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The thirteenth novel in Amile Zolaas great Rougon-Macquart sequence, "Germinal" expresses outrage at the exploitation of the many by the few, but also shows humanityas capacity for compassion and hope. Etienne Lantier, an unemployed railway worker, is a clever but uneducated young man with a dangerous temper. Forced to take a back-breaking job at Le Voreux mine when he cannot get other work, he discovers that his fellow miners are ill, hungry, and in debt, unable to feed and clothe their families. When conditions in the mining community deteriorate even further, Lantier finds himself leading a strike that could mean starvation or salvation for all.… (altro)
Incipit: Nella rasa pianura, sotto la notte senza stelle, scura e spessa come l'inchiostro, un uomo solo seguiva lo stradone che andava da Marchienne a Montsou, dieci chilometri di selciato diritto che tagliava un campo di barbabietole. Davanti a sé, non vedeva neanche la terra nera, e soltanto i soffi del vento di marzo, dalle raffiche ampie come in pieno mare, gelide per aver spazzato intere leghe di paludi e terre nude, gli dava la sensazione dell'immenso orizzonte piatto. Nessuna ombra di albero si stagliava sul cielo, il selciato si stendeva con la precisione di una gettata, in mezzo all'oscurità accecante delle tenebre. L'uomo era partito da Marchienne verso le due. Camminava a passi ampi, tremando sotto il cotone sottile della sua giacca e del suo pantalone di velluto. Un pacchettino, annodato in un fazzoletto a quadri, gli dava molto fastidio; e lo stringeva contro i suoi fianchi, talvolta con un gomito, talatra con l'altro, per far scivolare in fondo alle tasche entrambe le mani, delle mani rosse che le lamine del vento facevano sanguinare. Un'unica idea occupava la sua testa vuota di operaio senza lavoro e senza alloggio, la speranza che il freddo sarebbe stato meno intenso dopo il sorgere del giorno. Da un'ora camminava così, quando sulla sinistra, a due chilometri da Montsou, scorse dei fuochi rossi, tre bracieri brucianti all'aria aperta, e come sospesi. Inizialmente esitò, preso dalla paura; poi, non poté resistere al bisogno doloroso di scaldarsi un po' le mani.
Incomincia un questo paesaggio scuro e desolato, questo romanzo dagli innumerevoli personaggi che descrive le condizioni di vita e di lavoro di una comunità di minatori di carbone nella Francia del nord, negli anni di fine '800, quando una nuova classe, il proletariato, si affaccia alla ribalta della storia. Zolà descrive questo mondo con la precisione che gli deriva dalla scelta del "naturalismo" e dall'influsso della cultura positivistica. Le descrizioni del lavoro nella miniera sono precise ed efficaci: producono, nel lettore, sensazioni claustrofobiche, sensazioni di freddo e di caldo, facendolo partecipe, quasi fisicamente, di una vita dura, nella quale predomina il buio e la difficoltà di respirare. Poi c'è il mondo parallelo, al piano superiore, della borghesia, che spesso è cieca di fronte alla sofferenza, che la circonda: prevale l'indifferenza o, nel migliore dei casi, il paternalismo (personaggio di Gregoire). Quello che più mi ha colpito e sorpreso, è la profonda attualità di questo libro sotto vari aspetti.
- Etienne, il protagonista, è colui che diviene leader della lotta, riuscendo a conquistare inizialmente la completa fiducia degli altri minatori. Eppure Zolà fa capire che non è l'eroe senza macchia e senza paura e che anche in lui ci sono delle debolezze comuni a tutti coloro che, pur partendo da buone e disinteressate motivazioni in nome degli ideali, poi si fanno ammaliare dal fascino del potere e aspirano ad un salto di condizione. "Si imborghesiscono", come avrebbero detto i vecchi sessantottini che di queste vicende se ne intendono.
"Ormai Etienne era il capo incontrastato. Nelle conversazioni serali egli stava diventando una specie di oracolo, man mano che lo studio lo dirozzava. [...] La sua popolarità crescente lo inebriava di una dolcezza deliziosa, Tenere una estesa corrispondenza, discutere della sorte dei lavoratori ai quattro angoli della provincia, dar pareri a tutti i lavoratori del Voreux, e, soprattutto diventare un centro, sentire la gente agitarsi e muoversi intorno a lui, rappresentava un eccitamento per la sua vanità di antico meccanico, di minatore dalle mani grosse e nere. Egli saliva di un gradino, entrava a far parte di quella borghesia esecrata, con soddisfazioni d'intelligenza e di benessere, che non osava neppure confessare a se stesso."
"E il suo sogno di capo popolo lo cullava di nuovo, vedeva Montsou ai suoi piedi, Parigi in un nebuloso avvenire, chi sa? la deputazione, un giorno, la tribuna ed una sala ricca, di dove egli avrebbe fulminato i borghesi, col primo discorso pronunciato da un operaio in un Parlamento."
- Ad Etienne si contrappone il "riformista" Rasseneur, che non condivide la lotta ad oltranza, che porterà poi ad una dura sconfitta e alla perdita di credibilità di Etienne, di fronte alla delusione dei minatori
- L'altra via è quella anarchica di Souvarine, la via nichilista e individualista che mira alla palingenesi totale, attraverso la distruzione e la violenza. Un fondamentalismo che rivive anche nel nostro tempo, in forme diverse, secondo il quale tutti gli altri sono nemici da abbattere, senza alcun compromesso possibile.
"Lasciatemi in pace con la vostra evoluzione! Date fuoco ai quattro angoli della città, falciate i popoli, atterrate tutto, e quando non rimarrà più nulla di questa società imputridita, forse se ne costruirà una migliore."
- Un altro elemento "attuale" è rappresentato dalla figura Deneulin. E' Un padrone indipendente dalla impersonale Società delle miniere, che come in Dio invisibile e lontano, da Parigi governa e determina i destini dei minatori. Cercherà di resistere ai tentativi della Società di incorporare la sua miniera, ma proprio la lotta dei minatori lo porterà alla rovina e, da proprietario, diventerà un semplice dipendente. Niente di nuovo, dunque. Come ora, anche allora, il potere dei grossi monopoli con la loro forza finanziaria risultava vincente! Anche allora, tra l'altro, c'era la globalizzazione. "Tutto è concatenato e una scossa, anche lontana, basta a scuotere il mondo" - dice proprio Deneulin,
Tra l'altro, nella lotta proletaria, una mossa intelligente, in una logica riformista, sarebbe stata quella di non alienarsi i padroni piccoli come Deneulin, concentrando gli sforzi contro la Società. Indebolendo Deneulin e portandolo alla rovina, si faceva l'interesse proprio della Società, permettendole di realizzare i propri scopi e di acquisire la miniera de proprietario fallito. "Come! cinque centesimi! Perché questa richiesta! Io non mi lamento del vostro rivestimento, né voglio imporvi alcuna nuova tariffa come la Società di Montsou" - protesta Deneulin, di fronte alle richieste dei minatori che circondano la sua casa.
Infine, nel corso della lotta, c'è una efficace descrizione della violenza, della brutalità e dell'irrazionalità della folla, quando nessuno è in grado di guidarla. Prevale la violenza gratuita, il desiderio represso di vendetta e le passioni non hanno più argine, lasciando libero campo all'esasperazione e alla crudeltà.
Personaggi: - Etienne Lanier, 21 anni, "eroe" del romanzo, leader della lotta dei minatori, rivale di Caval, innamorato di Catherine anche se non vuole ammetterlo - Catherine Maheu, 15 anni, innamorata di Etienne, compagna di Chaval - Antoine Chaval, 25 anni, amante violento di Catherine, brutale e geloso - Souvarine, anarchico russo, sabotatore della miniera
I minatori - La famiglia Maheu, composta da: il padre Maheu, detto Bounemort, 58 anni, molto malato di silicosi, impazzirà e strangolerà la povera Cecile Gregoire il figlio Toussant Maheu, 42 anni, coraggioso, bravo lavoratore, muore ucciso dai soldati nel corso della lotta Constante Maheu, detta la Maheude, moglie di Toussant, 39 anni, donna forte e coraggiosa, dopo la morte del marito e dei sei figli, lavorerà nella miniera I sette figli: Zacharie (21 anni), amante di Philomene Levaque, muore per un'esplosione di grisou, cercando di salvare la sorella Catherine ed Etienne, intrappolati nella miniera Catherine (15 anni), amante di Chaval, poi innamorata di Etienne al quale si donerà prima di morire nella miniera inondata Jeaulin (11 anni), maltratta i suoi giovani amici Lydie e Hebert che utilizza per piccoli furti, aiuta Etienne, dopo la lotta sfortunata e sarà l'assassino del giovane soldato Jules. Tornerà a lavorare in miniera con la madre Alzire, la piccola malata, che morirà di fame, 9 anni Lenore, 6 anni Henri, 4 anni Estelle, 3 mesi.
- I Levaque (vicini dei Maheu) Jerome Levaque, 40 anni, brutale e poco intelligente Angelique, La Levaque, 41 1nni Philoméne, la figlia, 18 anni, sposa Zacharie Hebert, figlio, amico maltrattato di Jeaulin, 12 anni Lous Bouteloup, 35 anni, amante della Levaque
- I Pierron Françoise Pierron, 30 anni Suzanne, La Pierronne, 28 anni, amante di Danseart Lydie, 10 anni Danseart, amante della Pierronne, 40 anni La Brulé, 50 anni, madre della Pierronne
- I Mouque Mouque, il padre, 50 anni Mouquet, 22 anni La Moquette, per un periodo amante di Etienne, 18 anni
Rasseneur, ex minatore, socialista moderato, proprietario di una taverna
La borghesia
- Gli Hennebeau Philippe Hennebeau, direttore generale delle miniere di Montsou, 48 anni Blanche Hennebeau, la moglie, amante dell'ingegner Negrel, 40 anni Paul Negrel, ingegnere, amante di Blanche, fidanzato di Cecile Gregoire, 18 anni
- I Gregoire (miniera di Montsou) Leon Gregoire, 60 anni Amelie Gregoire, la moglie, 58 anni Cecile Grégoire, la figlia, fidanzata di Paul Negrel, 18 anni
- I Deneulin Victor Deneulin, proprietario di miniere, 50 anni Lucie, figlia musicista, 22 anni Jeanne, figlia pittrice, 19 anni ( )
Dati dalle informazioni generali inglesi.Modifica per tradurlo nella tua lingua.
Dans la plaine rase, sous la nuit sans étoiles, d’une obscurité et d’une épaisseur d’encre, un homme suivait seul la grande route de Marchiennes à Montsou, dix kilomètres de pavé coupant tout droit, à travers les champs de betteraves.
[translation by Havelock Ellis, 1894] Over the open plain, beneath a starless sky as dark and thick as ink, a man walked alone along the highway from Marchiennes to Montsou, a straight paved road ten kilometers in length, intersecting the beetroot-fields.
Citazioni
Dati dalle informazioni generali inglesi.Modifica per tradurlo nella tua lingua.
— Longtemps, ah ! oui !… Je n'avais pas huit ans, lorsque je suis descendu, tenez ! juste dans le Voreux, et j'en ai cinquante-huit, à cette heure. Calculez un peu… J'ai tout fait là-dedans, galibot d'abord, puis herscheur, quand j'ai eu la force de rouler, puis haveur pendant dix-huit ans. Ensuite, à cause de mes sacrées jambes, ils m'ont mis de la coupe à terre, remblayeur, raccommodeur, jusqu'au moment où il leur a fallu me sortir du fond, parce que le médecin disait que j'allais y rester. Alors, il y a cinq années de cela, ils m'ont fait charretier… Hein ? c'est joli, cinquante ans de mine, dont quarante-cinq au fond ! (I, i)
[translation by Havelock Ellis, 1894] "Long? I should think so. I was not eight when I went down into the Voreux and I am now fifty-eight. Reckon that up! I have been everything down there; at first trammer, then putter, when I had the strength to wheel, then pikeman for eighteen years. Then, because of my cursed legs, they put me into the earth cutting, to bank up and patch, until they had to bring me up, because the doctor said I should stay there for good. Then, after five years of that, they made me carman. Eh? that's fine--fifty years at the mine, forty-five down below."
D’une voix ardente, il parlait sans fin. C’était, brusquement, l’horizon fermé qui éclatait, une trouée de lumière s’ouvrait dans la vie sombre de ces pauvres gens. L’éternel recommencement de la misère, le travail de brute, ce destin de bétail qui donne sa laine et qu’on égorge, tout le malheur disparaissait, comme balayé par un grand coup de soleil ; et, sous un éblouissement de féerie, la justice descendait du ciel. Puisque le bon Dieu était mort, la justice allait assurer le bonheur des hommes, en faisant régner l’égalité et la fraternité. Une société nouvelle poussait en un jour, ainsi que dans les songes, une ville immense, d’une splendeur de mirage, où chaque citoyen vivait de sa tâche et prenait sa part des joies communes. Le vieux monde pourri était tombé en poudre, une humanité jeune, purgée de ses crimes, ne formait plus qu’un seul peuple de travailleurs, qui avait pour devise: à chacun suivant son mérite, et à chaque mérite suivant ses œuvres. Et, continuellement, ce rêve s’élargissait, s’embellissait, d’autant plus séducteur, qu’il montait plus haut dans l’impossible. D’abord, la Maheude refusait d’entendre, prise d’une sourde épouvante. Non, non, c’était trop beau, on ne devait pas s’embarquer dans ces idées, car elles rendaient la vie abominable ensuite, et l’on aurait tout massacré alors, pour être heureux. Quand elle voyait luire les yeux de Maheu, troublé, conquis, elle s’inquiétait, elle criait, en interrompant Étienne : — N’écoute pas, mon homme ! Tu vois bien qu’il nous fait des contes… Est-ce que les bourgeois consentiront jamais à travailler comme nous ? (III, iii)
[translation by Havelock Ellis, 1894] With his enthusiastic voice he spoke on and on. The closed horizon was bursting out; a gap of light was opening in the sombre lives of these poor people. The eternal wretchedness, beginning over and over again, the brutalizing labour, the fate of a beast who gives his wool and has his throat cut, all the misfortune disappeared, as though swept away by a great flood of sunlight; and beneath the dazzling gleam of fairyland justice descended from heaven. Since the good God was dead, justice would assure the happiness of men, and equality and brotherhood would reign. A new society would spring up in a day just as in dreams, an immense town with the splendour of a mirage, in which each citizen lived by his work, and took his share in the common joys. The old rotten world had fallen to dust; a young humanity purged from its crimes formed but a single nation of workers, having for their motto: "To each according to his deserts, and to each desert according to its performance." And this dream grew continually larger and more beautiful and more seductive as it mounted higher in the impossible. At first Maheude refused to listen, possessed by a deep dread. No, no, it was too beautiful; it would not do to embark upon these ideas, for they made life seem abominable afterwards, and one would have destroyed everything in the effort to be happy. When she saw Maheu's eyes shine, and that he was troubled and won over, she became restless, and exclaimed, interrupting Étienne: "Don't listen, my man! You can see he's only telling us fairy-tales. Do you think the bourgeois would ever consent to work as we do?"
D'un élan, elle s'était pendue à lui, elle chercha sa bouche et y colla passionnément la sienne. Les ténèbres s'éclairèrent, elle revit le soleil, elle retrouva un rire calmé d'amoureuse. Lui, frémissant de la sentir ainsi contre sa chair, demie-nue sous la veste et la culotte en lambeaux, l'empoigna, dans un réveil de sa virilité. Et ce fut enfin leur nuit de noces, au fond de cette tombe, sur ce lit de boue, le besoin de ne pas mourir avant d'avoir eu leur bonheur, l'obstiné besoin de vivre, de faire de la vie une dernière fois. Ils s'aimèrent dans le désespoir de tout, dans la mort. Ensuite, il n'y eut plus rien. Étienne était assis par terre, toujours dans le même coin, et il avait Catherine sur les genoux, couchée, immobile. Des heures, des heures s'écoulèrent. Il crut longtemps qu'elle dormait ; puis, il la toucha, elle était très froide, elle était morte. Pourtant, il ne remuait pas, de peur de la réveiller. L'idée qu'il l'avait eue femme le premier, et qu'elle pouvait être grosse, l'attendrissait. D'autres idées, l'envie de partir avec elle, la joie de ce qu'ils feraient tous les deux plus tard, revenaient par moments, mais si vagues, qu'elles semblaient effleurer à peine son front, comme le souffle même du sommeil. Il s'affaiblissait, il ne lui restait que la force d'un petit geste, un lent mouvement de la main, pour s'assurer qu'elle était bien là, ainsi qu'une enfant endormie, dans sa raideur glacée. Tout s'anéantissait, la nuit elle-même avait sombré, il n'était nulle part, hors de l'espace, hors du temps. Quelque chose tapait bien à côté de sa tête, des coups dont la violence se rapprochait ; mais il avait eu d'abord la paresse d'aller répondre, engourdi d'une fatigue immense ; et, à présent, il ne savait plus, il rêvait seulement qu'elle marchait devant lui et qu'il entendait le léger claquement de ses sabots. Deux jours se passèrent, elle n'avait pas remué, il la touchait de son geste machinal, rassuré de la sentir si tranquille. Étienne ressentit une secousse. Des voix grondaient, des roches roulaient jusqu'à ses pieds. Quand il aperçut une lampe, il pleura. Ses yeux clignotants suivaient la lumière, il ne se lassait pas de la voir, en extase devant ce point rougeâtre qui tachait à peine les ténèbres. Mais des camarades l'emportaient, il les laissa introduire, entre ses dents serrés, des cuillerées de bouillon. Ce fut seulement dans la galerie de Réquillart qu'il reconnut quelqu'un, l'ingénieur Négrel, debout devant lui ; et ces deux hommes qui se méprisaient, l'ouvrier révolté, le chef sceptique, se jetèrent au cou l'un de l'autre, sanglotèrent à grands sanglots, dans le bouleversement profond de toute l'humanité qui était en eux. C'était une tristesse immense, la misère des générations, l'excès de douleur où peut tomber la vie. Au jour, la Maheude, abattue près de Catherine morte, jeta un cri, puis un autre, puis un autre, de grandes plaintes très longues, incessantes. Plusieurs cadavres étaient déjà remontés et alignés par terre : Chaval que l'on crut assommé sous un éboulement, un galibot et deux haveurs également fracassés, le crâne vide de cervelle, le ventre gonflé d'eau. Des femmes, dans la foule, perdaient la raison, déchiraient leurs jupes, s'égratignaient la face. Lorsqu'on le sortit enfin, après l'avoir habitué aux lampes et nourri un peu, Étienne apparut décharné, les cheveux tout blancs ; et on s'écartait, on frémissait devant ce vieillard. La Maheude s'arrêta de crier, pour le regarder stupidement, de ses grands yeux fixes. (VII, v)
[translation by Havelock Ellis, 1894] With a sudden impulse she hung on to him, seeking his mouth and pressing her own passionately to it. The darkness lighted up, she saw the sun again, and she laughed a quiet laugh of love. He shuddered to feel her thus against his flesh, half naked beneath the tattered jacket and trousers, and he seized her with a reawakening of his virility. It was at length their wedding night, at the bottom of this tomb, on this bed of mud, the longing not to die before they had had their happiness, the obstinate longing to live and make life one last time. They loved each other in despair of everything, in death. After that there was nothing more. Étienne was seated on the ground, always in the same corner, and Catherine was lying motionless on his knees. Hours and hours passed by. For a long time he thought she was sleeping; then he touched her; she was very cold, she was dead. He did not move, however, for fear of arousing her. The idea that he was the first who had possessed her as a woman, and that she might be pregnant, filled him with tenderness. Other ideas, the desire to go away with her, joy at what they would both do later on, came to him at moments, but so vaguely that it seemed only as though his forehead had been touched by a breath of sleep. He grew weaker, he only had strength to make a little gesture, a slow movement of the hand, to assure himself that she was certainly there, like a sleeping child in her frozen stiffness. Everything was being annihilated; the night itself had disappeared, and he was nowhere, out of space, out of time. Something was certainly striking beside his head, violent blows were approaching him; but he had been too lazy to reply, benumbed by immense fatigue; and now he knew nothing, he only dreamed that she was walking before him, and that he heard the slight clank of her sabots. Two days passed; she had not stirred; he touched her with his mechanical gesture, reassured to find her so quiet. Étienne felt a shock. Voices were sounding, rocks were rolling to his feet. When he perceived a lamp he wept. His blinking eyes followed the light, he was never tired of looking at it, enraptured by this reddish point which scarcely stained the darkness. But some mates carried him away, and he allowed them to introduce some spoonfuls of soup between his clenched teeth. It was only in the Réquillart gallery that he recognized someone standing before him, the engineer, Négrel; and these two men, with their contempt for each other--the rebellious workman and the sceptical master--threw themselves on each other's necks, sobbing loudly in the deep upheaval of all the humanity within them. It was an immense sadness, the misery of generations, the extremity of grief into which life can fall. At the surface, Maheude, stricken down near dead Catherine, uttered a cry, then another, then another--very long, deep, incessant moans. Several corpses had already been brought up, and placed in a row on the ground: Chaval, who was thought to have been crushed beneath a landslip. a trammer, and two hewers, also crushed, with brainless skulls and bellies swollen with water. Women in the crowd went out of their minds, tearing their skirts and scratching their faces. When Étienne was at last taken out, after having been accustomed to the lamps and fed a little, he appeared fleshless, and his hair was quite white. People turned away and shuddered at this old man. Maheude left off crying to stare at him stupidly with her large fixed eyes.
«Ger-mi-nal, Ger-mi-nal, Ger-mi-nal...», este era el grito que el 5 de octubre de 1902 una delegación de mineros franceses coreaba al arrojar sus ramos de rosas rojas sobre la tumba de Émile Zola: cinco mil parisienses habían recorrido las calles de París con el féretro del escritor que había abanderado el enfrentamiento con el sector más conservador de la sociedad francesa a raíz del conocido como «affaire Dreyfus». Émile Zola, el padre del naturalismo, describe en Germinal, de una forma descarnada, el mundo sombrío y mísero de la mina, retratando a un grupo de personas que vive ahogado en condiciones infrahumanas y por cuyas venas Zola hace correr el odio y el rencor, seres humanos que se extenúan trabajando en medio de una terrible frustración. Los sueños de juventud, la búsqueda del amor, todo choca contra la realidad siniestra de la mina, que se cobra vidas y apenas permite vivir a los que logran salir de su oscuro pozo. Pero cuando falta el pan, cuandpo el sueño se convierte en pesadilla, los mineros se alzan contra las fuerzas de la destrucción: la huelga hace brotar de todos y cada uno lo mejor y lo peor del ser humano. Con Germinal, Zola escribe una epopeya radicalmente moderna: la denuncia de una realidad se convierte en mito.
Ultime parole
Dati dalle informazioni generali inglesi.Modifica per tradurlo nella tua lingua.
Des hommes poussaient, une armée noire, vengeresse, qui germait lentement dans les sillons, grandissant pour les récoltes du siècle futur, et dont la germination allait bientôt faire éclater la terre.
The thirteenth novel in Amile Zolaas great Rougon-Macquart sequence, "Germinal" expresses outrage at the exploitation of the many by the few, but also shows humanityas capacity for compassion and hope. Etienne Lantier, an unemployed railway worker, is a clever but uneducated young man with a dangerous temper. Forced to take a back-breaking job at Le Voreux mine when he cannot get other work, he discovers that his fellow miners are ill, hungry, and in debt, unable to feed and clothe their families. When conditions in the mining community deteriorate even further, Lantier finds himself leading a strike that could mean starvation or salvation for all.
Nella rasa pianura, sotto la notte senza stelle, scura e spessa come l'inchiostro, un uomo solo seguiva lo stradone che andava da Marchienne a Montsou, dieci chilometri di selciato diritto che tagliava un campo di barbabietole. Davanti a sé, non vedeva neanche la terra nera, e soltanto i soffi del vento di marzo, dalle raffiche ampie come in pieno mare, gelide per aver spazzato intere leghe di paludi e terre nude, gli dava la sensazione dell'immenso orizzonte piatto. Nessuna ombra di albero si stagliava sul cielo, il selciato si stendeva con la precisione di una gettata, in mezzo all'oscurità accecante delle tenebre.
L'uomo era partito da Marchienne verso le due. Camminava a passi ampi, tremando sotto il cotone sottile della sua giacca e del suo pantalone di velluto. Un pacchettino, annodato in un fazzoletto a quadri, gli dava molto fastidio; e lo stringeva contro i suoi fianchi, talvolta con un gomito, talatra con l'altro, per far scivolare in fondo alle tasche entrambe le mani, delle mani rosse che le lamine del vento facevano sanguinare. Un'unica idea occupava la sua testa vuota di operaio senza lavoro e senza alloggio, la speranza che il freddo sarebbe stato meno intenso dopo il sorgere del giorno. Da un'ora camminava così, quando sulla sinistra, a due chilometri da Montsou, scorse dei fuochi rossi, tre bracieri brucianti all'aria aperta, e come sospesi. Inizialmente esitò, preso dalla paura; poi, non poté resistere al bisogno doloroso di scaldarsi un po' le mani.
Incomincia un questo paesaggio scuro e desolato, questo romanzo dagli innumerevoli personaggi che descrive le condizioni di vita e di lavoro di una comunità di minatori di carbone nella Francia del nord, negli anni di fine '800, quando una nuova classe, il proletariato, si affaccia alla ribalta della storia.
Zolà descrive questo mondo con la precisione che gli deriva dalla scelta del "naturalismo" e dall'influsso della cultura positivistica.
Le descrizioni del lavoro nella miniera sono precise ed efficaci: producono, nel lettore, sensazioni claustrofobiche, sensazioni di freddo e di caldo, facendolo partecipe, quasi fisicamente, di una vita dura, nella quale predomina il buio e la difficoltà di respirare.
Poi c'è il mondo parallelo, al piano superiore, della borghesia, che spesso è cieca di fronte alla sofferenza, che la circonda: prevale l'indifferenza o, nel migliore dei casi, il paternalismo (personaggio di Gregoire).
Quello che più mi ha colpito e sorpreso, è la profonda attualità di questo libro sotto vari aspetti.
- Etienne, il protagonista, è colui che diviene leader della lotta, riuscendo a conquistare inizialmente la completa fiducia degli altri minatori. Eppure Zolà fa capire che non è l'eroe senza macchia e senza paura e che anche in lui ci sono delle debolezze comuni a tutti coloro che, pur partendo da buone e disinteressate motivazioni in nome degli ideali, poi si fanno ammaliare dal fascino del potere e aspirano ad un salto di condizione. "Si imborghesiscono", come avrebbero detto i vecchi sessantottini che di queste vicende se ne intendono.
"Ormai Etienne era il capo incontrastato. Nelle conversazioni serali egli stava diventando una specie di oracolo, man mano che lo studio lo dirozzava. [...] La sua popolarità crescente lo inebriava di una dolcezza deliziosa, Tenere una estesa corrispondenza, discutere della sorte dei lavoratori ai quattro angoli della provincia, dar pareri a tutti i lavoratori del Voreux, e, soprattutto diventare un centro, sentire la gente agitarsi e muoversi intorno a lui, rappresentava un eccitamento per la sua vanità di antico meccanico, di minatore dalle mani grosse e nere. Egli saliva di un gradino, entrava a far parte di quella borghesia esecrata, con soddisfazioni d'intelligenza e di benessere, che non osava neppure confessare a se stesso."
"E il suo sogno di capo popolo lo cullava di nuovo, vedeva Montsou ai suoi piedi, Parigi in un nebuloso avvenire, chi sa? la deputazione, un giorno, la tribuna ed una sala ricca, di dove egli avrebbe fulminato i borghesi, col primo discorso pronunciato da un operaio in un Parlamento."
- Ad Etienne si contrappone il "riformista" Rasseneur, che non condivide la lotta ad oltranza, che porterà poi ad una dura sconfitta e alla perdita di credibilità di Etienne, di fronte alla delusione dei minatori
- L'altra via è quella anarchica di Souvarine, la via nichilista e individualista che mira alla palingenesi totale, attraverso la distruzione e la violenza. Un fondamentalismo che rivive anche nel nostro tempo, in forme diverse, secondo il quale tutti gli altri sono nemici da abbattere, senza alcun compromesso possibile.
"Lasciatemi in pace con la vostra evoluzione! Date fuoco ai quattro angoli della città, falciate i popoli, atterrate tutto, e quando non rimarrà più nulla di questa società imputridita, forse se ne costruirà una migliore."
- Un altro elemento "attuale" è rappresentato dalla figura Deneulin. E' Un padrone indipendente dalla impersonale Società delle miniere, che come in Dio invisibile e lontano, da Parigi governa e determina i destini dei minatori. Cercherà di resistere ai tentativi della Società di incorporare la sua miniera, ma proprio la lotta dei minatori lo porterà alla rovina e, da proprietario, diventerà un semplice dipendente.
Niente di nuovo, dunque. Come ora, anche allora, il potere dei grossi monopoli con la loro forza finanziaria risultava vincente! Anche allora, tra l'altro, c'era la globalizzazione.
"Tutto è concatenato e una scossa, anche lontana, basta a scuotere il mondo" - dice proprio Deneulin,
Tra l'altro, nella lotta proletaria, una mossa intelligente, in una logica riformista, sarebbe stata quella di non alienarsi i padroni piccoli come Deneulin, concentrando gli sforzi contro la Società. Indebolendo Deneulin e portandolo alla rovina, si faceva l'interesse proprio della Società, permettendole di realizzare i propri scopi e di acquisire la miniera de proprietario fallito.
"Come! cinque centesimi! Perché questa richiesta! Io non mi lamento del vostro rivestimento, né voglio imporvi alcuna nuova tariffa come la Società di Montsou" - protesta Deneulin, di fronte alle richieste dei minatori che circondano la sua casa.
Infine, nel corso della lotta, c'è una efficace descrizione della violenza, della brutalità e dell'irrazionalità della folla, quando nessuno è in grado di guidarla. Prevale la violenza gratuita, il desiderio represso di vendetta e le passioni non hanno più argine, lasciando libero campo all'esasperazione e alla crudeltà.
Personaggi:
- Etienne Lanier, 21 anni, "eroe" del romanzo, leader della lotta dei minatori, rivale di Caval, innamorato di Catherine anche se non vuole ammetterlo
- Catherine Maheu, 15 anni, innamorata di Etienne, compagna di Chaval
- Antoine Chaval, 25 anni, amante violento di Catherine, brutale e geloso
- Souvarine, anarchico russo, sabotatore della miniera
I minatori
- La famiglia Maheu, composta da:
il padre Maheu, detto Bounemort, 58 anni, molto malato di silicosi, impazzirà e strangolerà la povera Cecile Gregoire
il figlio Toussant Maheu, 42 anni, coraggioso, bravo lavoratore, muore ucciso dai soldati nel corso della lotta
Constante Maheu, detta la Maheude, moglie di Toussant, 39 anni, donna forte e coraggiosa, dopo la morte del marito e dei sei figli, lavorerà nella miniera
I sette figli:
Zacharie (21 anni), amante di Philomene Levaque, muore per un'esplosione di grisou, cercando di salvare la sorella Catherine ed Etienne, intrappolati nella miniera
Catherine (15 anni), amante di Chaval, poi innamorata di Etienne al quale si donerà prima di morire nella miniera inondata
Jeaulin (11 anni), maltratta i suoi giovani amici Lydie e Hebert che utilizza per piccoli furti, aiuta Etienne, dopo la lotta sfortunata e sarà l'assassino del giovane soldato Jules. Tornerà a lavorare in miniera con la madre
Alzire, la piccola malata, che morirà di fame, 9 anni
Lenore, 6 anni
Henri, 4 anni
Estelle, 3 mesi.
- I Levaque (vicini dei Maheu)
Jerome Levaque, 40 anni, brutale e poco intelligente
Angelique, La Levaque, 41 1nni
Philoméne, la figlia, 18 anni, sposa Zacharie
Hebert, figlio, amico maltrattato di Jeaulin, 12 anni
Lous Bouteloup, 35 anni, amante della Levaque
- I Pierron
Françoise Pierron, 30 anni
Suzanne, La Pierronne, 28 anni, amante di Danseart
Lydie, 10 anni
Danseart, amante della Pierronne, 40 anni
La Brulé, 50 anni, madre della Pierronne
- I Mouque
Mouque, il padre, 50 anni
Mouquet, 22 anni
La Moquette, per un periodo amante di Etienne, 18 anni
Rasseneur, ex minatore, socialista moderato, proprietario di una taverna
La borghesia
- Gli Hennebeau
Philippe Hennebeau, direttore generale delle miniere di Montsou, 48 anni
Blanche Hennebeau, la moglie, amante dell'ingegner Negrel, 40 anni
Paul Negrel, ingegnere, amante di Blanche, fidanzato di Cecile Gregoire, 18 anni
- I Gregoire (miniera di Montsou)
Leon Gregoire, 60 anni
Amelie Gregoire, la moglie, 58 anni
Cecile Grégoire, la figlia, fidanzata di Paul Negrel, 18 anni
- I Deneulin
Victor Deneulin, proprietario di miniere, 50 anni
Lucie, figlia musicista, 22 anni
Jeanne, figlia pittrice, 19 anni ( )