della mente, la quale è si - una macchina sensazionale, ma come ogni meccanismo, superato quel limite critico, ecco sopraggiungere la pazzia, che ci trascina sempre più in un pozzo senza fondo. Uno, nessuno e centomila (1927) è il romanzo in cui appare in modo più articolato e coerente il pensiero pirandelliano circa la vita e la società, quello cioè che ispira tutta quanta la sua opera, costituendo altresì un'esemplare, attualissima riflessione sulla complessità e sulla drammaticità della condizione umana. Il protagonista, Vitangelo Moscarda, esprime nel suo lungo e talora umoristico monologo la propria tragica vicenda: egli ha infatti scoperto di essere estraneo a se stesso, in quanto viene visto e costruito dagli altri a modo loro, ovvero in "centomila" modi diversi; prende così coscienza di non possedere una personalità, bensì tante quante gli altri gliene attribuiscono. Ma chi arriva a scoprire questo, diviene in realtà "nessuno"... Da www.ibs.it nessuna recensione | aggiungi una recensione
Appartiene alle Collane EditorialiÈ contenuto inRomanzi et teatro ( Il fu mattia pascal - Uno, nessuno e centomila- Sei personaggi in cerca d'autore - Enrico IV) di Luigi Pirandello
A tutti ©· capitato di stupirsi nello scoprire come gli altri possano avere un'immagine di noi diversa dalla nostra, visto che noi sappiamo cosa c'©· sotto la maschera e gli altri non vedono che questa, dal di fuori. Ma una simile scoperta per Vitangelo Moscarda, il protagonista di questo romanzo filosofico di Pirandello, ©· letteralmente esplosiva: l'io negato e il fallimento di ogni provocazione mirante a creare un confronto con gli altri su un piano pi©£ profondo delle forme, delle convenzioni e delle aspettative sociali, sboccano in un'accettazione volontaria della propria frammentariet© irriducibile e del proprio nascere e morire ogni istante, come ©· d'altra parte di ogni forma di vita nella natura. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche
|
Discussioni correntiNessunoCopertine popolari
Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)853.912Literature Italian Italian fiction 1900- 20th Century 1900-1945Classificazione LCVotoMedia:
Sei tu?Diventa un autore di LibraryThing. |