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Killing Commendatore, Part 1 of 2 (2017)

di Haruki Murakami

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The epic new novel from the internationally acclaimed and best-selling author of 1Q84In Killing Commendatore, a thirty-something portrait painter in Tokyo is abandoned by his wife and finds himself holed up in the mountain home of a famous artist, Tomohiko Amada. When he discovers a previously unseen painting in the attic, he unintentionally opens a circle of mysterious circumstances. To close it, he must complete a journey that involves a mysterious ringing bell, a two-foot-high physical manifestation of an Idea, a dapper businessman who lives across the valley, a precocious thirteen-year-old girl, a Nazi assassination attempt during World War II in Vienna, a pit in the woods behind the artist's home, and an underworld haunted by Double Metaphors. A tour de force of love and loneliness, war and art-as well as a loving homage to The Great Gatsby-Killing Commendatore is a stunning work of imagination from one of our greatest writers.… (altro)
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Fare largo uso dei simboli è una pratica rischiosa. Per loro natura, i simboli permettono di giocare con molteplici significati allo stesso tempo e scrivere quindi romanzi che lǝ lettorǝ può divertirsi a decifrare in vari modi, discutendo con lз suoз simili su qual sia l’interpretazione più convincente. Per non parlare poi dellз criticз di professione che possono scrivere fiumi di spiegazioni su queste opere così labirintiche.

Tuttavia, i simboli sono insidiosi perché, pur veicolando significati immediatamente riconoscibili grazie alla loro diffusione e familiarità, potrebbero comunicarne alcuni non più condivisibili. È uno dei motivi per cui ci piacciono tanto lз autorз che maneggiano vecchi simboli stantii e li rinfrescano dando loro un significato e un’interpretazione che li rendono nuovamente parte integrante delle storie che ci circondano ed entrano a far parte di noi.

Rimuginando a lungo su cosa mi era piaciuto e cosa no de L’assassinio del Commendatore, sono arrivata alla conclusione che Murakami usa i simboli in maniera classica, cioè senza stravolgerne il significato – una cosa che non ho apprezzato particolarmente – ma in un contesto innovativo – cosa che, invece, ho gradito. Penso che questo sia il motivo per cui Murakami viene così spesso accusato di sessismo – a meno che non abbia rilasciato delle interviste inequivacaboli, ma, non seguendolo, non ne ho la più pallida idea. I simboli che ruotano intorno alla figura femminile in questo romanzo sono quasi tutti abbastanza terrificanti e, anche se alcuni posso inquadrarli in un’ottica nipponica, non ho potuto fare a meno di rabbrividire.

Scritto questo, non posso affermare che L’assassinio del Commendatore non mi sia piaciuto. Nonostante non sia la mia tazza di tè, do atto a Murakami di avermi intrattenuto in sua compagnia abbastanza piacevolemente. Non diventerà il mio autore preferito, ma ho tutta l’intenzione di leggere altro di suo – eh sì, Kafka sulla spiaggia, sto pensando proprio a te. ( )
  lasiepedimore | Jan 17, 2024 |
Atmosfere fantastiche e immaginarie che mi hanno ricordato la narrativa di Garcia Marquez. Bellissimo racconto dove la forza dell'arte e della musica compensano le tristezze della vita con una costante suspence che mi hanno entusiasmato. ( )
  permario | Oct 10, 2019 |
Murakami Haruki (2017). L’assassinio del commendatore. Libro primo: Idee che affiorano (trad. it. Antonietta Pastore). Torino: Einaudi. 2018. ISBN: 9788858429662. Pagine 411. 11,99€

Murakami Haruki (2017). L’assassinio del commendatore. Libro secondo: Metafore che si trasformano (trad. it. Antonietta Pastore). Torino: Einaudi. 2019. ISBN: 9788858430255. Pagine 434. 10,99€

Mettiamo sùbito le cose in chiaro: Murakami Haruki ha scritto un romanzo in un solo volume (Kishidanchō Koroshi) e in tutto il mondo è stato pubblicato appunto in un solo volume nel 2018 (ad esempio, in lingua inglese è intitolato Killing Commendatore, è lungo 704 pagine ed è uscito il 9 ottobre 2018: se non vi fidate, andate a vedere qui). In Italia no: l’editore Einaudi ha scelto di far uscire il romanzo in due volumi, a distanza di un anno l’uno dall’altro. Un altro romanzo di Murakami, 1Q84, in tre libri, era uscito in tutto il mondo in due volumi, e lo stesso era successo da noi. Quindi, sospetto che Einaudi abbia cercato di fare una furbata: due volumi si vendono a un prezzo quasi doppio rispetto a un solo volume, l’operazione 1Q84 era andata alla grande, il pubblico di Murakami è fatto prevalentemente di fan completisti… Tutto bene quindi? No, perché aspettare sei mesi per finire di leggere un libro lasciato a metà è frustrante e irritante. Tanto più che – nonostante ai due volumi sia stato dato un sottotitolo – la cesura risulta del tutto innaturale: non un cliffhanger, sei lasciato a metà, e basta.

Non è – a parer mio, ma non sono il solo a dirlo – il più bello dei romanzi di Murakami. E quindi potete tranquillamente boicottare l’editore italiano.

Non sono uno di quei fan indefettibili di cui parlavo prima. Però mi era piaciuto moltissimo 1Q84. Come in quel romanzo, anche qui la musica la fa da padrona, tanto che anche in questo caso circolano playlist (come in The Music Shop, recensito qui). E, naturalmente, il Commendatore del titolo è proprio lui, il convitato di pietra del Don Giovanni di Mozart e Da Ponte.

Anche in questo romanzo c’è una componente misteriosa, che però vira più verso il soprannaturale che verso il fantascientifico (andrebbero messi tra virgolette entrambi gli aggettivi – come vorrebbe .mau. – dato che stiamo pur sempre parlando di Murakami). E, purtroppo, lo scioglimento (che non vi racconto per non rovinarvi la lettura) è molto deludente, almeno per me. Un sasso gettato nell’acqua, ma dopo qualche centinaio di pagine di cerchi concentrici l’acqua torna uno specchio immobile, com’era all’inizio (metafora – o meglio similudine – trita e non del tutto appropriata).

Al di là della narrazione, percorre il romanzo una vena di riflessione sulla creazione artistica, che riguarda il ritrattista protagonista del libro, il suo vecchio padrone di casa e l’autore stesso. Il romanzo, la creazione artistica è un viaggio, è un aprire porte, uno scoperchiare segreti, un girovagare nella case degli altri e nella propria, una serie di incontri. Che cos’è reale? Che cos’è un’idea? Che differenza c’è tra un luogo, un’idea, una persona? Alla fine di tutto questo girovagare si torna al punto di partenza. Cresciuti? Arricchiti dal viaggio? Non necessariamente (e forse la delusione viene da qui).

Molti i difetti riscontrati nel libro, e non solo da me. Molte le ossessioni dell’autore che emergono: Akira Kurosawa, Bruce Springsteen, il grande Gatsby. Persino le tette: il Guardian ha contato più di 80 menzioni. A volte la stranezza sembra ricercata in sé e per sé:

“Nothing odd works long,” Martin Amis once said. What’s so confounding here is the way Murakami squanders his meticulous work in creating Menshiki to settle for his own authorly comfort zone. A purer homage to Gatsby would have been far more compelling, but Murakami likes to break his stories off at a crucial point. He scatters ideas and references like windblown seeds. You never know which narrative turn he will take next and you suspect he doesn’t either.” (Johanna Thomas-Corr. “Killing Commendatore by Haruki Murakami review – a sprawling Gatsby for the Google age. A homage to Scott Fitzgerald’s classic is undone by too many narrative threads“. The Guardian. 7 ottobre 2018).

Alla fine – complici anche le circostanze: ho letto il primo volume nell’ottobre del 2018 e il secondo nel febbraio di quest’anno – mi restano del romanzo alcune immagini e alcune scene sconnesse, e un’aura complessiva di indeterminatezza sognante (“dreamlike indeterminacy”, come scrive Hari Kunzi nella recensione comparsa sul New York Times il 4 mpvembre 2018, “In Haruki Murakami’s New Novel, a Painter’s Inspiration Is Supernatural“).

Decisamente, non all’altezza delle aspettative. Bella la traduzione, salvo qualche inspiegabile caduta (“dei pneumatici”! l’umidità della brina, Billy Holiday…). Alcune pagine, però, sono memorabili. Comincio dalle citazioni dal primo volume:

Se ho capito che la malmenava è perché sul suo corpo nudo ho notato qua e là lividi e cicatrici. (pos. 129)

«Giorno dopo giorno, semplicemente, produco il nulla». (pos. 730: è una citazione di Debussy)

Sai, quella sensazione che una spina di pesce ti sia rimasta in gola… (pos. 1407)

A lui sembrò di venire divorato nell’oscurità da un animale sconosciuto: questa fu l’immagine torbida che si formò nella sua mente. (pos. 2220)

Dalle casse Tannoy arrivava un suono stabile e profondo. Sono le migliori per ascoltare la musica classica, soprattutto la musica da camera, benché il marchio non sia dei piú noti. E gli amplificatori con valvole termoioniche sono i piú adatti alle casse vecchio modello. (pos. 2573: pubblicità occulta?)

[…] ulcerato e dolente […] (pos. 2667)

Qualcuno ha detto che al mondo i martelli esistono per piantare i chiodi , e i chiodi per essere piantati dai martelli. Chi è stato? Nietzsche? Schopenhauer? Oppure nessuno si è mai sognato di dire una cosa del genere? (pos. 2823)

Gli altoparlanti diffondevano Fool on the Roof in un adattamento per strumenti ad arco. Chi l’aveva composta, quella canzone? John Lennon o Paul McCartney? Non lo ricordavo. Forse John Lennon. Non me ne fregava nulla, ma non sapevo a cos’altro pensare. (pos. 3282: la canzone è The Fool on the Hill, è notoriamente di Paul McCartney ed è una presa in giro di Maharishi Mahesh Yogi, al cui monastero i quattro erano andati a imparare la meditazione trascendentale. L’errore è imperdonabile per qualunque beatlesologo)

«A volte ci sono delle cose che una persona è meglio non sappia», mi aveva detto. E forse aveva ragione. Ci sono verità che è meglio ignorare. Ma non si può restare all’oscuro per sempre. Prima o poi, a tempo debito, anche tappandoci bene le orecchie, il rumore della verità arriva a morderci il cuore. (pos. 3512)

Alla verità inconfutabile, preferisco una possibilità che lasci spazio al dubbio. Scelgo di affidarmi all’incertezza. (pos. 4325)

Non è detto che l’obiettività valga piú della soggettività. Che la verità faccia luce e spazzi via un’idea ingannevole. (pos. 4623)

La verità è una rappresentazione, – continuò, – e la rappresentazione è verità. (pos. 4640)

Rifiutare la prima offerta è una regola fondamentale, in affari. (pos. 4653)

Ero in preda a una paralisi emotiva. Quella paralisi che il cuore genera automaticamente davanti a un dolore violento, quando si desidera fortemente qualcuno ma, questo qualcuno, non lo si può avere. Un’anestesia dell’anima. (pos. 4846)

[…] umide di brina […] (pos. 5163: la brina è ghiacciata, e dunque non umida; forse voleva scrivere rugiada, e forse l’errore è della traduttrice)

Citazioni dal secondo volume:

Guardando la mezza luna che si stagliava chiaramente nel cielo sopra la mia testa, non provavo alcun senso di claustrofobia (pos. 607)

Pezzi di ghiaccio disseminati nel cielo. Ghiaccio durissimo, che esisteva da milioni di anni, senza mai sciogliersi . (pos. 796)

Del tutto ordinario, magari, ma insostituibile […] (pos. 2758)

[…] un vecchio coi capelli bianchi, pieno di rughe, che procedeva lentamente ma con costanza verso lo sfacelo fisico. (pos. 2907)

Faccialunga ci pensò su per un bel po’.
Poi declamò: – Era uno che si notava. Come un uomo con un berretto a cono arancione in una strada affollata. Non solo non era di categoria superiore!
Tanto per cominciare, non era nemmeno una metafora.
– Non è una metafora, è una similitudine, – gli feci notare.
– Mi scusi, signore. (pos. 3323)

[…] ostriche piccole, accompagnate da daikon grattugiato e Chablis ben freddo. (pos. 4274)

Per ciò che ha una forma, il tempo è importantissimo. (pos. 4884) ( )
  Boris.Limpopo | Jun 11, 2019 |
Splendido romanzo, enigmatico pieno di trovate spiazzanti e di personaggi favolosi. Si legge tutto d'un fiato. ( )
  zinf | Mar 4, 2019 |
Un nuovo grande romanzo, in cui Murakami mescola, con la solita sapienza, la normalità della vita quotidiana e il mistero e la suspence dell’inconsueto. In una lettura al solito avvincente ma dai ritmi leggeri. In attesa, ora, del secondo volume! ( )
  scaredda | Dec 27, 2018 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Haruki Murakamiautore primariotutte le edizionicalcolato
Fennema, ElbrichTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Gräfe, UrsulaÜbersetzerautore secondarioalcune edizioniconfermato
Van Haute, LukTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
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Titolo originale
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Data della prima edizione
Personaggi
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Epigrafe
Dedica
Incipit
Citazioni
Per dire qualcosa, riassunsi quello che avevo appena sentito. Quando non so cosa rispondere, riassumere le parole di chi mi sta parlando è una mia vecchia abitudine (cosa che irrita molto la persona in questione, va da sé).
Poi vidi il responsabile dei rumori notturni. Se ne stava acquattato su una trave, nell'oscurità. Era un piccolo gufo grigio. Teneva gli occhi chiusi e probabilmente dormiva. Spensi la torcia e lo osservai in silenzio da una certa distanza, per non spaventarlo. Era la prima volta che vedevo un gufo da tanto vicino. Più che un uccello, sembrava un gatto con le ali. Una bellissima creatura vivente.
«Aveva ragione lei. Posare per un quadro è molto più impegnativo di quanto avessi immaginato, – disse Menshiki. – Al pensiero che si viene dipinti, poco per volta si ha l'impressione che ci venga portata via l'anima». «Non portata via, ma spostata da un'altra parte. Che, in fondo, se uno ci pensa, è una buona definizione di arte», risposi. «Spostata in un luogo più duraturo, cioè?» «Certo. Se il ritratto è un'opera d'arte, sì». «Come quel postino sconosciuto raffigurato da Van Gogh, ad esempio?» «Esattamente». «Di sicuro quell'uomo non se lo immaginava nemmeno lontanamente che dopo cento e passa anni la gente sarebbe andata in un museo, o avrebbe aperto un libro d'arte, solo per poterlo ammirare immortalato in quel quadro». «Su questo non ci sono dubbi, non gli sarà nemmeno venuto in mente». «Per lui sarà stato solo un quadro stravagante, dipinto in un angolo di una misera casa di campagna da un pittore che doveva sembrargli un po' spostato…» Annuii. «Fa uno strano effetto, a pensarci – proseguì Menshiki. – Qualcuno, che non possiede nulla per essere ricordato in eterno, finisce per acquisire questa prerogativa grazie a un incontro casuale».
Ultime parole
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

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The epic new novel from the internationally acclaimed and best-selling author of 1Q84In Killing Commendatore, a thirty-something portrait painter in Tokyo is abandoned by his wife and finds himself holed up in the mountain home of a famous artist, Tomohiko Amada. When he discovers a previously unseen painting in the attic, he unintentionally opens a circle of mysterious circumstances. To close it, he must complete a journey that involves a mysterious ringing bell, a two-foot-high physical manifestation of an Idea, a dapper businessman who lives across the valley, a precocious thirteen-year-old girl, a Nazi assassination attempt during World War II in Vienna, a pit in the woods behind the artist's home, and an underworld haunted by Double Metaphors. A tour de force of love and loneliness, war and art-as well as a loving homage to The Great Gatsby-Killing Commendatore is a stunning work of imagination from one of our greatest writers.

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