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Risultati da Google Ricerca Libri
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From its beginning in the foothills of the towering Himalayas, to the burning plains, to the besieged British Mission in Kabul., M.M. Kaye's masterwork is a vast, rich and vibrant tapestry of love and war that ranks with the greatest panoramic sagas of modern fiction. It begins in 1857 when, following the Indian Mutiny, young English orphan Ashton is disguised by his ayah Sita as her Indian son, Ashok. As he forgets his true identity, his destiny is set. This is a story of divided loyalties and fierce friendship; of true love made impossible by class and race; a critique of the imperialist adventure; and an examination of the cultural and spiritual clash between East and West.… (altro)
MarthaJeanne: I think that Ash in Far Pavillions was based partly on Kim. Both books deal with the ambivalence between cultures of those who were brought up in a different culture to the one they belonged to by birth and later education. Both are also great adventure stories that take place during the British Raj in India. The big difference being that Kim only deals with childhood, but Ash has to go on to life as an adult.… (altro)
Come ho scritto a suo tempo nello scegliere Padiglioni lontani la mia più grande paura era quella di trovarmi a leggere un romanzo con un punto di vista colonialista, visto che l’autrice proveniva da una famiglia con stretti legami con l’impero anglo-indiano e abbia vissuto diversi anni in India.
Per fortuna, in gran parte si trattava di una paura ingiustificata. Gli unici momento in cui Kaye mi ha infastidito il mio culo bianco sono quelli nei quali professa le opportunità della collaborazione tra culture diverse (in questo caso quella inglese con quelle presenti in India), dimenticando che il Regno Unito non era andato in India per collaborare e che i rapporti tra i due popoli non possono essere ridotti a relazioni tra persone. L’idea che tutto sarebbe andato meglio scremando persone violente e razziste mi è sembrata molto naïf.
Accanto a questa ingenuità, però, c’è un ritratto dell’India e della sua complessità davvero molto interessante, dettato evidentemente da un grande amore per questa nazione. C’è molto rispetto per le sue tradizioni e questo fa sì che non vengano risparmiate delle stoccate agli aspetti che non funzionano, ma senza opporre una presunta superiorità inglese (che per Kaye non esiste, visto che diversi esponenti del Regno Unito non fanno una bella figura).
Per il resto la storia ha un gusto epico ed è di quelle che divori perché ti affezioni ai vari personaggi (pure ai cavalli, in effetti) e devi assolutamente sapere al più presto come evolveranno le loro vite. È di quei mattoni che non fanno pesare il loro numero di pagine, pieni di avventura, amore (meno di quanto pensassi, e per fortuna, perché la prima notte di passione tra Ash e Juli è una delle cose più creepy che abbia mai letto e pare uscita dal più brutto degli Harmony), intrighi, amicizie e eroismo. Se adesso avete lunghe giornate da passare a casa, direi che Padiglioni lontani può essere un buon libro da recuperare (adesso edito da E/O). ( )
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We are the Pilgrims, Master: We shall go Always a little further. It may be Beyond that last blue mountain barred with snow Across that angry or that glimmering sea, White on a throne, or guarded in a cave There lives a prophet who can understand Why men are born . . . James Elroy Flecker
'Tis not too late to seek a newer world. Tennyson
Dedica
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To all those Officers and Men of different races and creeds who, since 1846, have served with such pride and devotion in THE CORPS OF GUIDES among them Lieutenant Walter Hamilton V.C., my husband Major General Goff Hamilton CD, CBE, DSO, and his father Colonel Bill Hamilton OBE, DL, JP.
Incipit
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Ashton Hilary Akbar Pelham-Martyn was born in a camp near the crest of a pass in the Himalayas, and subsequently christened in a patent canvas bucket.
Citazioni
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From its beginning in the foothills of the towering Himalayas, to the burning plains, to the besieged British Mission in Kabul., M.M. Kaye's masterwork is a vast, rich and vibrant tapestry of love and war that ranks with the greatest panoramic sagas of modern fiction. It begins in 1857 when, following the Indian Mutiny, young English orphan Ashton is disguised by his ayah Sita as her Indian son, Ashok. As he forgets his true identity, his destiny is set. This is a story of divided loyalties and fierce friendship; of true love made impossible by class and race; a critique of the imperialist adventure; and an examination of the cultural and spiritual clash between East and West.
Per fortuna, in gran parte si trattava di una paura ingiustificata. Gli unici momento in cui Kaye mi ha infastidito il mio culo bianco sono quelli nei quali professa le opportunità della collaborazione tra culture diverse (in questo caso quella inglese con quelle presenti in India), dimenticando che il Regno Unito non era andato in India per collaborare e che i rapporti tra i due popoli non possono essere ridotti a relazioni tra persone. L’idea che tutto sarebbe andato meglio scremando persone violente e razziste mi è sembrata molto naïf.
Accanto a questa ingenuità, però, c’è un ritratto dell’India e della sua complessità davvero molto interessante, dettato evidentemente da un grande amore per questa nazione. C’è molto rispetto per le sue tradizioni e questo fa sì che non vengano risparmiate delle stoccate agli aspetti che non funzionano, ma senza opporre una presunta superiorità inglese (che per Kaye non esiste, visto che diversi esponenti del Regno Unito non fanno una bella figura).
Per il resto la storia ha un gusto epico ed è di quelle che divori perché ti affezioni ai vari personaggi (pure ai cavalli, in effetti) e devi assolutamente sapere al più presto come evolveranno le loro vite. È di quei mattoni che non fanno pesare il loro numero di pagine, pieni di avventura, amore (meno di quanto pensassi, e per fortuna, perché la prima notte di passione tra Ash e Juli è una delle cose più creepy che abbia mai letto e pare uscita dal più brutto degli Harmony), intrighi, amicizie e eroismo. Se adesso avete lunghe giornate da passare a casa, direi che Padiglioni lontani può essere un buon libro da recuperare (adesso edito da E/O). ( )