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The History of the Peloponnesian War, Books 7-8

di Thucydides

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LA GUERRA DEL PELOPONESO IV. LIBROS VII - VIII

Tucídides compuso su Historia "como una posesión para siempre y no como una exhibición para el momento". Instituyó la historia como ciencia, gracias al constante examen de toda la documentación disponible, pero supo conservar su cualidad de arte que hace revivir los hechos de los hombres.

Según Bowra, "el sentido estrictamente científico de la verdad, la fe profunda en la importancia de la misión de Atenas y una concepción filosófica de la historia se hermanaron en Tucídides con una inteligencia y una agudeza poco habituales y con la pasión del artista que sabe presentar sus conclusiones de un modo bello y grandioso."

Su influencia ha sido prolongada y sólida: se le ha situado al principio de una corriente de pensadores realistas con una idea del poder como móvil básico de la naturaleza humana, que incluye a pensadores como Maquiavelo, Hobbes y Nietzsche (los dos últimos le dedicaron grandes alabanzas). Entre sus muchos lectores en el mundo contemporáneo, cabe citar a Churchill (quien siempre tenía un ejemplar de la Historia en su mesita de noche) y al profesor Gomme, quien declaró: "A veces pienso que nadie debería ocuparse de política internacional sin antes haber leído a Tucídides."

El libro VII concluye el relato de la expedición ateniense a Sicilia, con su derrota frente a los siracusanos.
El VIII narra la reanudación de la guerra oficial (Jónica o Decelia), que duró hasta 404 a.C., pero cuya exposición finaliza en el año 411, debido a la muerte de Tucídides. El autor, pues, no alcanzó a exponer la derrota final ateniense, pero ya pone de relieve la desmoralización ática, la inestabilidad política y la discordia civil, la caída de la democracia en la revolución oligárquica.
  FundacionRosacruz | Feb 2, 2018 |
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