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Europa potenza?: alla ricerca di una politica estera per la Comunità (1973)

di Max Kohnstamm

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Aggiunto di recente daMarBreschi, BiblioLorenzoLodi

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Uno studio su una politica estera dena Comunità sarebbe stato considerato fino a qualche anno fa come un'astrazione. Oggi, dopo la fine di quello che François Duchêne chiama «lo scisma d'Occldente», I'ingresso cloè nella Comunità di Gran Bretagna, Danimarca e Irlanda, il concetto di una politica estera comune, di una definizione del posta e del ruolo dell'Europa comunitaria nel mondo entra nel novero delle realizzazioni possibili. L'analisi dei rapporti esterni della Comunità è stata condotta per paesi o gruppi di paesi e per materie. Il volume presenta quindi iI vantaggio di un compendio sintetico ed aggiornato di tutti gli elementi che concorrono a formare la problematica esterna della Comunità. La sua originalità risiede poi nella identificazione delle effettive possibilità di manovra che da questa analisi scaturiscono per una politica estera comunitaria. Si è proceduto per eliminazione. Viene scartata I'ipotesi che I'Europa possa diventare in un avvenire prevedibile una superpotenza capace di tener testa a quelle esistenti, di diventare nel mondo un centro di potere di peso eguale a quello loro: e ciò in sostanza perchè essa non è in grado di darsi un armamento nucleare credibile. L'argomentazione su cui si fonda questa conclusione è rigorosa, anche se susciterà controversie. Scartata è del pari I'ipotesi di un'Europa neutrale, che pur piacerebbe a non pochi nei paesi dell'Europa occidentale. Una neutralità armata si urterebbe anch'essa allo scoglio del deterrente nucleare su cui dovrebbe poggiare per essere credibile: una neutralità disarmata non sarebbe consentita ai paesi della Comunità e rischierebbe di essere prima o dopo travolta. La Comunità esercita un peso ed una forza di attrazione tale che non Ie è lecito sperare di rimanere al riparo delle tensioni che percorrono iI mondo. Che cosa resta allora? Gli autori propongono un'Europa «potenza civile», nozione in cui riassumono tutte Ie possibilità di influenza di cui i paesi membri della Comunità effettivamente disporrebbero, sol che si decidessero di utilizzarle insieme. Questo potere dovrebbe essere esercitato al fine di estendere al maggior numero possibile di paesi del mondo I'impegno di assoggettare i comportamenti nazionali a norme comuni che i paesi membri hanno assunto.
Gli autori della studio hanno inteso provocare un dibattito. Ed un dibattito iI più esteso possibile e senza dubbio necessario se ciò che si vuole è l'Europa del consenso e non un'Europa degli addetti ai lavori, in cui riesca difficile al singolo cittadino di identificarsi. ( )
  BiblioLorenzoLodi | Mar 9, 2017 |
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Gli autori dello studio hanno inteso provocare un dibattito. Ed un dibattito il più esteso possibile è senza dubbio necessario se ciò che si vuole è l'Europa del consenso e non un'Europa degli addetti ai lavori, in cui riesca sempre più difficile al singolo cittadino di identificarsi.
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