Inizia con un incontro casuale:
"Vedo un tizio lassù in piedi, lo guardo e posso pure dire: Mah, a prima vista non sembra mio fratello. Però sta lì. Forse è il caso che lo guardo meglio.!
Il bianco vuole buttarsi sotto a un treno..
Il nero lo salva e lo porta a casa e inizia un dialogo tra loro..
Il nero vuol capire i motivi che hanno portato il bianco a scegliere ti togliersi la vita e fa di tutto perché il bianco non ritorni a ripetere il gesto..
Entrambi espongono le loro vedute, i loro punti di vista..Ma il bianco è deluso dalla vita e tutti gli sforzi del nero non riusciranno a fargli cambiare idea..
Libro che mi ha insegnato molto e confermato alcune mie filosofie di vita che da sempre ho fatto mie...
-"Nelle cose semplici c'è dentro di più di quello che uno potrà mai capire"..
-"...nella testa, non ho manco un pensiero originale. Se non ha dentro la scia
del profumo della divinità..
-"Che bisogna amore i propri fratelli, altrimenti si muore"
Questo libro ci insegna questo. È l'accoglienza di un fratello nero nei confronti di un altro fratello bianco.....
pensateci, molto spesso avviene il contrario.
Ci insegna ad aprire le braccia al diverso,ad ascoltarlo a non avere paura di
accoglierlo, ad avere il coraggio di aprire gli occhi, a far uscire la nostra coscienza di cristiani, di persone civili, a non dimenticarci che siamo umani....
Il nero cerca in tutti modo di far aprire gli occhi a questo bianco, probabilmente non ci riuscirà.....ma ci ha provato, ci ha provato....
Il finale lascia l'amaro in bocca....
Bellissimo libro, poche pagine, piene di tanto...!! ( )

Questo minuscolo libricino non mi lascia in pace. Una moderna riflessione, stile Cormac, sull'esistenza di dio, sul senso della vita, sulla fede o non fede, sulla giustizia divina. Mi rimanda a Giobbe, (l'archetipo, dell'uomo che si interroga su quanto scritto sopra), seduto sul mucchio di immondizia al margine del villaggio mentre con un coccio si gratta una specie di rogna e si domanda perché dio si accanisca così contro di lui servitore fedele e migliore dei giusti, e se tutto questo abbia un senso. Arriva sino a mettere in dubbio l'esistenza stessa di dio, perché se si comporta così nei suoi confronti o non esiste o il mondo é gestito da un criminale (singolare maschile in ebraico, il libro di Giobbe scatenò un'importante discussione nell'ambiente della redazione dell'AT proprio per questi contenuti al limite dell'eresia, grande merito a quegli uomini che lo hanno inserito). Dio chiamato in causa si presenta a Giobbe e gli parla, privilegio unico (al Nero anche), e dopo un po' di cosmologia e lezioni di zoologia gli dice che Lui ha un piano divino che noi poveri uomini non possiamo capire. Giobbe abbassa il capino e dice OK non capisco ma mi adeguo, il senso non lo trovo ma se lo dici tu che c'é per me va bene. E sia quel che sia, continuerò ugualmente a seguire le tue leggi. Così é per il Nero non serve trovare un senso, quello é privilegio divino, noi possiamo solo credere, fidarci che tutto sia in buone mani. Il Bianco, e qui ci discostiamo dalla posizione classica dell'AT, non si comporta come Giobbe/il Nero e non abbassa il capino. Il mondo, gli uomini, non gli danno che prove e conferme della non esistenza di dio e del piano divino, l'ultima illusione che potesse esserci qualcosa é scomparsa assieme al fumo che usciva dai camini dei lager nazisti. L'unico senso che riesce a dare alla vita, al mondo é che esso non ha un senso. Punto. E coerentemente fa la sua scelta: annullare questo non senso, permettendogli finalmente di trovarne uno. Per quanto mi concerne tendo di più al Bianco, é per quanto riguarda il pensiero del suicidio penso che esso sia "una potente consolazione che aiuta a superare più di una brutta notte". (Nietzsche) ( )