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Sto caricando le informazioni... Tuomittu romaani (originale 1968; edizione 1967)di Bernard Malamud
Informazioni sull'operaL'uomo di Kiev di Bernard Malamud (1968)
Jewish Books (79) » 14 altro Sto caricando le informazioni...
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I don’t recommend you read this book if you don’t want to feel uncomfortable, if you don’t want to feel like an outcast yourself. On the other hand, for those of you who enjoy complex characters for whom the intellectual, the spiritual, and the political intertwine, have at it. But know that you are risking the competition of feeling. È contenuto inThe Fixer, The Natural, The Assistant (All Three Novels, Complete and Unabridged) di Bernard Malamud Ha l'adattamentoHa come guida per lo studentePremi e riconoscimentiMenzioniElenchi di rilievo
Set in Kiev in 1911 during a period of heightened anti-Semitism, the novel tells the story of Yakov Bok, a Jewish handyman blamed for the brutal murder of a young Russian boy. Bok leaves his village to try his luck in Kiev, and after denying his Jewish identity, finds himself working for a member of the anti-Semitic Black Hundreds Society. When the boy is found nearly drained of blood in a cave, the Black Hundreds accuse the Jews of ritual murder. Arrested and imprisoned, Bok refuses to confess to a crime that he did not commit. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)813.54Literature English (North America) American fiction 20th Century 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:
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Racconta la discesa agli inferi di Yakov Bok, un ebreo che nella Russia tumultuosa degli anni precedenti alla rivoluzione viene accusato, per ragioni politiche e razziali, di un crimine che non ha commesso. Passerà più di due anni in carcere, sottoposto a maltrattamenti ed umiliazioni in attesa di un processo che ogni giorno che passa sembra sempre più un miraggio.
L'inizio è un po' in sordina, l'autore si prende il suo tempo per descrivere bene il contesto sociale e soprattutto il personaggio di Yakov Bok; ne esce fuori un ritratto contraddittorio: da una parte è amareggiato dalla vita, pieno di rancore verso gli altri e verso Dio; dall'altra ha voglia di riscatto, legge molto e si definisce un libero pensatore; in fondo è un uomo come tanti, eppure proprio lui si troverà suo malgrado al centro della Storia, quando verrà arrestato e da nullità assurgerà a simbolo dell'antisemitismo e dell'ingiustizia sociale. E' lì che il romanzo prende quota, toccando vette di grande intensità emotiva e allo stesso tempo affrontando temi esistenziali quali la necessità della storia e il vero significato della libertà. Attraverso le sofferenze Yakov non verrà nobilitato o santificato, semplicemente imparerà a conoscere se stesso e il suo posto nel mondo. I suoi aguzzini cercano di distruggerne lo spirito, ma toccando il fondo si aggrapperà disperatamente ai valori che più ci rendono umani come la dignità e la voglia di giustizia. La sua maturazione è raccontata con uno stile mai retorico e molto incisivo, che riesce a descrivere perfettamente l'abisso di solitudine e disperazione in cui si trova immerso, sempre a un passo dalla folia.
Viste le premesse iniziali e la prima parte un po' fiacca non mi aspettavo che potesse coinvolgermi così tanto questo romanzo, invece sono arrivata alla fine senza nemmeno accorgermene, presa dalla voglia di leggere ancora di Yakov e della sua odissea personale ed universale. ( )