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Sto caricando le informazioni... Le mariage de plaisirdi Tahar Ben Jelloun
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Appartiene alle Collane EditorialiGallimard, Folio (6385)
"Dans l'islam, il est permis un homme qui part en voyage de contracter un mariage dure dtermine pour ne pas tre tent de frquenter les prostitues. On le nomme "mariage de plaisir". C'est dans ces conditions qu'Amir, un commerant prospre de Fs, pouse temporairement Nabou, une Peule de Dakar, o il vient s'approvisionner chaque anne en marchandises. Mais voil qu'Amir se dcouvre amoureux de Nabou et lui propose de la ramener Fs avec lui. Nabou accepte, devient sa seconde pouse et donne bientt naissance des jumeaux. L'un blanc, l'autre noir. Elle doit affronter ds lors la terrible jalousie de la premire pouse blanche et le racisme quotidien. Quelques dcennies aprs, les jumeaux, devenus adultes, ont suivi des chemins trs diffrents. Le Blanc est parfaitement intgr. Le Noir vit beaucoup moins bien sa condition et ne parvient pas offrir son fils Salim un meilleur horizon. Salim sera bientt, son tour, victime de sa couleur de peau."--Publisher's description. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)843.914Literature French French fiction Modern Period 20th Century 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:
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Siamo nei primi anni Cinquanta, ma la questione della linea del colore non tenderà affatto a sfumare. La nuova coppia avrà due gemelli, non «caffelatte» come ci si aspettava ma l’uno bianco e l’altro nero. Quest’ultimo, costantemente indotto a interrogarsi sulla sua identità, avrà a sua volta un figlio nero come lui, che gli eventi accomuneranno all’ondata di “africani” che ormai si abbatte sul Marocco, terra di transito per Ceuta e da qui in Europa.
Ben Jelloun ha scelto un percorso che sorprenderà il lettore, oltre che per la trama, anche per le mutazioni di registro e per la denuncia dell’atavico razzismo – suo tema prediletto – nel Maghreb nonché per le… punture di spillo sulle derive dell’islam. Se un appunto si può fare, è che alcuni giudizi sembrano più voce dello scrittore che dei personaggi (oltre a un anacronismo: nei primi anni Cinquanta non si parlava ancora di «trisomia» per la sindrome di Down).
Nota a margine: l’«Amine» della dedica del libro è il nome del figlio con sindrome di Down di Tahar Ben Jelloun. Un segno di quanto quest’ultima sua fatica debba essere particolarmente cara all’autore.
Infine, dopo il fortunato "Il razzismo spiegato a mia figlia" e "L’Islam spiegato ai nostri figli" (Bompiani), attendiamo di leggere in italiano anche come lo scrittore marocchino abbia spiegato ai nostri figli il terrorismo («È stato più difficile che scrivere un romanzo», ha dichiarato). ( )