Meraviglioso e toccante... consigliato!

I cuori non sono tutti uguali. Si modellano, si sagomano, sulle esperienze. Come un tronco che cresce storto adattandosi a quello che c'ha intorno. E tutto quello che ha dato forma al tuo...gli insegnamenti, le cose trasmesse, quelle che ti hanno fatto piangere, quelle che ti hanno fatto ridere, il sangue che ti ribolliva dentro e quello che ti hanno fatto sputare fuori. Ogni cosa. Oggi sta a Kobane

Oggi Kobane è un museo a cielo aperto della vergogna dell'umanità. Di cosa è stato lasciato accadere. Non vogliamo ripulire tutto solo perché il mondo possa tornare a far finta di niente ( )

Il successo di Zerocalcare deriva dalla sua capacità di abbinare l’ironia alla cinica analisi dei problemi della sua generazione. Ma Kobane calling, bellissima la trasposizione teatrale vista l’ultimo giorno prima della chiusura di tutti gli eventi, è un’altra cosa. L’artista di Rebibbia, ormai famoso, entra in contatto con alcuni gruppi di curdi che testimoniano il dramma che si vive in Rovaja, una striscia di terra a confine tra la Turchia e la Siria in cui i curdi hanno creato uno Stato ideale privo di riconoscimento internazionale. Capitale morale di questo Stato fantasma è Kobane, simbolo della resistenza curda contro l’attacco dell’Isis mosso con l’appoggio della Turchia e con la sostanziale latitanza dell’Onu. Il tutto nasce negli ambienti dei centri sociali, che sono gli ambienti di Zerocalcare; ma poi tutto cambia nel momento in cui l’artista romano parte per due viaggi verso la Rovaja. Il racconto ha i toni cui ci ha abituati l’autore, cinici, sfrontati, irriverenti, dal problema del bagno all’alimentazione, il dramma per un ragazzo cresciuto a Camille di fare colazione con formaggio salato e olive o con crema di lenticchie. Ma oltre la patina d’ironia Zerocalcare è bravissimo a raccontare, a modo suo, il dramma ed il sogno che c’è dietro la resistenza del popolo curdo, eretto a paladino delle libertà o totalmente ignorato a seconda del gradimento del momento dei tweet. L’intenso omaggio a Lorenzo Orsetti, un ragazzo di Rifredi caduto in una guerra non sua, o di tutti, bisogna solo scegliere la prospettiva è il segno della maturità artistica di Zerocalcare e del valore sempre più sociale del suo lavoro. Un libro diverso, ma importante dell’autore romano. ( )