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L'assassinio del Commendatore. Libro secondo…
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L'assassinio del Commendatore. Libro secondo (originale 2017; edizione 2019)

di Haruki Murakami (Autore)

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3421775,698 (3.91)Nessuno
The story starts when a 36 year old artist got connected by an agent to draw for a mysterious client. He found out that there is a art piece named Killing Commentator under the collection of that mysterious client? His life takes on a dramatic turn when he met the commendatore!
Utente:scaredda
Titolo:L'assassinio del Commendatore. Libro secondo
Autori:Haruki Murakami (Autore)
Info:Einaudi (2019), 434 pages
Collezioni:La tua biblioteca
Voto:****
Etichette:narrativa, Giappone

Informazioni sull'opera

Killing Commendatore, Part 2 of 2 di Haruki Murakami (2017)

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Vale il commento del primo libro anche se questa seconda parte è meno affascinante. ( )
  permario | Oct 10, 2019 |
Murakami Haruki (2017). L’assassinio del commendatore. Libro primo: Idee che affiorano (trad. it. Antonietta Pastore). Torino: Einaudi. 2018. ISBN: 9788858429662. Pagine 411. 11,99€

Murakami Haruki (2017). L’assassinio del commendatore. Libro secondo: Metafore che si trasformano (trad. it. Antonietta Pastore). Torino: Einaudi. 2019. ISBN: 9788858430255. Pagine 434. 10,99€

Mettiamo sùbito le cose in chiaro: Murakami Haruki ha scritto un romanzo in un solo volume (Kishidanchō Koroshi) e in tutto il mondo è stato pubblicato appunto in un solo volume nel 2018 (ad esempio, in lingua inglese è intitolato Killing Commendatore, è lungo 704 pagine ed è uscito il 9 ottobre 2018: se non vi fidate, andate a vedere qui). In Italia no: l’editore Einaudi ha scelto di far uscire il romanzo in due volumi, a distanza di un anno l’uno dall’altro. Un altro romanzo di Murakami, 1Q84, in tre libri, era uscito in tutto il mondo in due volumi, e lo stesso era successo da noi. Quindi, sospetto che Einaudi abbia cercato di fare una furbata: due volumi si vendono a un prezzo quasi doppio rispetto a un solo volume, l’operazione 1Q84 era andata alla grande, il pubblico di Murakami è fatto prevalentemente di fan completisti… Tutto bene quindi? No, perché aspettare sei mesi per finire di leggere un libro lasciato a metà è frustrante e irritante. Tanto più che – nonostante ai due volumi sia stato dato un sottotitolo – la cesura risulta del tutto innaturale: non un cliffhanger, sei lasciato a metà, e basta.

Non è – a parer mio, ma non sono il solo a dirlo – il più bello dei romanzi di Murakami. E quindi potete tranquillamente boicottare l’editore italiano.

Non sono uno di quei fan indefettibili di cui parlavo prima. Però mi era piaciuto moltissimo 1Q84. Come in quel romanzo, anche qui la musica la fa da padrona, tanto che anche in questo caso circolano playlist (come in The Music Shop, recensito qui). E, naturalmente, il Commendatore del titolo è proprio lui, il convitato di pietra del Don Giovanni di Mozart e Da Ponte.

Anche in questo romanzo c’è una componente misteriosa, che però vira più verso il soprannaturale che verso il fantascientifico (andrebbero messi tra virgolette entrambi gli aggettivi – come vorrebbe .mau. – dato che stiamo pur sempre parlando di Murakami). E, purtroppo, lo scioglimento (che non vi racconto per non rovinarvi la lettura) è molto deludente, almeno per me. Un sasso gettato nell’acqua, ma dopo qualche centinaio di pagine di cerchi concentrici l’acqua torna uno specchio immobile, com’era all’inizio (metafora – o meglio similudine – trita e non del tutto appropriata).

Al di là della narrazione, percorre il romanzo una vena di riflessione sulla creazione artistica, che riguarda il ritrattista protagonista del libro, il suo vecchio padrone di casa e l’autore stesso. Il romanzo, la creazione artistica è un viaggio, è un aprire porte, uno scoperchiare segreti, un girovagare nella case degli altri e nella propria, una serie di incontri. Che cos’è reale? Che cos’è un’idea? Che differenza c’è tra un luogo, un’idea, una persona? Alla fine di tutto questo girovagare si torna al punto di partenza. Cresciuti? Arricchiti dal viaggio? Non necessariamente (e forse la delusione viene da qui).

Molti i difetti riscontrati nel libro, e non solo da me. Molte le ossessioni dell’autore che emergono: Akira Kurosawa, Bruce Springsteen, il grande Gatsby. Persino le tette: il Guardian ha contato più di 80 menzioni. A volte la stranezza sembra ricercata in sé e per sé:

“Nothing odd works long,” Martin Amis once said. What’s so confounding here is the way Murakami squanders his meticulous work in creating Menshiki to settle for his own authorly comfort zone. A purer homage to Gatsby would have been far more compelling, but Murakami likes to break his stories off at a crucial point. He scatters ideas and references like windblown seeds. You never know which narrative turn he will take next and you suspect he doesn’t either.” (Johanna Thomas-Corr. “Killing Commendatore by Haruki Murakami review – a sprawling Gatsby for the Google age. A homage to Scott Fitzgerald’s classic is undone by too many narrative threads“. The Guardian. 7 ottobre 2018).

Alla fine – complici anche le circostanze: ho letto il primo volume nell’ottobre del 2018 e il secondo nel febbraio di quest’anno – mi restano del romanzo alcune immagini e alcune scene sconnesse, e un’aura complessiva di indeterminatezza sognante (“dreamlike indeterminacy”, come scrive Hari Kunzi nella recensione comparsa sul New York Times il 4 mpvembre 2018, “In Haruki Murakami’s New Novel, a Painter’s Inspiration Is Supernatural“).

Decisamente, non all’altezza delle aspettative. Bella la traduzione, salvo qualche inspiegabile caduta (“dei pneumatici”! l’umidità della brina, Billy Holiday…). Alcune pagine, però, sono memorabili. Comincio dalle citazioni dal primo volume:

Se ho capito che la malmenava è perché sul suo corpo nudo ho notato qua e là lividi e cicatrici. (pos. 129)

«Giorno dopo giorno, semplicemente, produco il nulla». (pos. 730: è una citazione di Debussy)

Sai, quella sensazione che una spina di pesce ti sia rimasta in gola… (pos. 1407)

A lui sembrò di venire divorato nell’oscurità da un animale sconosciuto: questa fu l’immagine torbida che si formò nella sua mente. (pos. 2220)

Dalle casse Tannoy arrivava un suono stabile e profondo. Sono le migliori per ascoltare la musica classica, soprattutto la musica da camera, benché il marchio non sia dei piú noti. E gli amplificatori con valvole termoioniche sono i piú adatti alle casse vecchio modello. (pos. 2573: pubblicità occulta?)

[…] ulcerato e dolente […] (pos. 2667)

Qualcuno ha detto che al mondo i martelli esistono per piantare i chiodi , e i chiodi per essere piantati dai martelli. Chi è stato? Nietzsche? Schopenhauer? Oppure nessuno si è mai sognato di dire una cosa del genere? (pos. 2823)

Gli altoparlanti diffondevano Fool on the Roof in un adattamento per strumenti ad arco. Chi l’aveva composta, quella canzone? John Lennon o Paul McCartney? Non lo ricordavo. Forse John Lennon. Non me ne fregava nulla, ma non sapevo a cos’altro pensare. (pos. 3282: la canzone è The Fool on the Hill, è notoriamente di Paul McCartney ed è una presa in giro di Maharishi Mahesh Yogi, al cui monastero i quattro erano andati a imparare la meditazione trascendentale. L’errore è imperdonabile per qualunque beatlesologo)

«A volte ci sono delle cose che una persona è meglio non sappia», mi aveva detto. E forse aveva ragione. Ci sono verità che è meglio ignorare. Ma non si può restare all’oscuro per sempre. Prima o poi, a tempo debito, anche tappandoci bene le orecchie, il rumore della verità arriva a morderci il cuore. (pos. 3512)

Alla verità inconfutabile, preferisco una possibilità che lasci spazio al dubbio. Scelgo di affidarmi all’incertezza. (pos. 4325)

Non è detto che l’obiettività valga piú della soggettività. Che la verità faccia luce e spazzi via un’idea ingannevole. (pos. 4623)

La verità è una rappresentazione, – continuò, – e la rappresentazione è verità. (pos. 4640)

Rifiutare la prima offerta è una regola fondamentale, in affari. (pos. 4653)

Ero in preda a una paralisi emotiva. Quella paralisi che il cuore genera automaticamente davanti a un dolore violento, quando si desidera fortemente qualcuno ma, questo qualcuno, non lo si può avere. Un’anestesia dell’anima. (pos. 4846)

[…] umide di brina […] (pos. 5163: la brina è ghiacciata, e dunque non umida; forse voleva scrivere rugiada, e forse l’errore è della traduttrice)

Citazioni dal secondo volume:

Guardando la mezza luna che si stagliava chiaramente nel cielo sopra la mia testa, non provavo alcun senso di claustrofobia (pos. 607)

Pezzi di ghiaccio disseminati nel cielo. Ghiaccio durissimo, che esisteva da milioni di anni, senza mai sciogliersi . (pos. 796)

Del tutto ordinario, magari, ma insostituibile […] (pos. 2758)

[…] un vecchio coi capelli bianchi, pieno di rughe, che procedeva lentamente ma con costanza verso lo sfacelo fisico. (pos. 2907)

Faccialunga ci pensò su per un bel po’.
Poi declamò: – Era uno che si notava. Come un uomo con un berretto a cono arancione in una strada affollata. Non solo non era di categoria superiore!
Tanto per cominciare, non era nemmeno una metafora.
– Non è una metafora, è una similitudine, – gli feci notare.
– Mi scusi, signore. (pos. 3323)

[…] ostriche piccole, accompagnate da daikon grattugiato e Chablis ben freddo. (pos. 4274)

Per ciò che ha una forma, il tempo è importantissimo. (pos. 4884) ( )
  Boris.Limpopo | Jun 11, 2019 |
Splendido romanzo, enigmatico pieno di trovate spiazzanti e di personaggi favolosi. Si legge tutto d'un fiato. ( )
  zinf | Mar 4, 2019 |
Il secondo volume completa questo romanzo con qualche sorpresa. La componente quasi “mistica” diventa predominante. Il personaggio principale attraversa un mondo parallelo di metafore, irreale ma forse un po’ reale.
In definitiva un bel romanzo, che ricalca lo stile di Murakami. Anche se forse sta diventando un po’ “prolisso” nel racconto. Ogni tanto infatti ci si chiede il perché della lunghezza di certe pagine... ( )
  scaredda | Feb 16, 2019 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Haruki Murakamiautore primariotutte le edizionicalcolato
Fennema, ElbrichTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Gräfe, UrsulaÜbersetzerautore secondarioalcune edizioniconfermato
Van Haute, LukTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
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Titolo originale
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Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
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Epigrafe
Dedica
Incipit
Citazioni
La bellezza della natura si offre equamente a tutti, poveri e ricchi, senza fare discriminazioni. Come il tempo… anzi no, per il tempo non funziona così; con i soldi, i ricchi possono comprarsi quanto tempo vogliono.
Ah, davvero? pensai. Avevo i miei dubbi, non me lo vedevo proprio, Menshiki, al volante di una Prius. Era come immaginare un leopardo ordinare una ‘salade niçoise’.
«I muri originariamente servono a proteggere la gente. Proteggerla dai nemici esterni, dalle intemperie. A volte però vengono usati per dividerla. Un muro alto e solido rende impotenti le persone che rinchiude. Sia fisicamente che spiritualmente. Ci sono muri che vengono costruiti con questo scopo specifico».
Amada continuava a tenere gli occhi voltati verso di me. Erano offuscati da un velo leggero come tulle, un velo che andava lentamente separando la vita dalla morte, strato su strato, destinato a diventare un pesante sipario e occultare tutto.
Qual era il modo giusto di salutarsi per una coppia appena divorziata, quale distanza conveniva tenere nella conversazione? Non ne avevamo idea. Di conseguenza limitammo al minimo i convenevoli. Come stai? Bene, grazie. Tu? Le nostre laconiche domande e risposte, come un acquazzone estivo, venivano immediatamente assorbite dal terreno arido.
Ultime parole
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese

Nessuno

The story starts when a 36 year old artist got connected by an agent to draw for a mysterious client. He found out that there is a art piece named Killing Commentator under the collection of that mysterious client? His life takes on a dramatic turn when he met the commendatore!

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