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Kabul Beauty School: An American Woman Goes…
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Kabul Beauty School: An American Woman Goes Behind the Veil (originale 2007; edizione 2007)

di Deborah Rodriguez, Kristin Ohlson

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1,791909,552 (3.54)101
Da lontano sembrano fiori nella polvere, sprazzi di azzurro nel grigio delle strade di Kabul. Fiori calpestati, ma non spezzati, che sotto il burqa celano storie di sofferenza e di coraggio. Come quella di Baseera, promessa sposa a dodici anni a un uomo più vecchio di lei e costretta a partorire sul nudo cemento di un ospedale privo del personale medico. O quella della quindicenne incarcerata perché fuggita dal marito che la picchiava e denunciata alla polizia dagli stessi genitori. A raccontare queste storie è Deborah Rodriguez, una volontaria americana che nel 2002 è partita per l'Afghanistan con una piccola ONG. Là, è stata tra le fondatrici della prima scuola per estetiste della capitale afghana: un progetto nato per offrire a tante donne un'opportunità di indipendenza economica, e per ridare una speranza a quelle che, durante il regime talebano, avevano dovuto chiudere i loro saloni di bellezza e sotterrare gli specchi, proibiti al pari degli aquiloni. Annotation Supplied by Informazioni Editoriali… (altro)
Utente:nitnat
Titolo:Kabul Beauty School: An American Woman Goes Behind the Veil
Autori:Deborah Rodriguez
Altri autori:Kristin Ohlson
Info:Random House Trade Paperbacks (2007), Paperback, 320 pages
Collezioni:La tua biblioteca
Voto:
Etichette:Nessuno

Informazioni sull'opera

Kabul Beauty School: An American Woman Goes Behind the Veil di Deborah Rodriguez (2007)

  1. 00
    Rifugiati football club di Warren St. John (elbakerone)
    elbakerone: Both these books tell powerful and inspirational stories about women making drastic differences in the lives of others.
  2. 00
    Viaggio di nozze a Teheran: [romanzo] di Azadeh Moaveni (elbakerone)
    elbakerone: Both these books explore the themes of Western women living in Middle Eastern countries and adjusting to a new culture.
  3. 00
    Il libraio di Kabul di Åsne Seierstad (citygirl)
    citygirl: A more erudite study of the lives of people in modern-day Kabul, by a Norweigan journalist who was allowed access to all parts of a large family.
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Da lontano sembrano fiori nella polvere, sprazzi di azzurro nel grigio delle strade di Kabul. Fiori calpestati, ma non spezzati, che sotto il burqa celano storie di sofferenza e coraggio. Come quella di Baseera, promessa sposa a dodici anni a un uomo più vecchio di lei e costretta a partorire sul nudo cemento di un ospedale privo di personale medico. O quella della quindicenne incarcerata perché fuggita dal marito che la picchiava e denunciata alla polizia dagli stessi genitori. A raccontare queste storie è Deborah Rodriguez, una volontaria americana che nel 2002 è partita per l'Afghanistan con una piccola ONG. È stata tra le fondatrici della prima scuola per estetiste della capitale afghana: un progetto nato per offrire a tante donne un'opportunità di indipendenza economica, e per ridare una speranza a quelle che, durante il regime talebano, avevano dovuto chiudere i loro saloni di bellezza e sotterrare gli specchi, proibiti al pari degli aquiloni. La sua testimonianza è anche un inno all'amicizia, perché nell'oasi della Kabul Beauty School, libere dal burqa e dal controllo degli uomini, le donne hanno trovato uno spazio tutto per sé, dove sono nate complicità inaspettate, capaci di superare le barriere erette da una cultura repressiva. In un paese in cui la strada verso la pace e la conquista dei diritti civili sembra impraticabile, questa impresa straordinaria lancia un messaggio di speranza.
  kikka62 | Jan 29, 2020 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Deborah Rodriguezautore primariotutte le edizionicalcolato
Ohlson, Kristinautore principaletutte le edizioniconfermato
Dunne, BernadetteNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
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Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
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Luoghi significativi
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Eventi significativi
Film correlati
Epigrafe
Dati dalle informazioni generali inglesi. Modifica per tradurlo nella tua lingua.
Luckily, I am a lady
Mariam of my own epoch

I have conscience,
Intelligence and talent
But am fated to continue
Existence
In captivity behind the
Bars of prison of life
As if I am a jail-bird

I want to declare my feelings
But nobody seems to realize me

I am being asked to stay thoroughly out of sight,
In the darkness
Why?
Because it is easy for them to disgrace me and discard me

They have covered me from head to toe
Amputated my legs
Shut my mouth

Oh!
I want to be known
If not as I am a female
But through my knowledge

Let the years go
Let them have my written words

One day they will ask whose
unique words are these

Maybe at that time they will
Know me as
a female who can do something

I am hopefull...
                                 Farida Alimi
Dedica
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This book is dedicated to my father, Junior Turner, who passed away June 5, 2002, while I was on my first trip to Afghanistan. Dad, I never got a chance to tell you about Afghanistan and the school. You left me too soon. I know you would love Sam, my husband—he is just like you, but Afghan style. I know you would be worried, but also very happy that I am following my dream. I miss you.
Incipit
Dati dalle informazioni generali inglesi. Modifica per tradurlo nella tua lingua.
The women arrive at the salon just before eight in the morning.
Citazioni
Ultime parole
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(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
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Elogi
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Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese (1)

Da lontano sembrano fiori nella polvere, sprazzi di azzurro nel grigio delle strade di Kabul. Fiori calpestati, ma non spezzati, che sotto il burqa celano storie di sofferenza e di coraggio. Come quella di Baseera, promessa sposa a dodici anni a un uomo più vecchio di lei e costretta a partorire sul nudo cemento di un ospedale privo del personale medico. O quella della quindicenne incarcerata perché fuggita dal marito che la picchiava e denunciata alla polizia dagli stessi genitori. A raccontare queste storie è Deborah Rodriguez, una volontaria americana che nel 2002 è partita per l'Afghanistan con una piccola ONG. Là, è stata tra le fondatrici della prima scuola per estetiste della capitale afghana: un progetto nato per offrire a tante donne un'opportunità di indipendenza economica, e per ridare una speranza a quelle che, durante il regime talebano, avevano dovuto chiudere i loro saloni di bellezza e sotterrare gli specchi, proibiti al pari degli aquiloni. Annotation Supplied by Informazioni Editoriali

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