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Modern Classics Garden of the Finzi Continis…
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Modern Classics Garden of the Finzi Continis (Penguin Modern Classics) (originale 1962; edizione 2007)

di Giorgio Bassani (Autore), Jamie Mckendrick (Traduttore)

UtentiRecensioniPopolaritàMedia votiConversazioni / Citazioni
2,063557,835 (3.8)1 / 135
"Pochi romanzi italiani del Novecento sono entrati cos profondamente nel cuore dei lettori come Il giardino dei Finzi-Contini, un libro che riuscito a unire emozioni private e storia pubblica, convogliandole verso un assoluto coinvolgimento narrativo. Un narratore senza nome ci guida fra i suoi ricordi d'infanzia, nei suoi primi incontri con i figli dei Finzi-Contini, Alberto e Micl, suoi coetanei resi irraggiungibili da un profondo divario sociale. Ma le leggi razziali, che calano sull'Italia come un nubifragio improvviso, avvicinano i tre giovani rendendo i loro incontri, col crescere dell'et, sempre pi frequenti. Teatro di questi incontri, spesso e volentieri, il vasto, magnifico giardino di casa Finzi-Contini, un luogo che si imbeve di sogni, attese e delusioni. Il protagonista, giorno dopo giorno, si trova sempre pi coinvolto in un sentimento di tenero, contrastato amore per Micl. Ma ormai la storia sta precipitando e un destino infausto sembra aprirsi come un baratro sotto i piedi della famiglia Finzi-Contini."--… (altro)
Utente:bleuroses
Titolo:Modern Classics Garden of the Finzi Continis (Penguin Modern Classics)
Autori:Giorgio Bassani (Autore)
Altri autori:Jamie Mckendrick (Traduttore)
Info:Penguin Classic (2007), 304 pages
Collezioni:La tua biblioteca
Voto:
Etichette:Fiction

Informazioni sull'opera

Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani (1962)

  1. 51
    Ritorno a Brideshead di Evelyn Waugh (Rebeki)
    Rebeki: Both set prior to the Second World War, with a narrator looking back on time spent with a memorable family in a memorable and evocative setting. Same sense of melancholy and nostalgia.
  2. 10
    The Jewish husband di Lia Levi (Imprinted)
  3. 10
    Lessico famigliare di Natalia Ginzburg (marieke54)
  4. 00
    Yesterday's Streets di Silvia Tennenbaum (Jozefus)
    Jozefus: Het breed opgezette familie-epos van Tennenbaum beschrijft de lotgevallen van twee joodse families uit de gegoede burgerij van Frankfurt am Main, die de verschrikkingen van twee wereldoorlogen meemaken. De intiemere roman van Bassani speelt zich af in het Italië van de jaren dertig: na een bezoek aan de Etruskische graven in Cerveteri blikt de verteller terug op zijn jeugd in Ferrara en op zijn niet-beantwoorde liefde voor het joodse meisje Micòl Finzi-Contini, dat in 1943 met haar ouders naar een Duits concentratiekamp is weggevoerd.… (altro)
  5. 00
    Last Train from Liguria di Christine Dwyer Hickey (marieke54)
  6. 00
    Il conformista di Alberto Moravia (mambo_taxi)
  7. 01
    La Storia di Elsa Morante (roby72)
  8. 01
    A Princess in Berlin di Arthur R. G. Solmssen (Imprinted)
  9. 01
    Gli indifferenti di Alberto Moravia (thecoroner)
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Il racconto sarebbe ispirato alla storia vera di Silvio Magrini, presidente della comunità ebraica di Ferrara dal 1930, e della sua famiglia: la moglie Albertina, l'anziana suocera Elisa, la figlia Giuliana (non identificata, però, con la Micòl del romanzo) e il figlio Uberto[4]. Borghesi, benestanti, di spirito patriottico (Silvio partì volontario nella Grande Guerra), essi abitavano nella villa ferrarese descritta nel romanzo, al numero civico 76 di via Borgo Leoni, col famoso giardino, il campo da tennis e il cane Jor. Rimasti nella città estense dopo la promulgazione delle leggi razziali del 1938, la famiglia Magrini, in seguito all'armistizio dell'Italia con gli Alleati dell'8 settembre 1943 e l'occupazione nazista del Paese, subì il destino persecutorio di tanti altri ebrei italiani. Silvio, rimasto a Ferrara, a settembre venne ricoverato nell'ospedale Sant'Anna dove fu arrestato dai nazifascisti il 15 novembre e deportato nel campo di transito di Fossoli (in provincia di Modena); qui il 26 febbraio 1944 venne caricato su un treno per essere deportato ad Auschwitz col primo convoglio di italiani e ucciso all'arrivo. La moglie Albertina, rimasta inizialmente in campagna con la vecchia madre, scoprì all'inizio del 1944 dell'arresto del marito e, angosciata per la sua sorte, tornò a Ferrara; nel marzo del 1944 fu arrestata da un gruppo di fascisti nella sua casa di via Borgo Leoni e finì anche lei deportata e uccisa a Auschwitz (fonte: Wikipedia)
  MemorialeSardoShoah | May 5, 2020 |
853.914 BAS
  ScarpaOderzo | Apr 13, 2020 |
Riletto dopo tantissimi anni con il massimo piacere. Scritto benissimo si segnala non solo per la storia d’amore tra il narratore e Micòl (che mi ha fatto venire in mente La Pisana delle ‘Confessioni di un Italiano’ di Ippolito Nievo) ma anche e soprattutto per la precisa descrizione dell’ambiente ebraico ferrarese, e più in generale italiano, negli anni del fascismo. Coglie particolarmente nel segno l’evocazione della inconsapevolezza, dell’impreparazione rispetto alle tragedie che si stavano preparando. La ferita profondissima delle Leggi Razziali, pur lasciando il segno, non è bastata ad indurre a prendere provvedimenti. E molti, troppi, come la famiglia Finzi-Contini sono stati irrimediabilmente e incolpevolmente travolti dagli eventi. Un grandissimo libro. ( )
  Marghe48 | Dec 2, 2018 |
A Ferrara, la comunità israelitica e sempre più minacciata dalle leggi razziali. La famiglia dei Finzi-Contini reagisce conducendo una vita appartata, in una grande e lussuosa villa. La loro proprietà e circondata da un maestoso giardino, ammantato da un'aura di mistero. Albert e Micol, i ragazzi della famiglia, decidono di invitare a giocare a tennis, a casa loro, alcuni amici, per lo più ebrei, estromessi dal circolo di tennis cittadino. Il protagonista della storia, che narra in prima persona, entra cosi in questa piccola comunità a cui appartiene anche il milanese Malnate. Nei lunghi colloqui tra il narratore, Micol e gli amici, si intrecciano temi politici e privati e affiora anche un sentimento d'amore tra la giovane ebrea e il protagonista. Questi si vedrà invitato a diradare le sue visite alla villa quando Micol deciderà di chiudere ogni via ai possibili sviluppi di quell'affetto. Il rifiuto prelude alla tragica fine della famiglia: Alberto muore di una grave malattia; Micol e tutti i suoi vengono deportati in Germania e uccisi. Malnate cade in Russia. Per il narratore rimangono i ricordi brucianti di una stagione irripetibile. ( )
  robbimusolesi | Jun 12, 2016 |
L’io narrante de Il giardino dei Finzi Contini vive immerso in questa atmosfera, e di questa atmosfera vuole restituire il sapore, in un romanzo che nasce e si sviluppa sul lento, assiduo movimento del ricordo. Il prologo esordisce con l’immagine della necropoli etrusca di Cerveteri, meta di una scampagnata del protagonista insieme ad alcuni amici, una domenica d’aprile del 1957. La particolarità del luogo suscita nella compagnia una riflessione sulla morte e il ricordo di chi ci ha lasciato, sempre più labile con il passare degli anni, fino a dissolversi del tutto. «Perché le tombe antiche fanno meno malinconia di quelle più nuove?» chiede Giannina, la più piccola del gruppo, ed è come se da questa domanda scaturisse il flusso narrativo che dà vita all’intero romanzo, una grande “intermittenza del cuore” a recuperare un tempo passato, ma solo per accorgersi che mai, neppure quando era presente, lo si è posseduto veramente. «Io riandavo con la memoria agli anni della mia prima giovinezza, e a Ferrara, e al cimitero ebraico posto in fondo a via Montebello». Non è un caso che sia proprio un cimitero ad aprire la lunga rassegna di ricordi dell’io narrante; le immagini di morte sono ricorrenti nel romanzo, avvolte di un’aura mai lugubre o drammatica, ma dolcemente malinconica. Anche della tragedia umana dei Finzi Contini, illustre famiglia ebraica travolta e distrutta nei campi di sterminio nazisti, il lettore non avverte l’orrore e l’immane peso storico, ma solo il languore elegiaco di un amore perduto.

All’epoca delle leggi razziali, un gruppo di giovani ebrei benestanti di Ferrara si trova escluso dai circoli sportivi, dalle biblioteche e dai luoghi di ritrovo pubblici: è l’occasione che spinge gli alteri Finzi Contini a sciogliere il proverbiale riserbo, mettendo il loro leggendario giardino a disposizione dei giovani, ebrei e non, coetanei dei figli Alberto e Micol. Il giardino diventa così un luogo sospeso, a-storico, dove lo spensierato snobismo dei suoi nobili abitanti sembra voler cancellare con la noncuranza e il disinteresse quanto sta avvenendo oltre le mura secolari che ne delimitano i confini. Il fascino misterioso e antico di questo microcosmo, apparentemente inattaccabile, del tutto bastante a se stesso, attrae irresistibilmente il protagonista, che si innamora di Micol, parte di quel mondo ma, nello stesso tempo, l’unica a saperlo guardare con distacco e con triste ironia, l’unica che, talvolta, provi a scavalcare quelle mura, come faceva fin da ragazzina, eludendo la sorveglianza di portinai e governanti.

Ma questo amore appassionato e struggente non verrà mai vissuto: Micol lo allontana, consapevole che le persone troppo simili non possono amarsi davvero, perché «l’amore (così almeno se lo figurava lei) era roba per gente decisa a sopraffarsi a vicenda, uno sport crudele, feroce […] da praticarsi senza esclusione di colpi e senza mai scomodare, per mitigarlo, bontà d’animo e onestà do propositi»; e forse (ma è un dubbio, solo un dubbio che l’io narrante non vuole sciogliere, né per se stesso né per i lettori), forse Micol un amore di questo tipo lo ha trovato, in Malnate, giovane frequentatore del giardino, milanese, comunista militante, che guarda alla vita e alla storia con ben altra energia e concretezza che i Finzi Contini. Alla fine del romanzo, la rinuncia del protagonista a Micol corrisponde con la sua entrata nella vita vera, con tutto il suo peso di dolore e responsabilità, con la nuova consapevolezza che il mondo protetto e incantato de Il giardino dei Finzi Contini si reggeva solo su valori appartenenti al passato, che le parole di Micol erano «le solite parole ingannevoli e disperate che soltanto un vero bacio avrebbe potuto impedirle di proferire».
  Cerberoz | Jan 25, 2012 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Giorgio Bassaniautore primariotutte le edizionicalcolato
Arnaud, MichelTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Elensky, TorbjörnPrefazioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Haar, Jan van derTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
McKendrick, JamieTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Meijsing, GeertenPostfazioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Montale, EugenioCollaboratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Romein, A.J.Traduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Törne-Arfwedson, Elisabeth vonTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Traats, JokeTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Weaver, WilliamTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
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Epigrafe
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The heart, to be sure, always has something to say about what
is to come, to him who heeds it. But what does the heart know?
Only a little of what has already happened.
 - I promessi sposi, chapter viii
Dedica
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To Micol
Incipit
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For many years I wanted to write about the Finzi-Continis - about Micol and Alberto, about Professor Ermanno and Signora Olga - and about all the others who inhabited or, like me, frequented the house in Corso Ercole I d'Este, in Ferrara, just before the outbreak of the last war. (Prologue)
The tomb was big, massive, really imposing: a kind of half-ancient, half-Oriental temple of the sort seen in the sets of Aida and Nabucco in vogue in our opera houses until a few years ago.
Citazioni
Ultime parole
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Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese (2)

"Pochi romanzi italiani del Novecento sono entrati cos profondamente nel cuore dei lettori come Il giardino dei Finzi-Contini, un libro che riuscito a unire emozioni private e storia pubblica, convogliandole verso un assoluto coinvolgimento narrativo. Un narratore senza nome ci guida fra i suoi ricordi d'infanzia, nei suoi primi incontri con i figli dei Finzi-Contini, Alberto e Micl, suoi coetanei resi irraggiungibili da un profondo divario sociale. Ma le leggi razziali, che calano sull'Italia come un nubifragio improvviso, avvicinano i tre giovani rendendo i loro incontri, col crescere dell'et, sempre pi frequenti. Teatro di questi incontri, spesso e volentieri, il vasto, magnifico giardino di casa Finzi-Contini, un luogo che si imbeve di sogni, attese e delusioni. Il protagonista, giorno dopo giorno, si trova sempre pi coinvolto in un sentimento di tenero, contrastato amore per Micl. Ma ormai la storia sta precipitando e un destino infausto sembra aprirsi come un baratro sotto i piedi della famiglia Finzi-Contini."--

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