Federica mi ha regalato la biografia del boss a Natale di due anni fa. C’è voluto il flirt con Freddy Mercury e la sua Bohemian Rhapsody per farmi venire il senso di colpa e prendere in mano la storia della vita del boss. Da una parte la mia passione per Bruce; dall’altra il rischio di rimanere delusi dalla conoscenza troppo diretta del mito. Il libro è scritto così, così, a tratti noioso, chiaramente appassionante quando tocca le corde del fan, gli aneddoti, la storia delle grandi canzoni del boss. Chiaramente si parte da Freehold, cittadina operaia del New Jersey, e dal rapporto difficile con il padre. La prima chitarra, Elvis, i Rolling Stones ed una passione che diventa amore; i primi gruppi, i Castiles prima, gli Steel Mill poi e la decisione di essere solo Bruce Springsteen che si accompagna ad una grande band; la E street Band che nasce proprio dagli Steel Mill, passando per la Bruce Springsteen band. Nel tempo, in ordine di presenza, e senza calcolare le numerose defezioni, o meglio esclusioni da parte del boss, Sancious, Tallent, Vini Lopez, Steven Van Zandt, Danni Federici, Clarence Clemons, Ernest Carter, Roy Bittan, Max Weinberg, Nils Lofgren, Patti Scialfa, Soozy Tirell e, a posto di big man, il nipote Jake Clemons. La conflittualità del rapporto con la band di supporto delinea il percorso artistico accidentato di Bruce, una carriera incredibile, accompagnata da depressioni e impegno politico. Nel ripercorrere la storia, serve la discografia. Nel 1973 “Greetings from Asbury Park, N.J.” e “The wild, the innocent and the e street shuffle”; nonostante l’ottima l’accoglienza della critica, i risultati di vendite sono deludenti. Nel 1975 con “Born to run” Bruce scala le classifiche Nel 1978 “Darkness on the edge of town” e nel 1980 “The river”; Bruce vive le sue diverse anime che culminano nel capolavoro folk con “Nebraska” nel 1982; il boss è in difficoltà, la pessima gestione dei contratti e dei diritti con il suo produttore, Mike Appel non lo ha reso un uomo ricco, dopo l’incredibile successo di born to run sembra aver perso la vena rock, Nebraska è un capolavoro per la critica, ma non vende. E poi un brano acustico diventa il suo hit, lo trasforma in rock duro, arriva l’album del successo internazionale, è il 1984 e tutti cantano “Born in the Usa” e ballano sulle note di “dancing in the dark”. Passano tre anni e nel 1987 Bruce esce con “Tunnel of love”, un album intimistico cui seguono nel 1992 due album sottotono, “Human touch” e “Lucky town”. Bruce torna poi ai toni profondi di Nebraska con “The ghost of Tom Joad”; inizia la fase impegnata politicamente; anche se nel 1998 pubblica “Tracks”, una raccolta in quattro albi dei suoi brani inediti e con arrangiamenti diversi, tra cui “Born in the U.S.A.” in versione acustica. “The rising” del 2002 accompagna gli Stati Uniti ad uscire dall’incubo dell’11 settembre e nel 2005 con lo struggente devils and dust il boss racconta il dolore della guerra nel Golfo e le contraddizioni degli Stati Uniti. Nel 2006 quel capolavoro di “We shall overcome: the seeger session” con cui Bruce riprende il lavoro di Peter Seeger, un viaggio nella musica degli emigranti irlandesi, ridondante di trombe e violini; memorabile il concerto che vidi a Caserta, in un contesto di una bruttezza incredibile, ma il più bel concerto della mia vita. “Magic” nel 2007 e “Working on a dream” riprendono il percorso di racconto del cuore degli Stati Uniti, Bruce tratteggia il Paese, l’impegno politico e sociale è sempre più pressante. Nel 2012 “Wrecking ball” e nel 2014 “High hopes”. Non sono riuscito a vedere Bruce a Broadway, nulla mi avrebbe reso più felice, ma va bene così. Tornerà l’anno prossimo in Europa, ci proverò. A proposito tra le cose non citate nella discografia due canzoncine: “Because the night”, scritta nel 1978, che non trovò spazio in Darkness on the edge of town e che Bruce regalò a Patty Smith e nel 1993 Oscar per la musica e quattro Grammy adwords con “Streets of Philadelphia”. Questo è il boss. ( )

Con tutto l'amore per Springsteen, veramente un brutto libro. Al di là dei capitoli iniziali di rivela poi ridondante, sentimentale, ripetitivo. Letto e messo in libreria, stop: meglio i dischi. ( )