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Sto caricando le informazioni... Cambiare l'acqua ai fiori (2019)di Valérie Perrin
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. InkBooks Reading Challenge 2020 (20/50) sfida 9: libro con un verbo all'infinito nel titolo Minaccia di essere il libro più bello letto quest'anno e mi dispiace che per pigrizia e sottovalutazione me lo sono letto in italiano. La traduzione mi è sembrata comunque di tutto rispetto: si legge bene e senza intoppi. È come leggere 3 o 4 libri in uno: per metà seguiamo la vita quotidiana di un'ex casellante ora guardiana di un piccolo cimitero di paese, tra le sue piccole storie di quotidianità e i continui flash-back nella sua vita di bimba abbandonata alla nascita e mai adottata, sballottata senza affetto tra case famiglia e famiglie affidatarie, adolescente ribelle e troppo presto abbagliata da un uomo più grande di lei, eterno adolescente viziato, che per tutta la vita la tradirà fino ad abbandonarla definitivamente. Arrivati quasi a metà libro, tra presente e passato, suoi, dei suoi colleghi e dei frequentatori del cimitero, mentre si inizia a pensare con un po' di apprensione che, sì, è carino, ma se si andrà avanti per altre 200pagg tra tè, tisane, storie di lapidi e funerali e pettegolezzi di paese rischia di essere un po' palloso ...sbang! Un colpo al cuore. E la storia cambia, rimanendo uguale a se stessa ma monta l'angoscia, ha le potenzialità per diventare un thriller, mentre da un diario un'altra storia iniziata diventa sempre più vivida e un'altra ancora ne appare in sottofondo e altre vite (e morti) le attraversano. Tutte si incroceranno con più o meno incidenza, alcune sono la soluzione della precedente, altre la continuazione in un continuo sovrapporsi di passato più o meno recente dei diversi protagonisti. Una bella costruzione, abbastanza complessa con - mi sembra - solo una sbavaturina verso la fine. nessuna recensione | aggiungi una recensione
Appartiene alle Collane EditorialiDal mondo [edizioni E/O] (Francia) Premi e riconoscimentiElenchi di rilievo
Violette Toussaint is the caretaker at a cemetery in a small town in Bourgogne. Casual mourners, regular visitors, and sundry colleagues-gravediggers, groundskeepers, and a priest-visit her to warm themselves in her lodge, where laughter, companionship, and occasional tears mix with the coffee she offers them. Her life is lived to the rhythms of their funny, moving confidences. But her routine is disrupted by the arrival of the local police chief, who insists on scattering the ashes of his recently deceased mother on the gravesite of a complete stranger. Soon it becomes clear that his inexplicable gesture is intertwined with Violette's own difficult past. With Fresh Water for Flowers, Valérie Perrin has given listeners an intimately told story that tugs on the heartstrings about a woman who believes obstinately in happiness, despite it all. A number one bestseller in France, it is a heartwarming and tender story that will stay with listeners long after they finish Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)843.92Literature French French fiction Modern Period 21st CenturyClassificazione LCVotoMedia:
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Stempera il dolore con un’ironia arguta che ci strappa alla malinconia e ci riporta al pensiero positivo, rinsalda la fragilità dell'esistenza umana con la preziosità delle connessioni che creiamo lungo il nostro cammino. Ci sprona a non sostare troppo nei ricordi, ad andare avanti nonostante il dolore, per scoprire quanto siano importanti e belle le cose semplici della vita. La cucina, le chiacchiere con gli amici, la bellezza di un fiore, le zucchine che si ingrassano nell’orto. Perché nel racconto di Valérie Perrin c’è pure un ché di ritorno alla natura, una specie di ecologia dell’anima oltre che del corpo (non mangia carne), di simbiosi con la terra, il cielo, il mare, i gatti che la seguono tra le lapidi del piccolo cimitero di provincia. Come già in molti hanno voluto sottolineare, "Cambiare l'acqua ai fiori" è una storia di resilienza, ma anche un manuale d’istruzione per riconnettersi con l'essenziale.
La protagonista principale è Violette Toussaint (che già dal nome che in francese significa “giorno dei morti” è tutto un programma), una donna di mezza età, figura affascinante e profondamente umana che lavora come guardiana di un cimitero. La sua vita è stata segnata da tragedie laceranti e il suo lavoro le offre ora un approdo sicuro per elaborare il dolore. Violette si prende cura delle tombe dei defunti e, in un modo o nell'altro, custodisce e conserva con umana passione anche le loro storie ed i segreti che hanno portato con sé nella tomba. La sua crescita e la sua rinascita emotiva sono descritte con grande sensibilità, offrendo al lettore una visione intima del suo mondo interiore. La storia al tempo stesso incanta, usando una scrittura che scorre fluida e suona sempre amichevole, mentre l’intreccio dei personaggi, le loro caratterizzazioni intime, le vicende che li uniscono calamitano pagina dopo pagina chi legge, amplificando l’attesa per un finale che ne nasconde altri, visto che ordito e trama sviluppano un intreccio temporale che disegna più storie e che salta tra il presente ed il passato. E Valérie Perrin è davvero brava nel gestire queste variazioni temporali, mantenendo il controllo del timone e la rotta, nonostante i cambiamenti cronologici.
E’ questo un approccio narrativo che aggiunge una dimensione in cui il senso dell’attesa cresce parallelamente al mistero alla storia, permettendo al lettore di scoprire gradualmente i segreti sepolti nel cimitero e nella vita di Violette, una donna sola, dopo che il marito è partito per un viaggio di sola andata. Fino a quando compare alla sua porta un poliziotto di Marsiglia: la madre ha lasciato scritto nelle ultime volontà che le sue ceneri dovranno riposare sulla tomba di un avvocato a lui sconosciuto, sepolto da anni nel cimitero.
"Cambiare l'acqua ai fiori" si sposta nello spazio e nel tempo oltre che tra due mondi, l’essere e il non essere, ed è per questo che la percezione di ciò che racconta credo muti in funzione dell’età di chi lo legge. Non deve sorprendere, in quanto il tema di un’esistenza terrena che prima o poi finisce, si offre a differenti percezioni in base a quanto ognuno di noi senta più o meno lontano il punto di passaggio dalla vita terrena a quella di un mondo fatto di tutto o di nulla, o rispetto a quanto il peso delle perdite subite nella propria esistenza trovi un equilibrio con le rinascite di chi ci ricorderà o ci dimenticherà.
«Non piangete la mia morte, celebrate la mia vita». In fondo Violette tende una mano ai due mondi, si prende cura dei morti come fa con i vivi, consola e ascolta questi ultimi così come lucida e difende dalle erbacce dell’oblio chi non c’è più, ma è comunque stato. Conosce tutti i nomi sulle tombe, le loro date di nascita e di dipartita, se scorge un sepolcro lasciato all’incuria, se ne prende cura. Violette annota tutto: chi è morto, chi era presente alle esequie, quali sono stati i discorsi e le canzoni dei funerali, le lapidi e gli epitaffi apposti sulla tomba. Violette rappresenta la memoria di coloro che sono scomparsi e, in fondo, pensare che esista qualcuno così ci conforta.
Il libro è una clessidra dove la luce e il buio s’infiltrano uno nell’altro, si perpetuano in questo continuo capovolgimento. “C’è qualcosa più forte della morte, ed è la presenza degli assenti nella memoria dei vivi”. In questo romanzo i nostri ricordi sepolti riemergono con forza, si manifestano senza vergogna e ci rigano il viso e l’anima. ( )