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Burned Alive di Souad
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Burned Alive (edizione 2005)

di Souad (Autore)

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5492243,783 (3.78)9
A memoir by a young Jordanian woman who was the victim of an "honor crime" describes how she was nearly killed by her own family, her struggle to survive critical burns after being set on fire, and her determination to build a new life for herself.
Utente:burritapal
Titolo:Burned Alive
Autori:Souad (Autore)
Info:Transworld Pub (2005), 359 pages
Collezioni:La tua biblioteca, In lettura
Voto:
Etichette:to-read

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Bruciata viva di Souad

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Suad è un nickname, un alias, un nome di fantasia. Non è nemmeno mai citato dove è stato scritto questo libro pubblicato all’inizio del duemila. Nessuna latitudine, nessuna longitudine. Come se l’autrice facesse parte di un programma protezione testimoni del FBI. Perché Suad, questa giovane donna della Cisgiordania, lo è veramente testimone e lo dimostra a chi legge raccontando fatti realmente accaduti, senza veli, senza filtri. Portata in salvo da un’organizzazione internazionale, è la testimone di un delitto d’onore che, a leggerlo, tanta è la crudeltà, la ferocia, l’ingiustificabile contesto culturale in cui accade, ci fa orrore. Essere arsi vivi, con un figlio in grembo, frutto di un amore acerbo e ingenuo, fa quasi apparire ordinaria una vita in cui tuo padre lega te e tua sorella nella stalla e ti percuote con uno straccio infilato in bocca, perché anche urlare non è concesso ad una donna. E per cosa poi? Per un granello di zucchero fatto cadere a terra, per una pecora che si allontanata dal gregge, per aver alzato lo sguardo. Tutto ciò ci fa persino paura, oltre che orrore. Ci fa vergognare di noi stessi in quanto esseri umani. Ancor più se siamo uomini. La rabbia per ciò che leggiamo, per ciò che Suad è stata costretta a subire e a rivivere nella sua mente dopo essere sopravvissuta al fuoco, è superata solo da un profondo senso di sgomento.
Suad è nata in un piccolo villaggio della Cisgiordania, dove le bestie valgono più delle donne: le capre portano soldi, le donne sono una disgrazia, questo è ciò che pensa e afferma con assoluta autorità maschile il padre. Ma tale sintesi non basta a comprendere la matrice di una cultura che assegna alla donna un ruolo inferiore ad una bestia, che vuole le donne, quando non sono uccise alla nascita soffocate in una pelle di pecora direttamente dalla madre che le ha partorite, in un ruolo di assolta sottomissione, anzi di schiavitù. Una cultura radicalmente maschilista che le obbliga a non studiare, a non viaggiare, a non sollevare lo sguardo verso il cielo, a camminare scalze, a sposare chi non hanno scelto. Sarebbe persino difficile immaginarla una tale società se non fosse per il racconto crudo e lacerante che Suad ci fa della sua infanzia mancata. Di come sia tale il condizionamento esercitato su intere generazioni di donne, al punto che la stessa madre, al capezzale della propria figlia ridotta ad un ammasso di pelle piagata e infetta, tenta di avvelenarla, per salvare quell’onore definito in base ad un codice che persino nel più oscuro medioevo sarebbe apparso disumano.
Eppure, ci racconta Suad, per le donne sopravvissute e cresciute in quel mondo dove agli uomini è concesso tutto, appare normale vivere in uno stato di semi segregazione, non poter decidere nulla della propria vita, di essere percosse ed oltraggiate quotidianamente e di trovare massima aspirazione in un matrimonio combinato, come merce venduta al mercato, dove la felicità è quella di ambire a lasciare la prigione del padre per entrare in quella del marito, togliergli le scarpe e lavargli i piedi ogni giorno, lavorare per lui, coricarsi con lui e riprodurre come un’incubatrice senza anima.
Nel villaggio di Suad, se non sei sposata, basta poco per essere considerata una “puttana”. Per disonorare la famiglia ed essere uccisa, strangolata da un fratello come è già accaduto tra le mura della sua casa. Basta guardare in viso un uomo ad esempio. Lei non potrà maritarsi prima che le due sorelle maggiori siano date in sposa. Lo dice la legge degli uomini. Purtroppo, chi è prima di lei, non desta interesse “sul mercato” e il suo turno non giunge mai. Gli anni passano e arriva l’onta della derisione che pare ancora maggiore dei maltrattamenti paterni. La giovane Suad, nell’attesa che giunga il suo turno, s’innamora di un vicino di casa, che forte di un’ingenuità infinita di chi del mondo non sa nulla, la incontra clandestinamente, la mette in cinta e se la da a gambe. In quella fuga c’è la condanna a morte di Suad. La famiglia incarica il marito della prima sorella di darle letteralmente fuoco, a lei ed al figlio che porta in grembo. Una torcia umana che corre tra i muretti a secco del villaggio tra l’indifferenza di chi la osserva, un corpo sciolto dal calore cui nessuno, nemmeno in ospedale, presterà attenzione. L’onore è prima di tutto!
Nella lettura di “Bruciata viva” si prova una sofferenza immensa, si sente l’odore delle piaghe, della carne divorata dal fuoco. Ma non tutto brucia e si consuma. Perché tra le parole di Suad c’è anche il racconto della nascita e della rinascita, quella del figlio che verrà al mondo, perduto e ritrovato; quella di una nuova vita in un paese dove le donne decidono per sé stesse, parlano, studiano, viaggiano, guardano gli uomini negli occhi.
Chi pensa che in queste mie righe ci sia un che di “spoiler”, non ha la minima idea di cosa lo aspetta nella lettura. A chi, invece, avesse voglia di obiettare che sono trascorsi vent’anni da quando queto libro è stato scritto e che, forse, le cose sono cambiate, voglio solo ricordare che Saman, giovane ragazza pakistana di soli 18 anni, rea d’essersi innamorata di un coetaneo, è scomparsa a Reggio Emilia nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio del 2021. Strangolata. Per questo “delitto d’onore” sono indagati i genitori, uno zio e due cugini. ( )
  Sagitta61 | May 8, 2023 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Souadautore primariotutte le edizionicalcolato
Cuny, Marie-thereseautore principaletutte le edizioniconfermato
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A memoir by a young Jordanian woman who was the victim of an "honor crime" describes how she was nearly killed by her own family, her struggle to survive critical burns after being set on fire, and her determination to build a new life for herself.

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