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Sto caricando le informazioni... Gelo (1963)di Thomas Bernhard
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I reviewed this recently on gradpadscansion.wordpress.com . In short, I enjoyed the quality of the writing, and the translation read wonderfully, but after a while, it began reading like a Goth/Emo diary, with much to do about darkness, cold, and, um, darkness. Not a book I'd recommend. Appartiene alle Collane EditorialiGrote ABC (412) suhrkamp taschenbuch (47) Thomas Bernhard, Werke in 22 Bänden (Band 1) De twintigste eeuw (19) È contenuto inPremi e riconoscimentiMenzioniElenchi di rilievo
Un chirurgo affida a un suo studente un'insolita missione: dovrà studiare segretamente il comportamento di suo fratello, un anziano pittore, Strauch, che si è isolato dal mondo ritirandosi a Weng, un paesino d'alta montagna, buio e malinconico. Durante lunghe passeggiate attraverso un paesaggio pietrificato dal gelo, bellissimo e terribile, lo studente si smarrisce ben presto nel labirinto ossessivo dei monologhi del pittore in cui verità lancinanti sembrano brillare al di là della fitta trama di allucinazioni, manie, congetture filosofiche, deliri persecutori e memorie autobiografiche. Il romanzo è il progressivo coinvolgimento dello studente e del lettore nella visionaria psicosi del pittore e nella vita quotidiana del villaggio, i cui abitanti sono esemplari di una umanità priva di ogni possibile luce di redenzione. Annotation Supplied by Informazioni Editoriali Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)833.914Literature German literature and literatures of related languages German fiction Modern period (1900-) 1900-1990 1945-1990Classificazione LCVotoMedia:
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E' camminare su una strada appena asfaltata, strascicare i piedi con enorme fatica per staccarli dal catrame e avanzare.
Che poi è anche lo stesso sforzo del medico per “penetrare in modo sistematico nell'esistenza” del pittore Strauch e monitorare il suo stato di avanzamento pazzia.
Il pittore cammina, parla, delira, racconta e contagia.
Il medico insegue, ascolta, osserva, annaspa e si infetta.
Attraverso "brandelli di parole" e uno "squinternato fraseggio", Strauch descrive il mondo circostante come un inferno in terra. Ed è inquietante osservare come la stessa impressione di dannazione compenetri pian piano la mente del medico, spingendolo fin sull'orlo dell'abisso.
Risucchiato dall'orbita deformante del pittore, il medico viviseziona la realtà e vede che il suo finora presunto ordine nasconde la minaccia di disordine e di perdita d'identità verso la fusione in un caos totale. E intuisce che la lucida follia di Strauch è l'eccezione, la salvezza, la fuga dall'entropia cui siamo inevitabilmente condannati. “Solo quando la scienza avrà raggiunto la sua meta, le maschere mortuarie torneranno ad essere persone”.
Bisogna riemergere spesso dall'apnea della lettura per riprendere fiato e non essere trascinati sul fondo. Lasciarsi andare e rendersi complici resta tuttavia indispensabile.
"Detesto il lettore che ha comprato il suo libro, lo spettatore che ha pagato la sua poltrona, e che a partire da quel momento sfrutta il morbido cuscino del godimento edonista o dell'ammirazione per il genio. Che cosa importava a Van Gogh della tua ammirazione? Voleva la tua complicità, che tu cercassi di guardare come stava guardando lui, con gli occhi scorticati da un fuoco eracliteo".
(Cortazar, Il giro del giorno in ottanta mondi) ( )