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Sto caricando le informazioni... La via dell'esploratore: il viaggio di un astronauta dell'Apollo 14 nei mondi materiali e misticidi Edgar D. Mitchell, Dwight Williams
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In February 1971, as Apollo 14 astroanaut Edgar Mitchell hurtled Earthward through space, he was engulfed by a profound sense of universal connectedness. He intuitively sensed that his presence and that of the planet in the window were all part of a deliberate, universal process and that the glittering cosmos itself was in some way conscious. The experience was so overwhelming, Mitchell knew his life would never be the same. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)629.450092Technology Engineering and allied operations Other Branches Astronauts and Space Travel Manned space flight General & Biography General & Biography Biographies & History BiographyClassificazione LCVotoMedia:
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Il 31 gennaio del 1971 l'Apollo 14 lasciò la base di Cape Kennedy e, tre giorni dopo, Edgar Mitchell e Alan Shepard camminarono sulla superficie lunare. Erano tempi audaci per l'umanità. Per Mitchell, comunque, il viaggio più straordinario non era ancora cominciato. Come venne scagliato in direzione della Terra attraverso il nero abisso tra quei due mondi, Mitchell fu avvolto da un'intensa sensazione: «Avvertii di essere connesso con l'intero l'universo».
Intuì che la sua presenza, quella dei suoi compagni astronauti, e persino quella del pianeta visibile attraverso il vetro dell'Apollo erano parte di un deliberato processo universale, e che lo stesso cosmo luccicante era, in qualche modo, cosciente. L'esperienza fu così travolgente che Mitchell capì che la sua vita non sarebbe stata più la stessa. La direzione che il suo lavoro prese nei seguenti venticinque anni fu un viaggio di tutt'altro genere, che l'avrebbe condotto nelle profondità dell'umano, alla scoperta dell'ineffabile mistero della coscienza e dell'esistenza.
Cresciuto in una famiglia battista conservatrice in Texas, e avendo studiato tutte le scienze più avanzate al MIT, sentì il bisogno di integrare ciò che, secondo la mentalità occidentale, è sempre stato separato e sempre lo sarà: scienza e religione. Agli inizi degli anni Settanta, Mitchell ha dunque lasciato la NASA per fondare l'Istituto di Scienze Noetiche, con il quale cominciò a condurre ricerche in quei campi fino ad allora tralasciati dalla scienza perché non corrispondenti al pensiero dominante.
Grazie al suo lavoro, è arrivato a costruire una teoria che può spiegare non solo il mistero della coscienza umana, ma anche gli eventi psichici, ciò che i religiosi chiamano «miracoli» e gli scienziati semplicemente rifiutano. ( )