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Uno, nessuno e centomila (1926)

di Luigi Pirandello

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1,2902514,805 (3.88)41
A tutti ©· capitato di stupirsi nello scoprire come gli altri possano avere un'immagine di noi diversa dalla nostra, visto che noi sappiamo cosa c'©· sotto la maschera e gli altri non vedono che questa, dal di fuori. Ma una simile scoperta per Vitangelo Moscarda, il protagonista di questo romanzo filosofico di Pirandello, ©· letteralmente esplosiva: l'io negato e il fallimento di ogni provocazione mirante a creare un confronto con gli altri su un piano pi©£ profondo delle forme, delle convenzioni e delle aspettative sociali, sboccano in un'accettazione volontaria della propria frammentariet© irriducibile e del proprio nascere e morire ogni istante, come ©· d'altra parte di ogni forma di vita nella natura.… (altro)
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Soffro i libri vecchi. Sono oggetti da collezione, belli, bellissimi da vedere, ma poco utile per la lettura. Anche perché prevale il timore di rovinarli. Ed ho iniziato la lettura di “Uno, nessuno e centomila” in questa versione del 1954, maledicendo la mia incuria nel trovare un testo, inteso come contenitore, più recente. Ho iniziato a leggere “Uno, nessuno e centomila” Istanbul in albergo con un febbrone da cavallo. Con una certa difficoltà e, devo dire, scetticismo. Ma man mano che leggevo, man mano che andavo avanti, mi rendevo conto della portata del capolavoro che stavo leggendo. Il tema del libro è semplice. Vitangelo Moscardo è un giovane borghese che non ha alcuna preoccupazione; né occupazione. Il padre gli ha lasciato una banca, gestita da altri. In Paese, però, lui è Moscarda, l’usuraio. La sua serenità viene messa a repentaglio dalla rottura del naso da parte della moglie. E lui non si vede come lo vede la moglie. Né come lo vedono gli altri. Né vede gli altri come loro si vedono. Quindi, ognuno di noi, è uno, nessuno e centomila. Da quel momento si dipana una storia straordinaria che si conclude con la conclamazione da parte degli altri della sua follia. Ma loro, gli altri, non hanno compreso che lui non è quello che loro vedono, ma un altro. Capolavoro. ( )
  grandeghi | Jan 10, 2020 |
*CONTIENE SVARIATI SPOILER*
* Recensione importata (devo controllare la grammatica)

Nella vita ognuno è ciò che vuole essere. Ma chi? E per chi?Questo vuole appunto insegnarci l'usurajo Vitangelo Moscarda, iniziando dentro di sè una sorta di profonda riflessione filosofica al limite - anzi, al di sopra - del paradosso: siamo realmente visti dagli altri così come siamo? sicuramente no; possiamo ritenerci soddisfatti di quest'esistenza? forse; è giusto o sbagliato trovare un compromesso tra la nostra realtà e quella dell'altro? chi può dirlo, giacchè ognuno è differente dall'altro?; è realmente necessario affidarsi a costrutti sociali come l'etica, la morale e la coscienza per mantenere il quieto vivere? forse, ma significherebbe, in un certo senso, sopprimere la propria - e reale, o quasi, dato che è tutto è relativo - personalità; tutto ciò che ci circonda è genuino o velato da uno strato impalpabile di ipocrisia?; è sintomo di pazzia parlare col proprio animale domestico?; quanto è lecito sconfinare "nel socialmente non accettabile" per non essere ritenuto pazzo, ma - permettemi di dirlo - diversamente normale?
Queste e tante altre riflessioni, appunto, consumeranno a tal punto il nostro Moscarda sino ad essere considerato pazzo in tutto il paese. Il perchè? Semplicemente per essersi sradicato dal "socialmente accettabile" di cui sopra.
Il romanzo, da leggersi possibilmente con una minima base di filosofia, ci mostra quanto effettivamente possa essere precaria la nostra esistenza, se non compiamo degli atti per mutarla (ovviamente non vi incito a un cambiamento radicale e brutale come quello del Moscarda...) e soprattutto senza perdersi nel labirinto della mente, la quale è si - una macchina sensazionale, ma come ogni meccanismo, superato quel limite critico, ecco sopraggiungere la pazzia, che ci trascina sempre più in un pozzo senza fondo. ( )
  Hadden89 | Jun 14, 2018 |
Uno, nessuno e centomila (1927) è il romanzo in cui appare in modo più articolato e coerente il pensiero pirandelliano circa la vita e la società, quello cioè che ispira tutta quanta la sua opera, costituendo altresì un'esemplare, attualissima riflessione sulla complessità e sulla drammaticità della condizione umana. Il protagonista, Vitangelo Moscarda, esprime nel suo lungo e talora umoristico monologo la propria tragica vicenda: egli ha infatti scoperto di essere estraneo a se stesso, in quanto viene visto e costruito dagli altri a modo loro, ovvero in "centomila" modi diversi; prende così coscienza di non possedere una personalità, bensì tante quante gli altri gliene attribuiscono. Ma chi arriva a scoprire questo, diviene in realtà "nessuno"...
Da www.ibs.it ( )
  Streghissima | Jun 1, 2007 |
853.912 PIR
  ScarpaOderzo | Apr 13, 2020 |
853.912 PIR
  ScarpaOderzo | Apr 13, 2020 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Luigi Pirandelloautore primariotutte le edizionicalcolato
Böttner, AnnegretTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Bijman, LeontineTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Brinkman, SylviaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Croci, GiovanniIntroduzioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Simioni, CorradoA cura diautore secondarioalcune edizioniconfermato
Starink, MarjoDesignerautore secondarioalcune edizioniconfermato
Weaver, WilliamTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
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Eventi significativi
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Epigrafe
Dedica
Incipit
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- Che fai? - mia moglie mi domandò, vedendomi insolitamente indugiare davanti allo specchio.
- Niente, - le risposi, - mi guardo qua, dentro il naso, in questa narice. Premendo, avverto un certo dolorino.
Mia moglie sorrise e disse:
- Credevo ti guardassi da che parte ti pende.
Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato la coda:
- Mi pende? A me? Il naso?
E mia moglie, placidamente:
- Ma sì, caro. Guàrdatelo bene: Ti pende verso destra.
Citazioni
Ultime parole
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(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
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LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese (1)

A tutti ©· capitato di stupirsi nello scoprire come gli altri possano avere un'immagine di noi diversa dalla nostra, visto che noi sappiamo cosa c'©· sotto la maschera e gli altri non vedono che questa, dal di fuori. Ma una simile scoperta per Vitangelo Moscarda, il protagonista di questo romanzo filosofico di Pirandello, ©· letteralmente esplosiva: l'io negato e il fallimento di ogni provocazione mirante a creare un confronto con gli altri su un piano pi©£ profondo delle forme, delle convenzioni e delle aspettative sociali, sboccano in un'accettazione volontaria della propria frammentariet© irriducibile e del proprio nascere e morire ogni istante, come ©· d'altra parte di ogni forma di vita nella natura.

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Descrizione del libro
Pubblicato nel 1927 è il romanzo più tipico di Pirandello, quello in cui meglio si manifesta il nucleo fondamentale di quel particolare sentimento della vita e della società che sta alla base di tutta la sua grande opera teatrale. Vitangelo Moscarda si convince improvvisamente che l'uomo non è "uno", ma "centomila"; vale a dire possiede tante diverse personalità quante gli altri gliene attribuiscono. Solamente chi compie questa scoperta diventa in realtà "nessuno", almeno per se stesso, in quanto gli rimane la possibilità di osservare come lui appare agli altri, cioè le sue centomila differenti personalità. Su questo ragionamento il tranquillo Gengé decide di sconvolgere la sua vita.
Riassunto haiku

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