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The Theory of Moral Sentiments (1759)

di Adam Smith

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Adam Smith's Theory of Moral Sentiments (1759) lays the foundation for a general system of morals, and is a text of central importance in the history of moral and political thought. It presents a theory of the imagination which Smith derived from David Hume but which encompasses an idea of sympathy that in some ways is more sophisticated than anything in Hume's philosophy. By means of sympathy and the mental construct of an impartial spectator, Smith formulated highly original theories of conscience, moral judgment and the virtues. The enduring legacy of his work is its reconstruction of the Enlightenment idea of a moral, or social, science encompassing both political economy and the theory of law and government. This 2002 volume offers a new edition of the text with clear and helpful notes for the student reader, together with a substantial introduction that sets the work in its philosophical and historical context.… (altro)
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SIMPATIA FOR PRESIDENT UTILITA' SOTTOPOSTA AD APPROPRIATEZZA
UNA SOCIETA CHE AUMENTA LA COMPLESSITA E IN FATICOSA RICERCA DI EQUILIBRIO

http://www.econlib.org/library/Smith/smMS1.html#firstpage-bar
http://www.emsf.rai.it/scripts/interviste.asp?d=447
http://moraliaontheweb.com/2010/06/26/ladozione-della-teoria-dei-sentimenti-mora...

La simpatia si Smith è stata recentemente dimostrata vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Neuroni_specchio

Partendo da questo articolo
http://www.ilcorsaro.info/saperi/203-denaro,-informazioni-e-altri-virus.html
Mi è venuto in mente che l'informazione può essere come un po la passione in Smith.
Nell'articolo è citato espressamente Eulero http://it.wikipedia.org/wiki/Eulero che guarda caso è quasi contemporaneo di Smith.

Anche un po il concetto del modello principale-agente

24 gennaio 2012 Crozza a Ballarò a proposito di Berlusconi la simpatia anestetizza.

Frank Kafka «Nella lotta fra te e il mondo parteggia sempre per il secondo». (p. 44)

Trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. (Romani 7, 19)
Se pensassimo a tutte le fortune che abbiamo avuto senza meritarle, non oseremmo lamentarci. (Jules Renard)
"Nessuno ricorderebbe il Buon Samaritano soltanto per le sue buone intenzioni. Aveva anche i soldi»(Margaret Thatcher,
Guai a chi è solo! Se cade, non ha nessuno che lo rialzi. (Qohèlet 4,10)
Ho commesso il peggiore dei peccati che possa commettere un uomo. Non sono stato felice! (Cortàzar)

Ancora prima dell'etica viene la teoria dei giochi che analizzando i giochi ripetuti spinge a cooperare a fidarsi. Un'effetto reale della teoria dei giochi è vedere come sono cambiati i documentari prima e dopo la teoria dei giochi. Amartya Sen ha collegato economia, teoria dei giochi ed etica ridando vita a entrambe le materie.
anche la musica non è universale
http://www.ilpost.it/cesarepicco/2012/01/30/la-musica-universale-e-le-mucche-del...
Pag 7 Tra i doveri dei docenti di filosofia Morale a Glasgow c'era anche illustrare il significato etico del sermone domenicale (smith era docente)
Pag 8 Smith preoccupato di costruire una teoria etica in grado di salvaguardare la tradizione cristiana. David Hume invece è di rottura radicale. Smith è eclettico e conciliatorio.
Pag 9 Smith si occupa principi generali di etica, diritto, e il governo.
Pag 10 Smith cerca autonomia della filosofia morale in quanto non basa le cause su metafisica, ma su processi mentali.
Pag 11 La lezione di Francis Hutcheson (predecessore di Smith nella stessa cattedra a Glasgow) indicava come obiettivo principale della filosofia morale quello di elaborare una teoria che individuasse i principi generali dell'etica secondo la tradizione giusnaturalistica (spero di aver capito frase scritta di merda).
Pag 12 Hutcheson fu innovatore rispetto a (Hobbes, Locke, Mandeville) non guardare etica di chi agisce, ma etica viene vista come approvazione o disapprovazione di chi osserva.
Pag 13 Smith di suo agguinge oltre alla prospettiva intellettuale dell'osservatore anche quella sentimentale e passionale (che aveva introdotto nell'analisi poco prima Hume)
Pag 14 Obiettivi comuni di Hume e Hutcheson era superare il giusnaturalismo. In entrambi poi Smith trova materiale per andare oltre la spiegazione meramente egoistica data da Hobbes e Mandeville.
Pag 16 In Hume l'elemento unitario esplicativo era la "simpatia" che invece era secondaria per Hutchenson.
Pag 17 Nel "TN" di Hume non è chiaro il ruolo tra "simpatia" e connessione con il resto della morale. In Hume non è chiaro come la stessa condotta può essere approvata o disapprovata a seconda che sia condotta propria o altrui.
Pag 18 In Hume non si parla di "dovere", "obbligo", "diritti".
Pag 20 Smith accetta il quadro gnoselogico di Hume, nella cassificazione delle diverse percezioni, e pone l'immaginazione come principio di commessione dell'attività della mente. In Hume immaginazione aveva portata limitata. In Smith l'immaginazione è anche la sorpresa la meraviglia quando le normali idee immaginata sono sconvolte.
Pag 22 Smith si impegnava in una ricostruzione dei sentimenti morali carica di suggestioni normative.
Pag 24 Serve anche nella morale una spiegazione sistematica e un principio unitario (mio creando così un principio da cui matematicamente si deduce il resto)
Pag 25 E' la SIMPATIA il solo principio. La simpatia in Hume è solo un mezzo che rafforza la percezione, in Smith la Simpatia ha un uo ruolo immaginativo e emotivo.
Pag 26 La simpatia per Smith ci coinvolge direttamente l'approvazione o disapprovazione nella genesi del comportamento. Simpatizzare porta il piacere della condivisione.
Pag 27 "uomo interno" o "spettatore ideale" è uno spettatore imparziale e ben informato anche immaginario con le cui reazioni simpatizzare.
Pag 28 Smith suggerisce strette connessioni tra spettatore imparziale e il ruolo giocato da Dio o dell'Autore della Natura (specie nell'autovalutazione)
Pag 29-30 II e III edizione vertono sul rassicurare che la simpatia verso uno spettatore neutrale non porta al conformismo
Pag 30 Tutto passa nella differenza tra il consenso e la ricerca di essere degni di lode. Il sistema di Smith è quindi diverso dal puro fine egoistico di Hume e si riesce anche a ridurre l'effetto relativistico dovuto ai differenti costumi.
Pag 31 Le virtù per Hume sono colui che si accontenta di un tenore medio, si uniforma alla giustizia, al rispetto delle proprietà al lealismo verso il governo in questo ritratto nessun rilievo ha l'etica cristiana.
Pag 32 Hume contrasta considerare peccaminoso l'orgoglio, mentre Smith si figura l'uomo interno con le stesse virtù di costrizioni, ascetismo cristiane.
Pag 33 Il suicidio razione è bollato come viltà per Smith mentre lecito e virtuoso per Hume. Smith criticato perchè conformista o eccessivamente "sociologia della morale"
Pag 35 Hume ha tentato di dare una fondazione utilitaristica al concetto di giustizia.
Pag 36 Per quanto riguarda Smith la prudenza è una virtù. Un comportamento interessato per propri fini se prudente è virtuoso. Il lassismo in linea col calvinismo è condannato.
Pag 37-38-39 contro un'immagine di maniera di Adam Smith con questo libro vede la morale in un modo poi cambia idea ed è più realista e pessimista e scrive la ricchezza delle nazioni. In quanto è vero che la prima edizione è del 1759 ma la sesta è del 1790.
Pag 41 Seguendo le revisioni si capisce a casa Adam Smith teneva di più. 1°) la concezione di simpatia non solo come mezzo di comunicazione, ma sentimento a sua volta 2°) Difesa del suo modello dalle accuse di conformismo. La sesta edizione importanza della prudenza. L'attenzione per le virtù.
In questo capitolo sulla virtù secondo alcuni influsso stoicismo per tentare di connettere l'etica presbiteriana e quella antica.
Pag 44 Il quadro che connette società commerciale e virtù pubbliche era già stato accennato da J.J. Rousseau e montesquieu.
Pag 45 Smith ricerca delle virtù pubbliche proprie della società commerciale.
Pag 46 La mano invisibile serve tutti quegli squilibri che non possono essere spiegati come risultato di azioni consapevoli. Saggi filosofici la mano invisibile di Giove è un richiamo Stoico. Anche nella TMS la mano invisibile è ciò che spinge i ricchi a una distribuzione della ricchezza quasi uguale a quella del bene collettivo.
Pag 47 La tendenza a barattare e scambiare beni anche non economici è la spinta alla genesi e evoluzione di tutta la civilizzazione
Pag 48 La tendenza a trafficare e brattare si trova negli uomini e non negli animali (secondo superfreakeconomic nelle ultime pagine l'esperimento ha dimostrato che anche le scimmie trafficano quindi falso!)
Pag 49 Smith se vogliamo etichettare è un Whiggismo radicale la virtù sta nel ceto medio. Per Smith diventa prioritario (dal 1761 in poi) il tentativo di dare forza e compiutezza alla teoria stadiale come ricostruzione dell'evoluzione dei principi che guidano la condotta umana.
Pag 50 La teoria degli stadi e una ripresa dell'impianto di Newton. Il sistema dei sentimenti simpatetici non si adatta alla teoria stadiale e preserva il senso comune di morale cioè eterno e assoluto.
Pag 52 Il modello dell'economia proprio di Smith non può essere compreso indipendentemente delle idee presenti nella TMS
Pag 53 L'economia di Smith non si capisce senza la sua etica Amatya Sen etica e economia.
Pag 53-54 L'eredità di Smith è stata in parte colta da Roderick Fith con la teoria dell'osservatore ideale che però deve essere imparziale senza sentimenti senza simpatia.
Pag 54 Opposta la concezione di John Rawls nella teoria della giustizia dice che lo spettatore è solo meno informato.
Pag 54-55 In Smith si cerca un'universalità simpatetica in Firth e Rawls prevale Kant che ritiene impossibile una concilazione universale delle emozioni.
Pag 81 Parte così: Per quanto l'uomo possa essere supposto egoista, vi sono evidentemente alcuni principi nella sua natura che lo inducono a interessarsi della sorte altrui e gli rendono necessaria l'altrui felicità. Di questo genere la pietà o confessione, l'emozione che proviamo per la miseria altrui. La sofferenza dalla sofferenza altrui. L'unico mezzo che abbiamo è immedesimarsi con immaginazione.
Pag 83 Il nostro sentimento di partecipazione si attiva verso qualsiasi situazione in un attento spettatore.
Pag 84 Pietà e compassione sono appropriate però Simpatia è meglio indica partecipazione per ogni tipo di Passione.
Pag 84-85 Ci sono alcune passioni la cui espressione non genera alcun genere di simpatia. La furia non genera simpatia se non sappiamo cosa lo ha provocato.
Pag 86 Prima cosa chiediamo "che ti è successo?". Quindi la simpatia sorge nella comprensione della situazione.
Pag 87 Nei bambini l'assenza di riflessione e previdenza, è un antidoto contro paura e ansietà.
Pag 88 Il dolore per i morti da cui deriva la paura della morte.
Pag 89 L'uomo si rallegra ogni volta che osserva che gli altri fanno propria la sua passione, perchè è sicuro della loro assistenza.
Pag 90 Il divertimento della compagnia ravviva il nostro divertimento.
Pag 91 Siamo più ansiosi di comunicare ai nostri amici le nostre passioni spiacevoli. (mio: compagni al duol scema la pena)
Pag 92 I nostri amici devono essere nemici dei nostri nemici.
Pag 93-94 Approvare le passioni di un'altro come adatte ai loro oggetti equivale a osservare che noi simpatizziamo internamente, non approvarle significa che non simpatizziamo con esse.
Pag 96 Il sentimento da cui deriva ogni azione può essere considerato sotto due aspetti 1° in relazione alla causa che lo provoca 2° in relazione al fine che propone o effetto che tende a produrre.
Pag 97 Quando giudichiamo la condotta di un uomo consideriamo entrambi gli aspetti.
Pag 98 Giudico la tua vista attraverso la mia. Giudico il tuo amore attraverso il mio amore.
Pag 99 L'approvazione rafforzata dalla meraviglia e dalla sorpresa costituisce il sentimento chiamato ammirazione che si esprime nell'elogio.
Pag 102 Se non ci troviamo in sintonia per questioni che per uno o per l'altro sono importanti uno dei due è disorientato dalla violenza dalla passione e l'altro va in collera per la freddezza e insensibilità.
Pag 103 la persona coinvolta deve essere capita ridurre l'entità delle proprie emozioni e ridurre l'acutezza del suo tono naturale.
Pag 105 Davanti a conoscenti e estranei fingiamo e ci calmiamo. Gli uomini solitari e speculativi possono possedere maggiore umanità, generosità, senso dell'onore ma non hanno equilibrio.
Pag 106 Le virtù miti, gentili, amabili, le virtù della leale condiscendenza e dell'indulgenza umanità sono fondate sul primo, le virtù solenni, maestose e degne di rispetto, le vitù dell'abnegazione della padronanza di sè, sottomettere la natura alla dignità (divisione tratta da Hume). Come ci appare sgradevole chi possiede un cuore duro e ostinato, che batte solo per se stesso.
Pag 107 L'insolenza e la brutalità della collera, è estremamente detestabile. Lasciarci andare alle affezioni benevole costituisce al perfezione della natura umana.
Pag 108 Il grande precetto del cristianesimo è amore il prossimo come noi stessi, il precetto della natura è amore noi stessi non più del prossimo. Le virtù amabili consistono in quelle virtù che sorprendono per la loro squisita e inattesa delicatezza. Le virtù maestose dominio della natura umana.
Pag 112 Un forte appetito è sempre indecente. Tuttavia ci fa piacere chi mangia di gusto.
Pag 113 Non appena possiamo soddisfare l'appetito la presenza della persona diventa ripugnante.
Pag 114 Prudenza e temperanza per limitare appetiti.
Pag 115 Suscita più simpatia una sofferenza d'amore o cadere in miseria che un dolore fisico.
Pag 116-117 Un'amputazione per un chirurgo è routine anche se abbiamo visto 500 tragedie non c'è calo di sensibilità.
Pag 117 LA scorsa simpatia proviamo per il dolore fisico è il fondamento dell'appropriatezza della costanza e della pazienza nel sopportarlo.
Pag 119 Ci annoia l'amore pesante del Petrarca, mentre la gaiezza di Ovidio e la galanteria di Orazio sono sempre gradevoli.
Pag 120 Nell'amore condividiamo l'attesa di romantica felicità. Le isole Fortunate sono la dimora dei virtuosi dopo la morte per l'antica grecia.
Pag 121 Il riserbo femminile rende le loro angoscie più interessanti Fedra dell'autore Racine.
Pag 122 Nell'amore c'è una forte mescolanza di umanità generosità, gentilezza, amicizia e stima.
Pag 123 Le passioni ASOCIALI: odio e il risentimento.
Pag 124 Parla della passione cortese (concetto un po mediovale). Maggiore sarà la sua mitezza, pazienza, bontà maggiore sarà il risentimento con chi le ha offese.
Pag 125 Bisogna reagire però non andando oltre l'indicazione del cattivo comportamento.
Sono gli effetti immediati e non remoti che rendono piacevole o spiacevole all'immaginazione. Un palazzo lussoso anche se porta a costumi dissoluti nell'immediato da piacere e spensieratezza. Dipinto con strumenti chiurgici porta a immaginare dolore per quanto il fine remoto sia la salute.
Pag 127 Secondo gli Stoici ogni cosa viene da Dio saggio, possente e buono e quindi ogni cosa promuove la felicità del tutto anche i vizi e le follie.
Pag 128 Sembra che sia naturale che le emozioni più rudi e odiose si comunicano difficilmente se non si conoscono le cause. La gioia, la pena, l'amore, l'ammirazione, la devozione sono tutte passioni musicali per natura.
Pag 129 Odio e Collera sono i più grandi veleni per la felicità di una mente sana.
Pag 131 Se il risentimento è dovuto a ripetute e gravi offese può essere pure nobile reagire.
Pag 132 Il sentimento dell'amore è in se stesso gradevole per la persona che lo prova: rilassa e calma l'anima. La reciproca considerazione rende gli innamorati felici l'uno dell'altro.
Pag 133 Le passioni amabili non sono mai eccessive. La madre troppo tenera. Il carattere che manifesta estrema umanità mostra una sorta di impotenza, che lo rende poco adatto al mondo.
Pag 134 a metà strada tra le passioni sociali e asociali c'è una zona di mezzo che sono le passioni egoistiche. Una persona diventa improvvisamente potente suscita invidia e quindi dovrebbe ostentare semplicità raramente si riesce.
Pag 135 Se come io credo la parte più importante della felicità umana deriva dalla coscienza di essere amato
Pag 136-137 Una persona lunatica sarà raramente simpatica.
Pag 137 La gioia è contagiosa al pena malmostosa la rifuggiamo.
Pag 137-138 Le disavventure non lamentarsi ma riderci sopra fa si che siano simpatetiche per gli altri.
SEZIONE III
Pag 139 La parola simpatia nel suo significato più primitivo, devota il sentimento di partecipazione alle sofferenze non alle gioie.
Pag 140 Il dolore sia fisico isa mentale è una sensazione più acuta del piacere.
PAg 142 Come aggiungere felicità all'uomo in salute senza debiti e con la coscienza pulita?
Pag 146 Ha un comportamento signorile e gentile chi riesce a mantenere il buonumore in mezzo a tanti piccoli guai. Ma sembra superiore ai mortali chi riesce con egual atteggiamenti a sopportare le gravi calamità.
Pag 149 E' per il fatto che gli uomini sono disposti a simpatizzare completamente con la gioia che facciamo sfoggio delle ricchezze e nascondiamo la povertà.
Pag 150 Il salario del più umile dei lavoratori soddisfa i bisogni primari e naturali. E' la vanità che ci interessa. Ma la vanità è fondata sul concedere di essere oggetto di attenzione e approvazione.
Pag 153 Le disgrazie degli innamorati e dei re sono quelle che ci interessano di più a teatro. Perchè i pregiudizi attribuiscono loro una felicità superiore disturbata dalla tragedia. La nostra reverenza per i superiori deriva dall'ammirazione
per i vantaggi della loro situazione (Nota uguale visione ha HUME)

Pag 157 La cortesia è la virtù dei grandi e non farebbe onore a nessun altro. Altrimenti viene considerato damerino stupido e presuntuoso.
Pag 160 "L'amore è seguito di solito dall'ambizione, ma l'ambizione non viene quasi mai seguita dall'amore" Lord Rochfaucault nel libro le massime. Una volta che l'ambizione ha preso possesso dell'animo, non ammette ne rivali ne successori.
Pag 161 Se sei deciso a non barattare la libertà, se vuoi vivere tranquillo e indipendente non farti prender dal vortice dell'ambizione
Pag 163 Secondo la filosofia stoica, per un uomo saggio tutte le condizioni sono uguali.
Pag 164 L'uomo padrone delle passioni non teme nessuna situazione. Accetto dice uno stoico
Pag 165 Stoici lezioni di magnanimità.
Pag 166 La gogna peggio del patibolo.
CAPITOLO III
Pag 168 La disposizione dei nostri sentimenti morali provocati da questa disposizione ad ammirare il ricco e il potente e a disprezzare o trascurare persone di condizione mediocre (aggiunto nella VI edizione). E' alla base dei ranghi e dell'ordine sociale, ma è fonte di corruzione dei sentimenti
****qui anggancio con keynes che dice che è più facile essere conservatore**max weber con la teoria del dominio**
Pag 169 Rispettiamo più la ricchezza che la saggezza
Pag 170 La depravazione di un uomo di classe viene considerata con molto meno disprezzo rispetto a quella di un uomo di condizione media (berlusca)
Pag 171 Il buon vecchio proverbio secondo cui l'onestà è la migliore politica. Alle corti dei sovrani purtroppo prevale adulazione e falsità; l'arte del piacere vale più dell'arte del servire.
Pag 172 Dalla nostra tendenza ad ammirare e di conseguenza ad imitare il ricco e il potente, deriva il fatto che riescono a lanciare delle mode, e a guidarle (agnelli orologio sul polsino...)
MERITO O DEMERITO
Pag 179 riassunto delle pagine precedenti.
Pag 180 Il sentimento che ci spinge a ricompensare è la gratitudine quello che ci spinge a punire è il risentimento
Pag 184 Quando un uomo è protetto e assistito la simpatia va per la persona che riceve e la gratitudine verso chi concede.
Pag 185 Quando vediamo un uomo oppresso e offeso il risentimento va verso chi ha commesso l'offesa.
Pag 186 La natura ha stampato nel cuore umano la simpatia per la legge del taglione.
Pag 186-187 I motivi delle persona agente, devono sembrarci fondati, sia per provare gratitudine sia per provare risentimento.
Pag 188-189 Prendiamo le parti di uno dei due litiganti le ragioni di sofferenza dell'altro riusciamo difficilmente a sentirle. La messa a morte di un serial killer le ragioni del condannato sono difficilmente udibili.
Pag 191 Il senso del merito sembra essere un sentimento composto formato da: simpatia diretta per i sentimenti dell'agente, e una simpatia indiretta per la gratitudine di coloro che beneficiano delle loro azioni.
Pag 193 Il senso del demerito è composto da un'antipatia diretta per i sentimenti dell'agente, e una simpatia indiretta per colui che soffre.
Pag 195 La vendetta cioè l'eccesso del risentimento, sembra la più detestabile di tutte le passioni.
Pag 196 Gli autori delle sacre scritture non avrebbero parlato così frequentemente della collera e dell'ira di Dio se avessero considerato vizioso e malvagio ogni grado di quelle passioni.
Non stiamo analizzando una questione "di diritto"cioè come la vedrebbe un Dio, ma come vede un uomo un fatto. La Natura ci ha indirizzato verso quei fini (amore per la vita) attraverso istinti originari e immediati.
SEZIONE II GIUSTIZIA E BENEFICIENZA
Pag 198 La beneficienza è sempre libera. In alcuni casi può deludere, ma non reca danno.
Pag 200 C'è una virtù che no è lasciata alla libertà e la cui mancanza espone a risentimento ed è la giustizia. La violazione della giustizia arreca un reale e positivo danno a qualcuno.
Pag 202 Invece quando manca amore tra fratelli, paterno ecc quando un uomo chiude il cuore alla compassione a nessuno viene in mento di estorcere la gentilezza con la forza.
Pag 203 Trasformare il farsi del bene in un dovere legale richiede estrema delicatezza del legislatore non farlo espone a malvagità eccedere limita libertà, sicurezza,giustizia.
Pag 204 Rispettare tutte le regole della giustizia ci espone a gratitudine limitata.
CAPITOLO II IL SENSO DI GIUSTIZIA IL RIMORSO E LA COSCIENZA
Pag 205 Nessun spettatore imparziale potrà condividere se turbiamo la felicità dell'altro perchè si frappone alla nostra. Dobbiamo considerarci secondo la luce a cui appariamo agli altri.
Pag 208 La punizione che ossesione è essere bandito dagli affetti dell'umanità cioè non avere la consolazione della simpatia. La solitudine è ancora più terrribile della società.
Pag 209 Il rimorso è composto da senso di inapropriatezza della condotta passata; di pena per gli effetti di qeusta; di pietà per coloro che hanno sofferto a causa sua; di paura e terrore per la punizione.
CAPITOLO iii l'UTILITà DI QUESTA COSTRUZIONE DELLA NATURA
Pag 210 Tutti i membri della società umana hanno bisogno di assistenza degli altri e allo stesso modo sono esposti a offese. La società può sussitere anche su base mercenaria senza alcun amore.
Pag 211 Tuttavia non può esistere una società tra coloro che sono sempre pronti a ferirsi e offendersi l'un l'altro.
Pag 211 La beneficienza è meno essenziale della giustizia all'esistenza della società.
La società può susssistere, anche se non nel migliore dei modi (Mi viene in menti la diversità con CAmpanella e con Leibniz . Qui quando parla di mercificazione contrasta con il passaggio in cui Smith "..rende necessaria l'altrui felicità..").
La beneficienza l'ornamento che abbellisce. Il rispetto della giustizia è rafforzato dalla natura che ha inculcato nell'animo umano la conscienza del torto. Giustizia salvaguardia dell'associazione per proteggere il debole frenare il violento, castigare il colpevole.
Pag 214 Lo stato ordinato e fiorente e dalla conservazione di questo dipende la felicità individuale e la sua stessa conservazione. Avversione per ciò che distrugge la società. L'ingiustizia distrugge la società.
Pag 215 La punizione è necessaria per conservare la società.
Pag 217 Quando un'estraneo subisce un torto non agisce simpatia ma un generico sentimento di partecipazione per un nostro simile.
Pag 221 L'unica speranza di felicità non può aspettarla dalla giustizia divina ma dalla misericordia.
Pag 225 Le Driadi e i Larii degli antichi sono i geni degli alberi e delle case L'UOMO SI AFFEZIONA.
Pag 227 Lo scopo principale del risentimento non è tanto far soffrire a sua volta il nemico, quanto renderlo consapevole che prova quella sofferenza a causa della sua passata condotta, farlo pentire.
Pag 228 Perciò prima che possa essere oggetto di gratitudine o risentimento deve avere 3 requisiti 1° causa di piacere o di dolore 2° capace di provocare queste sensazioni 3° essere intenzionale.
Pag 229 l'agire della fortuna rende meno meritevole o riduce anche il biasimo.
Pag 230 Ogni discorso sottile va preso con una certa elasticità.
Pag 233-234 Il merito di un tentativo di fare del bene sembra sminuito dall'insuccesso. Il piano di chi vuole compiere crimini se non viene portato a termine viene punito con meno severità tranne il tradimento.
Pag 237 Secondo i costumi di tutte le corti, l'ufficiale che porta la notizia di vittoria riceve notevole avanzamento di carriera.
Pag 239 Sullo stesso piano la madornale negligenza e il cattivo intento (Lata culpa prope dolum est)
Pag 240-241 Per negligenza (culpa levis) che reca danno a terzi risarcimento.
Pag 243 In ogni epoca è sempre stato deplorato che il mondo giudichi in base all'esito e non al proposito.
Pag 244 Però per evitare un'inquisizione gli uomini in questa vita sono esposti al giudizio solo per le loro azioni.
Pag 246 E' importante anche il male fatto non di proposito sia considerato sventura. In questo modo all'uomo viene insegnato a rispettare la felicità dei fratelli
PARTE III I GIUDIZI NOSTRI SULLA NOSTRO CONDOTTA
Pag 251-252 Il principio per quale approviamo o disapproviamo la nostra condotta è uguale a quello tramite il quale diamo giudizi sulla condotta altrui. Approviamo o disapproviamo se riusciamo a simpatizzare con i sentimenti e le motivazioni che l'hanno diretta.
Pag 252 Non riusciamo mai a esaminare i nostri sentimenti e motivazioni se non ci sforziamo di osservare i sentimenti da una certa distanza.
Pag 254 Dobbiamo immaginarci spettatori della nostra condotta. Un essere morale è un'essere responsabile di fronte a qualcuno.
Pag 255 Le nostre idee sulla bellezza è sulla deformità personale sono tratte dalla forma e dall'apparenza degli altri, non della nostra. Se non fossimo in contatto con la società, saremmo indifferenti ai giudizi estetici e di altro tipo.
Pag 257 Quando mi sforzo di esprimere una sentenza sulla mia condotta, è come sdoppiarsi in due personaggi: l'io giudicante e l'io attore o agente (grandioso anticipo sulla psicanalisi che esprime i concetti di io e super-io)
Pag 258 CAPITOLO II L'AMORE PER LA LODE E IL TIMORE PER IL BIASIMO
Pag 258 L'uomo desidera naturalmente non solo di essere amato, ma di essere amabile cioè oggetto appropriato d'amore. Il concetto di degno cioè essere oggetto naturale e appropriato di lode o di biasimo.
Pag 260 Provare piacere per un elogio privo di fondamento è prova di superficiale leggerezza e debolezza è cioè vanità.
Pag 262 Ci sono uomini che volontariamente hanno dato la vita per acquistare fama dopo la morte.
Pag 263 La natura ha fornito sia del desiderio di essere approvato sia del desidero di essere ciò che dovrebbeessere approvato.
Pag 264 Il saggio rifiuta "la lode immeritata" L'amore per la giusta fama, anche solo in se stesso, e indipendente dai vantaggi che ne derivano è degno dell'uomo saggio . L'amore per l'autoapprovazione è amore per la virtù.
Pag 265 Non è tanta la paura di essere odiati e disprezzati quanto quella di essere odiosi e disprezzabili (cioè oggetto di giusto apprezzamento dei simili )
Pag 268 Anche quando l'accusa è falsa ma per alcune prove può essere ritenuta da alcuni fondata, il condannato ingiustamente patisce di brutto.
Pag 269 La storia di Jean Calas in cui Voltaire riesce a fare luce sulla sentenza sbagliate.
Pag 270 Solo la religione di fronte a un'ingiusta accusa può salvare in quanto Dio la ripristinerà. Credi che si possa formulare come regola generale che la persona che si rende deliberatamente colpevole di un'azione disonorevole raramente coglie il senso del disonore, e la persona che lo fa
abiutalmente non lo coglie quasi mai. Il dolore ci fa soffrire più del paicere (potrebe forse essere vero in società più morali come quelle del 700 oggi mi sembra molto meno vero).
Pag 272-273 Un giudizio fa maggiore impressione ad una persona dotata di maggiore sensibilità.
Pag 273 Un uomo sensibile può sentirsi agitato anche quando ha concesso troppo ad una passione onorevole. Quando un uomo è soddisfatto di ogni aspetto della sua condotta il giudizio degli altri pesa meno.
Pag 274 La più bella opera teatrale è la Fedra di Racine.
Pag 278 Non dovremmo complottare (e corrompere) per evitare il giudizio.
Pag 279 Alcuni filosofi stizzosi (si pensa si riferisca a Mandeville e a La Rochefoucauod) hanno attribuito all'amore per la lode (vanità) le azioni che invece possono rientrare nell'amore per essere degni di lode.
Pag 280 Un uomo per evitare il biasimo, non farà mai qualcosa che giudica biasimevole, come trascurare parte del dovere.
Pag 281 "Molte persone che sono profondamente mortificate da un ingiusto rimprovero disprezzano invece la gloria in modo del tutto incoerente" Questo è cicerone per Smith è la natura umana.
Pag 285 Dio ha creato l'uomo e sua immagine come giudice immediato dell'umanità mentre l'appello spetta all'uomo interiore (l'immaginario spettatore ben informato)
Pag 287 L'unica speranza in questa vita alcune volte è il giudizio divino (Qui ci sta troppo bene un rimando all'ingenuo di Voltaire)
Pag 288 Il cortigiano assiduo riceve più spesso favori del servitore laborioso e fedele. Ciò che è un difetto per i sovrani è la base per una divinità cioè l'adorazione.
CAPITOLO III L'INFLUENZA E L'AUTORITA' DELLA COSCIENZA
Pag 291 E' consultando il giudice interno che riusciamo a fare un appropriato confronto tra i nostri interessi e quelli degli altri. Per correggere i difetti della prospettiva (oggetti vicini grandi e magari una montagna sullo sfondo piccola) deve usare la fantasia. Bisogna quindi avere anche la FILOSOFIA DELLA VISIONE.
Pag 292 Per valutare tra i propri interessi egoisitici e quelli altri ci vuole una visione imparziale a metà strada
Pag 295 E' il giudice interiore che ogni volta che stiamo per colpire la felicità altrui ci grida che noi non siamo altro che uno dei tanti. Non è l'amore per il prossimo, non è l'amore per il genere umano, che ci spinge alla virtù è l'amore per la dignità e l'amore per l'onore.
Pag 296-297 Sul non runare o dannegiare l'altro
Pag 298 Esistono filosofi (Pascal, James Thomson) che ci rimproverano continuamente per la nostra felicità mentre altri sono in miseria.
Pag 299 Una simpatia per sventure di cui non sappiamo niente è assurda. Poi per uno che soffre 20 in condizioni accettabili (FALSO!!). Porta solo ansia.
Pag 300 Anche gli stoici dicevano bisogna sacrificare il proprio piccolo interesse per il bene del mondo.
Pag 303 La cura per la famiglia fa parte degli istinti naturali della specie, per tanto va moderata. Nei 10 comandamenti l'amore per i figli non è citato in quanto la natura ci ha già attrezzati a sufficienza.
Pag 304 L'apatia stoica non è mai gradita
Pag 307 La follia e ingiustizia del mondo visti dagli anziani li porta a dare poco peso sia all'elogio sia alla critica. Questa indifferenza è fondata su una sicurezza di carattere.
Pag 308 In un "bambino" l'unica passione che gli si insegna a moderare è la rabbia
Pag 310 L'uomo saggio e giusto ha il dominio di se, non distoglie mai l'attenzione dal giudizio dell'uomo interiore
Pag 312 La miserie e l'infelicità non possono mai penetrare in un animo in cui dimori completa soddisfazione.
Pag 314 L'uomo si adatta a qualsiasi situazione gli Stoici vicino alla verità che tra una situazione permamente e l'altra non c'è differenza. La felicità consiste nella tranquillità.
Pag 315 La grande fonte sia della miseria che dei disordini della vita umana sembra derivare dalla sopravvalutazione di una situazione permanente sull'altra. Nessuna situazione sembra meritare tanto da violare le regole della prudenza e della giustizia.
Pag 316 I piaceri della vanità e della superiorità sono raramente conciliabili con la tranquillità
Pag 317 Un uomo che per cercare di stare meglio prende medicinali e poi è morto sulla lapide ha "stavo bene, ma per stare meglio sto qui"
Pag 320 L'uomo che ha tutte le virtù dolci, amabili e gentili unisce quelle grandi, terribili e rispettabili, deve essere sicuramente il natuarale e appropriato oggetto del nostro più grande amore e delle nostra più grande ammirazione.
Pag 324 In guerra le leggi sono ignorate. Nelle guerre i veri colpevoli sono i sovrani e i governanti.
Pag 325 Sia gli eretici sia i ribelli sono quelle persone che si sono trovate dal lato dei più deboli.
Pag 326 La faziosità e il fanatismo sono stati i più grandi corruttori dei sentimenti morali.
LA NATURA DELL'AUTOINGANNO
Pag 327 le emozioni violente ci turbano quando agiamo.
Pag 328 Padre Maleboranche le passioni si autogiustificano per tutto il tempo per cui le sentiamo.
Pag 330 Le nostre continue osservazioni sulla condotta degli altri impercettibilmente ci conducono a formarci certe regole generali su ciò che è giusto.
Pag 332 Le regole generali si formano in base all'esperienza
L'INFLUENZA E L'AUTORITA' DELLE REGOLE GENERALI DELLA MORALE E IL LORO ESSERE GIUSTAMENTE COME LE LEGGI DELLA DIVINITA'
Pag 335 Il riguardo verso le regole generali di condotta è detto senso del dovere.
Pag 336 Uno che riceve un favore dovrebbe agire secondo la legge della gratitudine.
Pag 337 Se agisci secondo sentimento sei il primo nel ruolo se agisci secondo gratitudine sei secondo nel ruolo. Senza il rispetto per le regole generali non ci si può fidare dell'uomo.
Pag 338 Dalla discreta osservanza delle regole di condotta morale dipende l'esistenza della società umana.
Pag 339 Nel periodo pagano (ignoranza e del dubbio) gli Dei avevano sia lati positivi sia passioni di poco onore come la lussuria. Se uno riceveva offesa si rivolgeva a Giove senza dubitare della sua indignazione.
Pag 340 La religione sanzionava la perfidia e l'ingiustizia ancor prima dell'età del ragionamento, della filosofia.
Pag 341 L'amore non giudica il risentimento ne il risentimento l'amore. Queste facoltà morali sono come dei sensi. Qualsiasi cosa piaccia al gusto è dolce agli occhi bella ec..
Spetta alle nostre facoltà morali capire quando attivare l'una o l'altra.
Pag 342 Dato che queste facoltà sono state chiaramente destinate a governare i principi della natura umana le regole prescritte devono essere considerate come comandamenti e leggi di Dio. (in un modo un po newton). Le leggi morali sono le leggi per dirigere le libere azioni dell'uomo. Prescritte
da un legittimo superiore e osservate con la promessa della ricompensa. La felicità del genere umano è l'intento del creatore.
Pag 344 La virtù dell'umanità non aspira alla grandezza (ricchezza) ma all'amore
Pag 349 Quando le regole del merito e del demerito delle azioni arrivano a essere considerate leggi Divine (per una valutazione della legge del contrappasso) esse diventano sacre.
Pag 350 La religione rinforza il naturale senso del dovere
Pag 351 Secondo alcuni non dovremmo essere grati per gratitudine, caritatevoli per senso di umanità, interessati al bene pubblico per amor di patria ne giusti per amore dell'uomo, basata l'amore di Dio che sostiuisce tutto.
Pag 352 Tutte le azioni gentili ed ammirate dovrebbero arrivare sia dal senso del dovere sia dalle passioni.
Pag 353 Dovremmo sempre punire con riluttanza, e più per senso di appropriatezza della punizione che per senso di vendetta.
Pag 354 Perseguire i propri interessi dovrebbe risultare più da un riguardo per le regole generali che per la egoistica passione.
Pag 355 L'avaro si preoccupa per le piccole cose per loro stesse il parsimonioso presta attenzione in funzione del progetto di vita che si è dato. Diverso è il riguardo che si deve dare ad oggetti egoistici molto importanti. Un sovrano il suo regno, un commerciante gli affari.
Energia ed entusiasmo costituiscono la differenza tra l'uomo intrapredente e l'uomo apatico. Oggetti della loro passione e ambizione nei limit della giustizia e prudenza.
Pag 356 Un avaro si accanisce sul mezzo penny quanto un ambizioso sulla conquista di un regno.
Le comuni proverbiali massime di prudenza essendo fondate sull'esperienza universale, sono forse, le regole generali migliori che ci possiamo dare.
Pag 357 Le virtù più precise per regole sono gratitudine e giustizia pagare debiti.
Pag 358-359 Se tolleriamo rubare ai ricchi poi tolleriamo tutto.
Pag 359 Le regole di giustizia sono paragonabili alle regole della grammatica (precise rigorose indispensabili) le altre virtù regole vaghe.
Pag 360 Tutti concordi obbedire alla volontà divina è la prima regola però grande indulgenza e tolleranza reciproca.
Pag 363 Nessuna azione può essere detta virtuosa, se non è accompagnata dal sentimenti di autoapprovazione.
Pag 367 L'utilità (comodità..) è una delle principali fonti di bellezza. L'utilità dell'oggetto piace al proprietario perchè gli suggerisce di continuo il piacere e la comodità.
Pag 368 La manifesta inutilità rende un'oggetto sgradevole. La ben progettazione è spesso più considerato del fine dell'oggetto.
Pag 371 Un uomo per arricchirsi serve coloro che odia e ossequia coloro che odia e ossequi coloro che disprezza. Grandezza e ricchezza sono meri gingilli di frivola utilità.
Pag 372 Se vive in una società spesso diamo più valore di giudizi guarda che all'utilità dell'interessato. Nella vecchiaia i piaceri delle vuote vanità e raffinatezze svaniscono.
Pag 373 Il potere e le ricchezze appaiono per quelle che sono: enormi congengi per produrre quell'insignificante comodità (nota riprende mandeville favola delle api).
Pag 375-376 Nonostante i ricchi siano rapaci e voraci e insaziabili per soddisfare la vanità danno lavoro
Pag 376 Sono condotti da una "mano invisibile"
Pag 377 La perfezione dell'ordine pubblico ci piace coltivarla e rimuovere ogni ostacolo (ahahahahaha non in italia). Ci sono uomini dotati però di grande senso civico ma con sentimenti poco umani da esempio Pietro il Grande.
Pag 379 Non c'è niente che tenda a promuovere lo spirito civico quanto lo studio della politica.
Pag 380 il carattere prudente, equo, attivo, risoluto e sobrio promette prosperità e soddisfazione, sia a chi lo possiede che a tutti quelli in rapporto con lui. Avventato, arrogante indolente sensuale fa presagire rovina.
Pag 381 Smith dice che Hume nel trattato sulla natura umana parla dell'utilità come la sintesi delle virtù.
Pag 383 La virtù della prudenza consiste nel cercare di pianificare vantaggi e svantaggi di tutte le azioni (matematica) e seconda il dominio di noi stessi (sia astenerci dal piacere sia sopportare il dolore).
Pag 380-385 Smith dice che Hume parlando di utilità ha una visione limitata quasi economicistica.
Pag 385 L'umanità è una virtù propria della donna, la generosità dell'uomo. "Raro mulieres donare solet" commenti al corpus iuris civilis.
Pag 386 Nella generosità sacrifichiamo noi anteponendo gli interessi altrui.
Pag 388 La percezione delle virtù positive è una questione di gusto ed il il gusto si forma nella società.
Pag 389 La modo è un tipo particolare di consuetudine
Pag 394 Abiti e mobili è ammesso da tuti che siano sotto l'influenza della consuetudine e della moda però il campo deove agiscono questi due fattori si estende anche a: Musica, poesia, architettura.
Pag 396 Quello che in Inglese è un verso burlesco, in Francesce è il verso eroico il verso di dodici sillabe detto alessandrino.
Pag 397-398 Mr. Pope e il dott. Swift hanno cambiato la forma espressiva.
Pag 398 la bellezza è una media di diverse caratteristiche estreme (oggi non so la magrazza estrema che impera quindi forse non è sempre vero?)
Pag 399 L'individuo bello è quello che mostra un modello più spiccatamente i tratti caratteristici della specie a cui appartiene.
Pag 401 Altri criteri di bellezza: utilità, varietà, filo conduttore però ciò che domina è la consuetudine.
Pag 402 I sentimenti morali subiscono un'influenza dalla "moda" ma molto minore in quanto dominati dalle passioni della natura umana che si modifica, ma non può essere totalmente corrotta.
Pag 403 Durante il rengo di Carlo II la lincenziosità era sinonimo di liberlaità le maniere severe erano furbe ed ipocrite. Agli uomini superficiali i vizi del potere sembrano sempre gradevoli.
Pag 406 L'appropriatezza degli atteggiamenti abbinata alla professione.
Pag 408 Una lunga pace attenua le differenze di carattere tra civili e militari.
Pag 409 Tutti i popoli civili la virtù più coltivata è l'umanità per tutti i popoli barbari la virtù più coltivata è l'abnegazione (disprezzo del pericolo, sopportare il dolore)
Pag 410 Prima di avere forti sentimenti per gli altri dobbiamo stare bene con noi stessi.
Pag 418 Abbandono dei bambini terribile pratica in uso tra i greci giustificata da Aristotele e Platone.
Pag 425 Gli oggetti che la natura sembra in primo luogo raccomandare alla cura di ogni individuo sono la conservazione e la salute del corpo.
Pag 426 La cura della salute, delle fortune, del rango e della reputazione dell'individuo, vale a dire la cura di tutti gli oggetti da cui si suppone che dipenda il suo benessere e la sua felicità, viene considerata l'oggetto propria della virtù della prudenza. Ci buttiamo più giù quando cadiamo rispetto a quando progrediamo della stessa entità.
Pag 427 La sicurezza è il principale obiettivo della prudenza. L'uomo prudente è autentico.
Pag 428 E' sincero anche se non dice sempre tutta la verità.
Pag 430 L'uomo prudente non è desideroso di caricarsi di responsabilità che non rientrano nei suoi doveri.
Pag 431 Prudenza del grande generale del grande statista.
Pag 432 La prudenza di più alto livello rappresenta molto da vicino il carattere del saggio accademico o peripatetico, come la prudenza inferiore rappresenta il carattere del saggio epicureo.
Pag 433 Cesare Borgia invita a cena 4 principi suoi vicini e poi li uccide e Macchiavelli all'epoca era un ministro della corte (uno dei principi è vitellozzo vitelli :-). L'ingiustizia dei grandi conquistatori è considerata spesso con stolta meraviglia.
IL CARATTERE DELL'INDIVIDUO RELATIVAMENTE ALL'INFLUENZA SULLA FELICITà ALTRUI
Pag 435 Il carattere di ogni individuo può influenzare la felicità degli altri. Il risentimento appropriato per un'ingiustizia è l'unico motivo per disturbare la felicità altrui.
Pag 435 Il diritto civile e penale è il modo per preservare la felicità dall'interferenza altrui.
L'ORDINE IN CUI LA NATURA
Pag 436 Ogni uomo, come dicevano gli Stoici, è raccomandato in primo luogo alla sua cura.
Pag 437 Un bambino suscita una simpatia universale (anticipa un concetto scientifico) rispetto agli anziani.
Pag 441 L'abitudine di mandare lontano a studiare figli, sorelle ha corrotto la morale domestica.
Pag 442 L'educazione domestica è naturale quella pubblica artificiale.
Pag 443 Nei paesi commerciali l'interesse per le parentele diminuisce.
Pag 446 Il vizio è capriccioso la virtù è regolare e ordinata.
Pag 447 I moralisti ci esortano alla carità e alla compassione. Spesso i ricchi e potenti (per il loro fascino) sono preferiti ai saggi e ai virtuosi.
PAg 449 Voltaire "l'orfano della cina"
Pag 450 Dalla sicurezza della società (nazione) dipende in gran parte la nostra sicurezza e prosperità.
Pag 451 Ogni sovrano, non aspettandosi molta giustizia dai suoi vicini è portato a trattarli come si aspetta da loro
Pag 452 Si dice che Catone chiudesse i suoi discorsi in senato con la frase "Credo che Cartagine debba essere distrutta" mentre Scipione Nasica "Credo che Cartagine non debba essere distrutta".
Pag 453 L'amore per la patria non sembra derivare dall'amore per l'umanità.
Pag 455 La stabilità di una costituzione dipende dall'abilità di ciascun ordine di difendere i propri privilegi.
Pag 456 Alcune volte però per salvaguardare lo stato bisogna limitare i privilegi i poteri di un ordine-stato. Questa parzialità ingiusta aiuta nell'innovazione.
Pag 456 Non è cittadino chi non rispetta la giustizia e chi non ha a cuore il benessere di tutti i cittadini.
Pag 459 Divina massima di Platone "non usare mai violenza verso il proprio paese, non più che verso i propri genitori"
Pag 460 Chi vuole essere statista deve stare attento che la gente è animata da pricipi eterogenei.
Pag 465 Neanche la più sublime speculazione di un filosofo contemplativo riesce a compensare la negligenza verso il più piccolo dovere attivo.
Pag 465 Le meditazioni di Marco Aurelio. Bisogna ottemperare ai doveri verso famiglia, amici, paese non si può per speculazioni filosofiche trascurare questi obblighi.
Pag 466 Le passioni sono di due tipi 1° quelle difficili da controllare Paura e Collera 2° quelle facili da controllare ma che conduco alla rovina piacere per il benessere, l'amore per il piacere e per le lodi.
Pag 467 Gli antichi moralisti chiamavano il dominio delle prime fermezza, coraggio, forza di volontà il dominio delle sec. temperanza, decenza, modestia, moderazione.
Pag 469 La guerra è la grande scuola per acquistare ed esercitare la grandezza d'animo. Chi ha sconfitto la paura di morire non si scoraggia facilmente.
Pag 470 Dominare la collera in molte occasioni appare non meno generoso e nobile di dominare la paura.
Pag 471 Gli uomini vanitosi o deboli, quando trovano persone a loro inferiori, ostentano irrascibilità e credono così di mostare coraggio. Il dominio di se è la fonte di tutte le virtù.
Pag 473 Nei periodi di guerra civile la giustizia on esiste e quindi occorre essere falsi in grado di destreggiarsi adulare
Pag 477 Quando siano indifferenti riguardo al risultato delle nostre azioni, non ci preoccupiamo della loro appropriatezza.
Pag 484 Nessun grand'uomo è mai soddisfatto delle proprie opere.
Pag 485 Chi si confronta con la media è spesso arrogante.
Pag 486 I più grandi personaggi storici non hanno tanto un merito reale quanto un'autoammirazione spropositata rispetto al merito.
Pag 490 La fortuna ha un grande ruolo.
Pag 494 L'uomo orgoglioso più che suscitare la stima degli altri verso di sè, sembra mortificare la stima che gli altri hanno verso se stessi. Il vanitoso spera nel contraccambio.
Pag 496 L'uomo orgoglioso vuole indipendenza e cerca inferiori.
Pag 497 Vanitoso cerca compagnia superiori. L'orgoglioso non aduala mai è spesso scontroso. Il vanitoso menzogne innocenti. Orgoglioso porta maliglinità e invidia.
Pag 498 L'orgoglio è spesso accompagnato da virtà rispettabili: verità, onestà, alto senso dell'onore, amicizia, fermezza. La vanità è spesso associata a virtù amabili: umanità, gentilezza, generosità anche se si fa notare. Francesi accusati di vanità, ma amabili, Spagnoli orgogliosi e rispettabili.
Pag 499 Il troppo orgoglio per fare un azione volgare va chiamato magnanimità come dice Aristotele.
Pag 499 Descrizione dell'orgoglio dell'Etica Niicomachea di Aristotele.
Pag 501 L'uomo orgoglioso è spesso vanitoso e viceversa.
Pag 503 Grado di autostima giuste rende soddisfatti, mentre orgoglioso e vanitoso sempre insoddisfatti.
Pag 504 L'uomo che si sottovaluta è infelice lui e si espone a maltrattamenti. Meglio essere più orgogliosi piuttosto che umili.
Pag 505 La preoccupazione per la nostra felicità ci suggerisce la virtù della prudenza, la preoccupazione per la felicità degli altri, la virtù della giustizia e della beneficenza, la prima di queste due virtù impedisce di ferire l'altrui felicità, la seconda ci spinge a favorirla.
Pag 506 Senso appropiatezza di ogni passione.
Pag 513 1) In cosa consista la virtù cioè il carattere che è oggetto naturale di stima, onore e approvazione. 2)Chi ci "raccomanda" di avere un comportamento virtuso.
Pag 516 Ci sono 3 filoni in cui possono essere ricondotte le valutazioni riguardo la natura delle virtù 1) I sentimenti possono essere giusti o sbagliati solo se rapportati agli obiettivi che perseguono e del modo in cui li perseguono. Perciò la virtù coincide con l'appropriatezza. 2) Secondo altri la virtù consiste nel controllare e indirizzare il proprio egoisimo. Qui la virtù coincide con la prudenza. 3) Secondo altri autori solo un benevolenza disinteressata è virtuosa.
Pag 517 Nel primo tipo troviamo Platone, Aristotele, Zenone.
Pag 520 L'armonia dell'anima viene chiamata temperanza (traducendo Platone) ma andrebbe chiamata morigeratezza. Secondo l'ordine platonico la passione deve essere al servizio della ragione.
Pag 521 Il primo senso della parola giustizia è da giustizia commutativa (o Justitia expletix) nel rispetto le cose degli altri. Il secondo senso della giustizia è la giustizia distributiva (tutte le virtù sociali).
Pag 522 La parola giustizia in Platone racchiude in se tutte le virtù
Pag 524 Secondo Aristotele la virtù sta nella moderazione nel scegliere la via di mezzo.
Pag 525 Secondo Platone basta avere una visione intellettuale chiara delle virtù per agire di conseguenza per Aristotele è il contrario la buona morale non deriva dal sapere, ma dall'azione.
Pag 527 L'idea stoica dell'appropriatezza non è fin qui molto diversa da quella di Aristotele e degli antichi peripatetici. I peripatetici consideravano appropriata qualsiasi sentimento che potesse essere capito usando umanità, mentre per gli Stoici non bisognava usarla l'umanità. Un uomo di VIRTU' NON DEVE DIPENDERE DAL PERDONO.
Pag 528 Gli stoici insegnano che il tutto è preferibile a una parte il bene di molti a quello del singolo.
Pag 529 La prosperità del tutto dovrebbe essere non solo l'oggetto principale, ma l'unico oggetto del nostro desiderio (aggiunta VI edizione)
Pag 533 Per lo stoico l'appropriatezza o inapropriatezza dei suoi sforzi può avere grandi conseguenze per lui, mentre non può avere alcuna il proprio sucesso insuccesso, che non può suscitare ne gioia ne sofferenza. Tutte le sue affezioni sono assorbite da due Affezioni più generali: IL COMPITMENTO DELLA PROPRIO DOVERE e la maggior felicità possibile per tutti gli uomini.
Pag 536 L'unica nostra preoccupazione non dovrebbe riguardare la posta in gioco, ma il metodo appropriato per giocare. Se riponiamo la felicità nella posta, la riponiamo in qualcosa che dipende da cause non in nostro potere.
Pag 541 I filosofi di tutte le diverse scuole rappresentano la virtù, cioè la condotta saggia, giusta, ferma e moderata, come la strada certa e infallibile verso la felicità anche in questo mondo.
Pag 548 Esiste nell'uomo un'irresistibile senso di autodistruzione
Pag 550-551 Pensiero di Marco Aurelio in meditazioni.
Pag 553 L'uomo che non ha completamente domato tutte le sue passioni private, parziali ed egoistiche, che non ha altro desiderio che la felicità universale non è completamente emerso dagli abissi della miseria (più attribuibile a Crisippo che a Zenone)
Pag 558 Un'altro sistema morale è quello di Samuel Clarke che si basa sull'adeguatezza; il sistema di William Wollaston agire secondo la verità delle cose. Il metro di giudizio si trova nei sentimenti simpatetici.
Pag 559 Il più antico sistema dove la virtù coincide con la prudenza è quello di Epicuro.
Pag 560 Secondo Epicuro il dolore e il piacere fisico sono oggetti naturali di desiderio e di avversione. La tendenza a procurare piacere rende desiderabile il potere e la ricchezza. L'onore e la reputazione provocano piacere.
Pag 561 I dolori e i piaceri delle mente sono maggiori di quelli del corpo.
Pag 563 Il benessere del corpo e la sicurezza e tranquillità della mente consiste per Epicuro il più perfetto stato di natura.
Pag 565 Tutta la virtù della giustizia non consiste altro secondo Epicuro in una condotta discreta e prudente verso chi è vicino. Secondo Smith per una mente ben disposta è più importante essere amabile che tutto il benessere e la sicurezza.
Pag 568 Il sistema di Epicuro concorda con quelli di Platone, Aristotele e Zenone nel far coincidere la virtù con l'agire nel modo più adatto ad ottenere gli oggetti primari. Secondo gli altri 3 la virtù è desiderabile in se stessa, mentre per Epicuro è solo un mezzo.
Pag 569 Gli Eclettici o tardo Platonici nella natura divina il solo principio d'azione è la benevolenza o l'amore. Le azioni che somigliano a Dio sono degne di lode.
Pag 570 Questo sistema adottato anche dai Platonici di Cambridge Ralph Cudworth, Henry More e John Smith di Cambridge Francis Hutchenson!
Pag 572 Hutchenson ritiene che la virtù debba consistere soltanto nella pura e disinteressata benevolenza.
Pag 574 Anche il desiderio di autoapprovazione non aggiunge nulla alla virtù.
Pag 575 L'economia, l'industriosità sono egoistiche, ma degne di lode secondo Adam Smith.
Pag 577 La benevolenza è l'unico principio d'azione per la divinità. Il sistema che identifica la virtù con l'obbedienza al volere divino rientra o nell'ottica della virtù prudente o in quella dell'appropriatezza.
Pag 578 I sistemi che identifica la virtù con utilità (Hume) coincide con l'appropriatezza.
Pag 581 Epicuro la virtù è l'unico modo per acquistare beni inestimabili.
Pag 582 Esiste un sistema che non distingue tra vizio e virtù ed è quello di Mandeville (o La Rochefoucauld). L'uomo solo egoista. Smith dice che sbaglia.
Pag 589 Per Mandeville ogni passione è viziosa ed è un errore per Smith.
Pag 589 Errore di Mandeville ogni passione non è virtù in qualsiasi grado.
Pag 590 I vizi privati sono beni pubblici per Mandeville.
Pag 591 La teoria di Mandeville non avrebbe allarmato così tanto se non contenesse elementi di verità.
PRINCIPIO DI APPROVAZIONE
Pag 593 Noi approviamo le azioni sia nostre che degli altri in base all'amore di se. Secondo altri è la ragione che fa distinguere. Secondo altri questa distinzione (cioè tra ciò che è adeguato e ciò che non le è) è solo il risultato di un momento. L'amore di se la ragione e il sentimento possono essere alla base dell'approvazione.
Pag 594 conta poco nella pratica.
Pag 598 Secondo la dottrina di Hobbes lo stato di natura è uno stato di guerra quindi bisogna fare una società sotto il principio dell'obbedienza al magistrato civile sottraendo così al potere ecclesiastico.
Pag 601 Le massime generali della moralità si formano, come tutte le altre massime generali, per esperienza e per induzione.
Pag 603 Hutchenson spiega in che misura i giudizi morali derivano dalla ragione in che misura derivano dai sentimenti e Adam Smith eleogia questa classificazione.
Pag 605 Hutchenson divide il senso morale di un uomo in sensi diretti e sensi riflessi (armonia, bellezza).
Pag 609 L'approvazione o la disapprovazione possono essere molto appropriatamente denominate senso del giusto e dell'ingiusto o senso morale.
Pag 610-611 L'approvazione può essere tenera, dolce oppure grande, coraggiosa.
Pag 613 La coscienza presuppone l'esistenza di un senso morale.
Pag 617 Cicerone nel primo libro del suo De Officis, cerca di indirizzare verso la pratica delle 4 virtù cardinali e che Aristotele nella prima parte dell'Etica indica i comportamenti.
Pag 620 Il fine del casista è scrivere regole per l'uomo buono.
Pag 625 Confessione auricolare introdotta dalla superstizione cattolica romana in tempi di barbarie e ignoranza.
Pag 628 Le infrazioni dei doveri morali erano di 3 tipi:
1) L'infrazione regole di giustizia
2) Infrazione delle regole della castità queste violazioni sono spesso violazioni di regole di giustizia.
3) Violazione delle regole di veracità. La violazione della verità non è sempre violazione della giustizia.
Pag 629 La disposizione naturale è sempre a credere ad una persona.
Pag 630 Il desiderio di essere creduti, il desiderio di persuadere, di guidare e dirigere altre persone sembra uno dei nostri più forti desideri naturali.
Pag 632 La franchezza e la schiettezza ispirano fiducia. La riservatezza e la dissimulazione attirano la diffidenza.
Pag 636 Si può dire in generale dei casisti che essi hanno cercato, senza alcun risultato di dirigere con regole precise quel che spetta solo alla sensibilità e al sentimento giudicare.
Pag 637 Con le loro vane sottigliezze servono per autorizzare innumerevoli scappatoie. Le due parti utili della filosofia morale sono Etica e Giurisprudenza.
Pag 640 Negli antichi non c'è nessun esempio di legge naturale, ma le leggi di amministrazione sociale. Grozio è stato il primo a fare ciò. ( )
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Since the first publication of the Theory of Moral Sentiments, which was so long ago as the beginning of the year 1759, several corrections, and a good many illustrations of the doctrines it contained in it, have occurred to me.
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DDC/MDS Canonico
LCC canonico
Adam Smith's Theory of Moral Sentiments (1759) lays the foundation for a general system of morals, and is a text of central importance in the history of moral and political thought. It presents a theory of the imagination which Smith derived from David Hume but which encompasses an idea of sympathy that in some ways is more sophisticated than anything in Hume's philosophy. By means of sympathy and the mental construct of an impartial spectator, Smith formulated highly original theories of conscience, moral judgment and the virtues. The enduring legacy of his work is its reconstruction of the Enlightenment idea of a moral, or social, science encompassing both political economy and the theory of law and government. This 2002 volume offers a new edition of the text with clear and helpful notes for the student reader, together with a substantial introduction that sets the work in its philosophical and historical context.

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