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Sto caricando le informazioni... La peste (1947)di Albert Camus
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![]() ![]() La peste si insinua in Orano, fa morìa prima di topi e poi di esseri umani. La gente all'inizio si rifiuta di crederci e finanche di pensarci, ma quando l'epidemia germoglia e si espande incontrollata e indominabile, la città viene chiusa e gli abitanti prigionieri devono fronteggiare il flagello. Metafora dell'Europa investita dal nazismo, o dalla seconda guerra mondiale, o di una qualunque comunità umana colpita da una qualche catastrofe; comunque sia, questa vicenda viene raccontata con un tono distaccato, noncurante e molto posato (mi vien da definirlo "antidrammatico") che secondo me rende il racconto un po' insipido. L'autore analizza con finezza gli atteggiamenti, le reazioni e i sentimenti di alcuni personaggi principali e della cittadinanza nel suo complesso, ma io non sono riuscito a trovare tutto ciò interessante (forse perché sono gli atteggiamenti, le reazioni e i sentimenti che in una situazione del genere sono del tutto normali e attesi). Il romanzo è ben costruito ma mi è parso abbastanza convenzionale, persino un po' imbalsamato. Forse dipende più dal lettore e dai suoi limiti che dall'opera, che è generalmente considerata di notevole valore, ma questo libro non mi ha detto nulla di nuovo o di interessante. L'edizione in mio possesso è un vecchio libro che avevo in casa e che solo ora mi sono deciso a leggere; risale al 1963, e infatti la traduzione ha un sapore un po' datato. I flagelli si assomigliano tutti, i batteri del male sono in ognuno di noi ma il bene di grand lunga supera il male E' un bel libro non bellissimo in quanto crudo molto incentrato su episodi di sofferenza, che forse non avrei finito. E' pieno di spunti di riflessione è un libro sul senso della vita che si scopre ancora di più quando questa è messa in da un flagello che accomuna tutti. Il parallelismo peste-nazismo è fin troppo evidente, ma è molto bello. Il senso della vita è come si ama e come si muore. Il male colpisce, quando meno te lo aspetti.... Pag 5 Una maniera facile per fare la conoscenza di una città è quella di cercare come si lavora, come si ama e come si muore. Nella piccola città di Orano ci si annoia. PAg 6 Orano è una città che non ha neanche il sospetto che il ritmo possa cambiare. PAg 6 Orano è scomodo morire un malato ha bisogno di tenerezza. A Orano tutto richiede salute gli eccessi del clima, il frenetico lavoro. PAg 7 A Orano sono favorite le abitudini. Un cronista non può non tenere conto delle contraddizioni. PAg 8 Il Dott. Rieux trova due sorci morti nel palazzo (16 aprile) PAg 10 Il dottore accompagna la moglie al treno per andare in montagna a cambiare aria. PAg 12 Rieux parla con un giornalista ha simpatia per i propri simili ma è deciso a rifiutare ingiustizia e compromessi (come Saint Just). PAg 13 I sorci moribondi sono in tutto il quartiere. Il Dott. Rieux telefona all'ufficio comunale per la derattizzazione. PAg 15 la tranquillità è sconvolta dai topi. PAg 19 Il primo caso il portiere Rieux tenta ascesso di fissazione con Terebertina. PAg 20 il portiere muore. Quando inizia a morire qualcuno dei ceti più alti paura e riflessioni incominciano a intaccare le abitudini. PAg 20-21 Jean Tarrau scrive su taccuini cose irrilevanti. Storico di quello che non ha storia. PAg 23 La sola cosa che interessa a Tarreau è la pace interiore. PAg 25 Venti casi in pochi giorni tutti mortali i medici si consultano tra di loro. PAg 30 Compare la parola peste tutti non la dicevano in quanto era stata debellata. PAg 30 Rieux esitava ere impreparato per un flagello. La guerra è troppo stupida per continuare. La stupidaggine insiste sempre, ce se ne accorgerebbe se non si pensasse sempre a se stessi. I nostri concittadini come tutti pensavano a se stessi in altre parole erano umanisti non credevano ai flagelli. Il flagello non è commisurato all'uomo. PAg 31 I cittadini di Orano si credevano liberi, ma nessuno è libero finchè ci sono i flagelli. PAg 37 Grand gli promettono un posto da redattore, ma rimane ausiliario municipale. Non trova le parole per rivendicare quanto promesso e adatta i bisogni alle risorse. Grand un uomo raro ha il coraggio dei suoi buoni sentimenti. Pag 40 Il dott. Rieux davanti al prefetto dice anche se non c'è certezza che sia peste bisogna applicare misure di profilassi per evitare che mezza città muoia. Pag 44 Cottard dice che un'artista ha più diritto di un'altro, gli si perdonano più cose. Anche Rieux come Cottard ha bisogno di calore umano. PAg 49 Le pulci dei ratti trasmettono la peste. Pag 50 Dopo che arriva il dispaccio che dichiara lo stato di peste e la città viene chiusa, la peste diventa cosa di tutti. PAg 54 la prima cosa che la peste recò agli Oranesi fù l'esilio PAg 56 Provarono la profonda sofferenza di tutti i prigionieri e di tutti gli esiliati che è vivere con una memoria che non serve a nulla. Il solo mezzo per sfuggire a una tale insopportabile vacanza era quello di far correre la fantasia. Pag 59 C'erano sentimenti comuni come separazione e paura, ma si continuavano a mettere in prima linea le personali preoccupazioni. PAg 66-67-68 Il giornalista Rambert chiede un certificato al dott. Rieux che spiani la via per tornare a Parigi dall'amata, ma il dott. Rieux lo rifiuta. Pag 68 Quando l'astratto comincia a uccidere bisogna pur occuparsi dell'astratto. PAg 69 Diagnosticare la peste significa far portare via il malato allora momenti di isteria. Pag 70 Ci si stanca della pietà, quando la pietà è inutile. Rieux cambia il proprio carattere. Pag 72 La peste aveva dato alla gente un singolare modo di pensare definibile obiettività. PAg 71-72-73-74 Il prete nella predica dice nella prima parte che la peste è una punizione divina. PAg 75 Dio non è tiepido nell'amore, andare la domenica a messa non basta. Dio è la verità e la sola maniera d'amore PAg 75 Adesso voi sapete che bisogna giungere all'essenziale. PAg 76 I cristiani di Abissinia vedevo la peste come un mezzo efficace per l'eternità e chi sopravviveva si avvolgeva nelle lenzuola dei malati per morire. Pag 76...la volontà divina trasforma il male in bene. Pag 80 Grand legge il proprio romanzo a Rieux PAg 82-83 Rambbert il giornalista si perde in tentativi e il vantaggio di ciò e che tutto questo nascondeva i progressi della peste e i giorni passavano più in fretta. PAg 85 Rambert nella stanza d'aspetto della stazione toccava quella sorta di tremenda libertà che si trova in fondo alla miseria. I primi calori si accompagnarono con un vertiginoso aumento delle vittime 700 alla settimana. Pag 87 Era questa una delle grandi rivoluzioni tutti i nostri concittadini di solito accolgono l'estate con allegria. Quell'estate il mare era proibito. Molti succhiavano le pasticche di menta per prevenire il contagio. Pag 88 Un terremoto si contano i vivi e i morti e il gioco è fatto. Ma questa porcheria di peste anche quelli che non ce l'hanno la portano nel cuore. PAg 89 "Soltanto nel momento della sventura ci si abitua alla verità ossia al silenzio" PAg 90 L'asmatico dice a Tarrou che la vita dell'uomo nella prima parte è un'ascesa nella seconda una discesa e le giornate non gli appartengono più PAg 96 Tarrau vuole organizzare squadre di volontari. Pag 97 Rieux dice "La peste può servire a maturare qualcuno. Ciononostante quando si vedono la miseria e il dolore che porta bisogna essere pazzi, ciechi o vili per rassegnarsi" Pag 99 Rieux "Se l'ordine del mondo è regolato dalla morte, forse val meglio per Dio che non si creda in lui e che si lotti con tutte le nostre forze" PAg 100 Tarrau a 1 probabilità su 3 di sopravviere e cita l'esempio della città in persia sterminata interamente tranne chi lavava i morti. Rieux chiede a Tarrau "che cosa la spinge" Tarrau "la mia morale la comprensione". Pag 101 Non dare troppo pregio alle buone azioni se no si pensa siano rare. Il male viene dall'ignoranza e la buona volontà può fare guai se non illuminata. Il vizio più disperato è quello dell'ignoranza che crede di saper tutto allora autorizza a uccidere. PAg 102 Per i cittadini che rischiano la vita si trattava di decidere se erano nella peste e se bisognava combatterla Pag 103 il narratore ritiene che Grand fosse il vero rappresentate di quella virtù tranquilla che anima le formazioni sanitarie (registrava tutto) Pag 106 ..il narratore propone quest'eroe insignificante e sbiadito che non aveva per se che un pò di bontà di cuore e un'ideale apparentemente ridicolo. Pag 107 Rambert lottava per impedire alla peste di soverchiarlo. Pag 108 Cottard si era immischiato nel contrabbando dei generi razionati. Pag 115 In tutti gli eserciti del mondo si supplisce alla mancanza di materiale con gli uomini. Pag 123 Cottard ha inventato d'impiccarsi per un errore che lo avrebbe portato alla prigione. Pag 125 Rambert "la peste consiste nel ricominciare" Pag 126 Io ne ho abbastanza delle persone che muoiono per un'idea. Non credo all'eroismo, so che è facile e ho imparato che è omicida. Quello che m'interessa è che si viva e che si muoia di quello che si ama. Pag 126 Rieux "la sola maniera per lottare contro la peste è l'onestà" Sezione III Pag 129 Non c'erano più destini individuali, ma una storia collettiva. PAg 133 la sola misura che impressionò gli abitanti fu il coprifuoco. PAg 134 I funerali massima rapidità e minimo dei rischi. Pag 135 All'inizio erano urtate le famiglie ma dopo assorbite dalla coda e dalle formalità per mangiare. Pag 139 Nulla è meno spettacolare d'un flagello per la loro durata, le grandi sciagure sono monotone. Pag 140 Insomma i concittadini avevano memoria, ma una fantasia insufficiente. Nella seconda fase persero anche la memoria. Pag 141 Il dott. Rieux: .. il male è proprio questo e che l'abitudine alla disperazione è peggio della disperazione stessa. L'amore richiede un po' di futuro e per noi non c'erano che attimi. PAg 142 La città non era popolata che da dormienti. PAg 143 La peste aveva eliminato i giudizi di valore. Nessuno si occupa più della qualità de cibo e dei vestiti. Sezione IV PAg 146 L'indifferenza che s'immagina propria ai combattenti delle grandi guerre esauriti dalle fatiche preoccupati soltanto di non mancare al dovere quotidiano. PAg 147 Rieux la sensibilità gli sfuggiva. Pag 148 Quando si è dormito 4 ore si vedono cose come sono ossia secondo giustizia. PAg 149 Ma il più pericolo effetto dell'esaurimento non era l'indifferenza, ma l'incuria. Giunsero a trascurare sempre più frequentemente le regole igieniche codificate. Insomma scommettevano sul caso e il caso non è di nessuno. Pag 149 C'era in città un uomo che non pareva ne esaurito ne scoraggiato: Cottard. PAg 150 Cottard preferisce essere assediato con tutti che prigioniero da solo. Pag 154 Si suona l'opera lirica Orfeo di Gluck Pag 161 Rambert rinuncia a fuggire ormai si sente parte di Orano. Questa storia riguarda tutti Pag 164-168 Sperimentano un serio nuovo sul figlio del giudice ma muore. Pag 171 la gente si affida alle superstizioni. PAg 172 Padre Paneloux predica per la seconda volta la prova più crudele è benefica per il cristiano. Pag 173 C'era il male apparentemente necessario e il male apparentemente inutile. La religione in tempo di peste è diversa l'anima deve essere eccessiva nei tempi di sventura. Il beneficio di quest'epoca è o tutto o nulla. Pag 176 L'amore di Dio è un amore difficile: suppone un totale abbandono di se stessi e il disprezzo della propria persona. PAg 181 Paneloux il prete muore ma è un caso dubbio di peste. Il giorno dei morti assume una valenza diversa non è più il giorno in cui giustificarsi, ma i morti erano intrusi da dimenticare. Pag 189 Rieux e Tarrou vanno sulla terrazza della casa dell'asmatico. Si sta bene e come se la peste non fosse mai salita. Pag 190-191-192-193 Tarrou figli di un pubblico ministero che chiede parecchie condanne a morte si impegna in politica per lottare contro la pena di morte. Siano al giorno in cui ha veduto un'esecuzione in Ungheria. Pag 194 Ho capito allora che io, non avevo finito di essere un appestato, durante i lunghi anni in cui credevo con tutta l'anima di lottare contro la peste. Ho persino saputo di aver indirettamente firmato la morte di migliaia di uomini trovando persino buoni principi. Pag 195 Tarrou io so di scienza certa che ciascuno la porta in se la peste e che nessuno ne è immune. Il microbo è cosa naturale, il resto salute purezza sono effetto della volontà. Dal momento in cui ho rinunciato a uccidere mi sono condannato ad un definitivo esilio. Saranno gli altri a fare la storia PAg 196 Ho deciso di mettermi dalla parte delle vittime, in ogni occasione per limitare il male. In mezzo a loro posso almeno cercare come si giunga alla terza via la pace. Pag 197 Essere un santo senza Dio è il solo problema che io conosca. Pag 198 Rieux e Tarrou fanno un bagno nudi di notte grazie ai loro lasciapassare che permettono di accedere al molo. Pag 200 Il giudice Othon finita la quarantena si arruola con i volontari per sentirsi meno lontano dal figlio. Pag 203 Grand rischia di morire e brucia il manoscritto 50 pagine con la stessa frase in diverse forme. PAg 204 Regresso del contagio e ricompaiono i topi. Sezione V PAg 205 Anodine Pag 206 Il giudice Othon muore. PAg 208 La peste al 25 gennaio è arginata Pag 210 la liberazione, avvicinadosi aveva un volto in cui si mescolavano lacrime e risa. Pag 214 Cottard viene avvicinato da 2 funzionari e scappa PAg 216-217 Tarrou si ammala proprio quando stanno per aprire le porte. Una volta di più la peste si adopera a stupire (???strana quest'affermazione) PAg 221 Tarrou muore. Pag 221 Rieux sentiva che stavolta era la definitiva sconfitta, quella che termina le guerre e della stessa pace fa una pensa senza guarigione. Pag 222 Non vi è pace senza speranza PAg 223 Tarroux aveva vissuto nello strazio e nella contraddizione senza speranza...La moglie di Rieux è morta Pag 224 L'amore e l'affetto che i mesi di peste avevano ridotto all'astratto ora era il momento dei corpi del concreto. PAg 225 Il fumo del treno rompe il senso d'esilio Pag 226 L'eguaglianza che la presenza della morte non era riuscita a realizzare, la gioia della libertà stabiliva, almeno per alcune ore. Pag 227 Negavano contro ogni evidenza che noi avessimo mai conosciuto un mondo insensato, in cui l'uccisione di un uomo era quotidiana....negavano che eravamo stati un popolo stordito. Questo era evidente al dott. Rieux. Il suo mestiere continuava non c'è vacanza per i malati. Pag 228 Dal momento in cui le porte erano state chiuse non erano più vissuti che nella separazione erano stati tagliati fuori dal calore umano che fa tutto dimenticare. Alcuni, sovente senza saperlo, soffrivano di essere messi fuori dell'amicizia di non poterli raggiungere con i mezzi lettere e treno. Altri come Tarroux aveva desiderato la pace. Pag 229 Quanto al significato che potevano avere l'esilio e il desiderio di ricongiungimento, Rieux non sapeva nulla....non è importante che tali cose abbiano un significato o no, ma che bisogna soltato vedere la risposta data alla speranza degli uomini. ...Una cosa che si può desiderare sempre e ottenere talvolta è l'affetto umano. Coloro come Tarroux che si erano rivolti al di sopra dell'uomo non c'era stata risposta. Pag 230 Bernard Rieux confessa di essere l'autore Pag 231 Cottard assediato dagli agenti spara sulla folla PAg 235 Quello che si impara dai flagelli che negli uomini ci sono più cosa da ammirare che da disprezzare. Tutti gli uomini che non potendo essere santi e rifiutandosi di ammettere i flagelli si sforzano di essere medici Orano è colpita da un’epidemia inesorabile e tremenda. Isolata con un cordone sanitario dal resto del mondo, affamata, incapace di fermare la pestilenza, la città diventa il palcoscenico e il vetrino da esperimento per le passioni di un’umanità al limite tra disgregazione e solidarietà. La fede religiosa, l’edonismo di chi non crede alle astrazioni, ma neppure è capace di “essere felice da solo”, il semplice sentimento del proprio dovere sono i protagonisti della vicenda; l’indifferenza, il panico, lo spirito burocratico e l’egoismo gretto gli alleati del morbo. Scritto da Camus secondo una dimensione corale e con una scrittura che sfiora e supera la confessione, La peste è un romanzo attuale e vivo, una metafora in cui il presente continua a riconoscersi.
Extraordinary....There are things in this book which no reader will ever forget. Of such importance to our times that to dismiss it would be to blaspheme against the human spirit. A perfect achievement. Chaos prevails when the bubonic plague strikes the Algerian coastal city of Oran. A haunting tale of human resilience in the face of unrelieved horror, Camus' novel about a bubonic plague ravaging the people of a North African coastal town is a classic of twentieth-century literature. Appartiene alle Collane EditorialiDelfinserien (49) Gallimard, Folio (42) Le livre de poche (0132) — 11 altro Modern Library (109.2) Nobelpreisträger Coron-Verlag (weiß) (1957 (Frankreich)) Penguin Modern Classics (1472) Pocket Edhasa (6) rororo (0015) È contenuto inContieneHa ispiratoHa uno studioHa come guida per lo studente
Chaos prevails when the bubonic plague strikes the Algerian coastal city of Oran. A haunting tale of human resilience in the face of unrelieved horror, Camus' novel about a bubonic plague ravaging the people of a North African coastal town is a classic of twentieth-century literature. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche
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