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In a society determined to keep her under lock and key, Tavia must hide her siren powers. Meanwhile, Effie is fighting her own family struggles, pitted against literal demons from her past. Together, these best friends must navigate through the perils of high school's junior year. But, everything changes in the aftermath of a siren murder trial that rocks the nation, and Tavia accidentally lets out her magical voice at the worst possible moment. Soon, nothing in Portland, Oregon, seems safe. To save themselves from drowning, it's only Tavia and Effie's unbreakable sisterhood that proves to be the strongest magic of all.… (altro)
Questo romanzo è stata una delusione per almeno tre motivi: ora, siccome penso che due di questi dipendano dall’altro, iniziamo da questo più macroscopico. A Song Below Water non sembra essere letteratura. Il che è un’affermazione del cavolo perché, be’, cosa sarebbe la letteratura? Menti più brillanti della mia si sono cimentate nella ricerca di una definizione, senza approdare a nulla di definitivo, quindi ai fini di questa modesta recensione manterremo le cose sul facile: la letteratura è una rielaborazione di realtà e pensieri sotto forma di parole scritte.
Ecco, A Song Below Water sembra la descrizione della realtà della discriminazione raziale con l’aggiunta di qualche fronzolo fantasy a mascherare il fatto che manca totalmente di quella rielaborazione che fa un romanzo. Niente esemplifica meglio questa mancanza del fatto che Morrow ha deciso di affiancare l’elemento sovrannaturale – l’esistenza delle sirene – a quello razziale, facendo di entrambi un motivo di discriminazione. Ma che senso ha aggiungere il fantastico in questo genere di storia se non è funzionale a rielaborare la nostra realtà per smascherarne la discriminazione razziale?
Anzi, descrivere l’esistenza delle sirene come fattore di discriminazione ulteriore non fa altro che depotenziare il messaggio di Morrow, perché parla di discriminazione razziale come se stesse scrivendo un articolo in occasione di Black Lives Matter, appesantendo inutilmente il romanzo, visto che in questo modo blocca l’avanzare della storia per metà libro, ma non sfrutta davvero l’idea brillante che aveva avuto, cioè quella di associare il silenziamento del potentissimo e temutissimo canto delle sirene all’invisibilizzazione delle persone nere.
Da questa carenza letteraria derivano gli altri due difetti: il primo riguarda l’assoluta mancanza di fatti rilevanti per oltre metà romanzo. Morrow racconta molto e mostra poco, il che finisce per annoiare a morte e ho la sensazione di aver impiegato mesi solo per leggere le prime centoquaranta pagine. L’altro difetto dipende dal fatto che l’autrice ha deciso di trasformare le sue protagoniste, Tavia ed Effie, in due comparse da pubblicità progresso, rendendole praticamente interscambiabili. Siccome i loro punti di vista si alternano, ogni tanto dovevo fare mente locale per ricordarmi chi stesse parlando: non proprio il massimo.
Non sono di quelle contrarie alla letteratura come mezzo per mostrare persone diverse e per insegnare a rispettarle, anzi: penso che sia uno dei tanti ruoli della letteratura, che non è figlia accondiscendente della cultura in seno alla quale nasce, ma è ribelle che ama andare a vedere cosa c’è al di là dei confini. Però tematiche importanti meritano bella letteratura: mi aspetto più impegno su questo fronte. ( )
Dati dalle informazioni generali inglesi.Modifica per tradurlo nella tua lingua.
To Jennifer, my Effie
Incipit
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It feels redundant to be at the pool on a rainy Saturday, even though it's spring, and even though it's Portland, but maybe I'm more of a California snob than I want to be.
Citazioni
Ultime parole
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In a society determined to keep her under lock and key, Tavia must hide her siren powers. Meanwhile, Effie is fighting her own family struggles, pitted against literal demons from her past. Together, these best friends must navigate through the perils of high school's junior year. But, everything changes in the aftermath of a siren murder trial that rocks the nation, and Tavia accidentally lets out her magical voice at the worst possible moment. Soon, nothing in Portland, Oregon, seems safe. To save themselves from drowning, it's only Tavia and Effie's unbreakable sisterhood that proves to be the strongest magic of all.
Ecco, A Song Below Water sembra la descrizione della realtà della discriminazione raziale con l’aggiunta di qualche fronzolo fantasy a mascherare il fatto che manca totalmente di quella rielaborazione che fa un romanzo. Niente esemplifica meglio questa mancanza del fatto che Morrow ha deciso di affiancare l’elemento sovrannaturale – l’esistenza delle sirene – a quello razziale, facendo di entrambi un motivo di discriminazione. Ma che senso ha aggiungere il fantastico in questo genere di storia se non è funzionale a rielaborare la nostra realtà per smascherarne la discriminazione razziale?
Anzi, descrivere l’esistenza delle sirene come fattore di discriminazione ulteriore non fa altro che depotenziare il messaggio di Morrow, perché parla di discriminazione razziale come se stesse scrivendo un articolo in occasione di Black Lives Matter, appesantendo inutilmente il romanzo, visto che in questo modo blocca l’avanzare della storia per metà libro, ma non sfrutta davvero l’idea brillante che aveva avuto, cioè quella di associare il silenziamento del potentissimo e temutissimo canto delle sirene all’invisibilizzazione delle persone nere.
Da questa carenza letteraria derivano gli altri due difetti: il primo riguarda l’assoluta mancanza di fatti rilevanti per oltre metà romanzo. Morrow racconta molto e mostra poco, il che finisce per annoiare a morte e ho la sensazione di aver impiegato mesi solo per leggere le prime centoquaranta pagine. L’altro difetto dipende dal fatto che l’autrice ha deciso di trasformare le sue protagoniste, Tavia ed Effie, in due comparse da pubblicità progresso, rendendole praticamente interscambiabili. Siccome i loro punti di vista si alternano, ogni tanto dovevo fare mente locale per ricordarmi chi stesse parlando: non proprio il massimo.
Non sono di quelle contrarie alla letteratura come mezzo per mostrare persone diverse e per insegnare a rispettarle, anzi: penso che sia uno dei tanti ruoli della letteratura, che non è figlia accondiscendente della cultura in seno alla quale nasce, ma è ribelle che ama andare a vedere cosa c’è al di là dei confini. Però tematiche importanti meritano bella letteratura: mi aspetto più impegno su questo fronte. ( )