Per rappresentare la classe ed il talento di uno dei più grandi maestri del fumetto italiano, Milo Manara, i curatori di questa collana di Repubblica scelgono due episodi di Giuseppe Bergman, uno dei protagonisti delle prime opere di Manara. La prima storia è H.P. e Giuseppe Bergman, dove H.P. è l’acronimo del maestro del maestro, Hugo Pratt; Bergman affronta un lungo viaggio in un’avventura che spesso entra in una dimensione quasi onirica, accompagnato dal suo mentore, Pratt; il viaggio parte da un battello in Amazzonia, ma man mano le storie si dipanano per poi intrecciarsi in un continuo accavallarsi di sorpresa, come più volte dice Bergman, alla ricerca dell’avventura. La seconda storia, le avventure asiatiche di Giuseppe Bergman hanno una diversa dimensione, in quanto Giuseppe Bergman viene retrocesso da protagonista a interprete; l’indiscussa protagonista è Tosca, una bellissima donna che parte in un lungo viaggio in India. Soprattutto nella seconda storia si intravvedono le qualità di Manara che verranno successivamente meglio declinate nei suoi lavori successivi.

Recensione del 5 novembre 2008
Nell’albo vengono proposte le strisce di Giuseppe Bergman. Donne, molte donne, ma non le stupende e sensuali donne delle storie di Manara. Ma donne. L’avventura, o meglio, le avventure di Bergman tracciano il filo conduttore del desiderio di avventura di un lettore di fumetti. Amazzonia, Asia, città, misteri, imprevisti ed imprevedibile. Il tratto di Manara è elegantissimo. Straordinario quando l’oggetto diventa una donna. Eccelso quando è soggetto. Al solito Manara racconta storie che sono al limite; ma quelle di Giuseppe Bergman sono interessanti proprio perché tra pirati, mozzi o capitani, alla fine prevale il senso di normalità. Chiaramente siamo nell’ambito di un capolavoro. ( )