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In Clarke's first published full-length science fiction novel, renowned science fiction writer Martin Gibson joins the spaceship Ares, the world's first interplanetary ship for passenger travel, on its maiden voyage to Mars. His mission: to report back to the home planet about the new Mars colony and the progress it has been making.First published in 1951, before the achievement of space flight, Clarke addresses hard physical and scientific issues with aplomb-and the best scientific understanding of the times. Included are the challenges of differing air pressures, lack of oxygen, food provisions, severe weather patterns, construction on Mars, and methods of local travel-both on the surface and to the planet's two moons.… (altro)
Classico romanzo di 'fanta-scienza', per usare un neologismo abbastanza efficace, "Le sabbie di Marte" descrive il viaggi inaugurale dell'astronave 'Ares' -prima nave di linea regolare fra i pianeti- e le lotte di un gruppo di pionieri del XXI secolo per colonizzare le rosse distese desertiche del pianeta Marte. È una lotta affascinante e paurosa su un mondo in agonia dove non esiste quasi più traccia di vegetazione e l'aria è così povera di ossigeno da essere praticamente irrespirabile. Ma la fine del romanzo darà al lettore la più straordinaria -e la meno impossibile- delle sorprese ... "Le sabbie di Marte" è un autentico capolavori della narrativa a sfondo scientifico e fantastico. Non per nulla il suo autore, Arthur C. Clarke, è un noto scienziato, membro della British Astronomical Association e Presidente della Società interplanetare britannica.
Agli albori della fantascienza marziana, un racconto modesto ma carino che propone nel finale un bel mistero marziano old style. Modesto ma godibile (ovviamente tenendo conto che è stato scritto nel 1952). ( )
'So this is the first time you've been upstairs?' said the pilot, leaning back idly in his seat so that it rocked to and fro in the gimbals.
- Dunque, è la prima volta che salite lassù! - disse il pilota appoggiandosi pigramente allo schienale del seggiolino che la sospensione cardanica manteneva in posizione orizzontale.
Citazioni
Ultime parole
Hänen varjonsa sulautui Fiukun varjoon pikku marsilaisen hyppiessä hänen vieressään, kun pään päällä yön viimeinen häivähdys suli pois taivaalta, ja ympärillä kookkaat, kukattomat kasvit avasivat kasvonsa auringolle.
His shadow merged with Squeak's as the little Martian hopped beside him; while overhead the last hues of night drained from the sky, and all around, the tall, flowerless plants were unfolding to face the sun.
La sua ombra si confuse con quella di Quiicc mentre il piccolo Marziano gli saltellava accanto: intanto in alto, nel cielo, le ultime foschie della notte si dissipavano, e tutt'attorno le alte piante senza fiori dispiegavano il loro volto al Sole.
In Clarke's first published full-length science fiction novel, renowned science fiction writer Martin Gibson joins the spaceship Ares, the world's first interplanetary ship for passenger travel, on its maiden voyage to Mars. His mission: to report back to the home planet about the new Mars colony and the progress it has been making.First published in 1951, before the achievement of space flight, Clarke addresses hard physical and scientific issues with aplomb-and the best scientific understanding of the times. Included are the challenges of differing air pressures, lack of oxygen, food provisions, severe weather patterns, construction on Mars, and methods of local travel-both on the surface and to the planet's two moons.
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Descrizione del libro
Il Mariner IV, com'è noto, non ha scoperto su Marte nessuna traccia di vita intelligente. E il protagonista di questo celebre romanzo di Clarke, che inaugurò 13 anni fa, la collezione di Urania, non si stupirebbe affatto di questo risultato. Quando infatti, il giornalista Martin Gibson sbarca sul Pianeta Rosso, questo è già parzialmente colonizzato dagli uomini: ma i coloni, da anni che sono lì, non hanno mai visto l'ombra di un marziano. Se dunque i marziani, malgrado tutto, ci sono, vuol dire che sono ben nascosti. E c'è poco da meravigliarsi che le fotografie del Mariner, scattate da una distanza di 12.000 chilometri, non ne abbiano rilevato l'esistenza.
Questo romanzo, che inaugurò la collana di Urania nel 1952, pone esplicitamente il problema del rapporto fra fantasia e realtà scientifica. Se la scienza dimostra, per esempio, che su Marte la vita non esiste, sono ancora leggibili le avventure marziane escogitate da scrittori pieni d'immaginazione? Nel 1952 il primo Sputnik era ancora di là da venire, e lo sbarco lunare, le teletrasmissioni "in diretta" dal pianeta rosso, sarebbero apparse ai più come ingenui sogni. Clarke scriveva contro corrente, contro lo scetticismo e l'indifferenza del mondo scientifico di allora. E per di più, scriveva bene. Le sue ipotesi erano plausibili e stimolanti, basate su solidi fatti e acute osservazioni. I suoi personaggi erano credibili, le beghe burocratiche e finanziarie della colonia marziana, le ambizioni e le lotte di potere, i contrasti fra Terra e Marte, erano un modello di realismo, di verosimiglianza. E il colpo di scena conclusivo è ancor oggi perfettamente accettabile. La scienza può averlo smentito nei particolari. Ma nelle grandi linee aveva ragione lui, sia come pioniere scientifico, sia soprattutto come romanziere.
"Le sabbie di Marte" è un autentico capolavori della narrativa a sfondo scientifico e fantastico. Non per nulla il suo autore, Arthur C. Clarke, è un noto scienziato, membro della British Astronomical Association e Presidente della Società interplanetare britannica.