Questo sito utilizza i cookies per fornire i nostri servizi, per migliorare le prestazioni, per analisi, e (per gli utenti che accedono senza fare login) per la pubblicità. Usando LibraryThing confermi di aver letto e capito le nostre condizioni di servizio e la politica sulla privacy. Il tuo uso del sito e dei servizi è soggetto a tali politiche e condizioni.
Risultati da Google Ricerca Libri
Fai clic su di un'immagine per andare a Google Ricerca Libri.
Roxane Gay addresses the experience of living in a body that she calls 'wildly undisciplined.' She casts an insightful and critical eye over her childhood, teens, and twenties -- including the devastating act of violence that was a turning point at age 12 -- and brings readers into the present and the realities, pains, and joys of her daily life. With candor, vulnerability, and authority, Roxane explores what it means to be overweight in a time when the bigger you are, the less you are seen.… (altro)
Dio, quanto vorrei poter scrivere un libro sul trionfo di una dieta dimagrante e su come ho imparato a convivere con i miei demoni. Quanto vorrei poter scrivere un libro sulla pace che provo e il bene assoluto che mi voglio, qualunque sia la mia taglia.
Questa non sarà una vera e propria recensione, perché Fame non racconta una storia che possa essere giudicata. La storia è quella dell’autrice, Roxane Gay, e del suo corpo, un corpo grasso che nessunə vuole vedere e tuttə vogliono guarire senza essere dispostə a considerare che ciò che sappiamo noi potrebbe non essere l’unica verità importante.
Fame è un libro che si ascolta, in silenzio, e lo si ascolta anche se avete a che fare con il cartaceo o l’ebook e non con l’audiolibro. Leggere Fame è come avere Gay davanti a voi che vi racconta la sua storia, senza indulgenza e senza autocommiserazione. L’unica cosa che vi viene chiesto di fare è ascoltarla adesso che finalmente ha trovato le parole, e il coraggio, per mettere nero su bianco la sua storia.
Fame è un libro che fa male (davvero tanto male) e che non ha paura di andare in posti bui e oscuri che mai vorremmo vedere; è un libro che parla di invisibilità di corpi pur così visibili; è un libro che parla di amore e affetto al di là di ogni barriera. Fame è un libro difficile: smaschera un sistema del quale facciamo tuttə parte, che trova accettabile schiacciare le persone che non rientrano tra le fortunate. E fa schifo.
Questo è un libro sul mio corpo, sulla mia fame e, in ultimo, sullo scomparire e perdersi e voler essere visti e capiti, volerlo con tutte le proprie forze. È un libro sull’imparare, anche lentamente, a concedersi di essere visti e capiti.( )
Dati dalle informazioni generali inglesi.Modifica per tradurlo nella tua lingua.
for you, my sunshine, showing me what I no longer need and finding the way to my warm
Incipit
Dati dalle informazioni generali inglesi.Modifica per tradurlo nella tua lingua.
Every body has a story and a history.
Citazioni
Dati dalle informazioni generali inglesi.Modifica per tradurlo nella tua lingua.
This is the reality of living in my body: I am trapped in a cage. The frustrating thing about cages is that you're trapped but you can see exactly what you want. You can reach out from the cage, but only so far.
My body is a cage. My body is a cage of my own making. I am still trying to figure out my way out of it. I have been trying to figure a way out of it for more than twenty years.
When I was twelve years old, I was raped. So many years past being raped, I tell myself what happened is "in the past." This is only partly true. In too many ways, the past is still with me. The past is written on my body. I carry it every single day. The past sometimes feels like it might kill me. It is a very heavy burden.
Hating myself became as natural as breathing.
I ate and ate and ate at school. At home for breaks, I made a show of dieting (and continued eating everything I really wanted to eat, in secret). This double life of eating would become something that stayed with me well into adulthood. It lingers even now.
It is a powerful lie to equate thinness with self-worth.
What does it say about our culture that the desire for weight loss is considered a default feature of womanhood?
It is startling to realize that even Oprah, a woman in her early sixties, a billionaire and one of the most famous women in the world, isn't happy with herself, her body. That is how pervasive damaging cultural messages about unruly bodies are—that even as we age, no matter what material successes we achieve, we cannot be satisfied or happy unless we are also thin.
In yet another commercial, Oprah somberly says, "Inside every overweight woman is a woman she knows she can be." This is a popular notion, the idea that the fat among us are carrying a thin woman inside. Each time I see this particular commercial, I think, I ate that thin woman and she was delicious but unsatisfying. And then I think about how fucked up it is to promote this idea that our truest selves are thin women hiding in our fat bodies like imposters, usurpers, illegitimates.
"People like me don't get to eat food like that in public," and it was one of the truest things I've ever said.
I think, Tomorrow, I will make good choices. I am always holding on to the hope of tomorrow.
I reserve my most elaborate delusions and disappointments for myself.
In order to maintain your body weight, you need to eat 11 calories for every pound you weigh. In order to lose a pound of fat, you must burn 3,500 calories.
I am the fattest person. This is a constant, destructive refrain and I cannot escape it.
When I am eating a meal, I have no sense of portion control. I am a completist.
This is to say, I know what it means to hunger without being hungry. My father believe hunger is in the mind. I know differently. I know that hunger is in the mind and the body and the heart and the soul.
I often tell my students that fiction is about desire in one way or another. The older I get, the more I understand that life is generally the pursuit of desires. We want and want and oh how we want. We hunger.
Ultime parole
Dati dalle informazioni generali inglesi.Modifica per tradurlo nella tua lingua.
See what I hunger for and what my truth has allowed me to create.
Roxane Gay addresses the experience of living in a body that she calls 'wildly undisciplined.' She casts an insightful and critical eye over her childhood, teens, and twenties -- including the devastating act of violence that was a turning point at age 12 -- and brings readers into the present and the realities, pains, and joys of her daily life. With candor, vulnerability, and authority, Roxane explores what it means to be overweight in a time when the bigger you are, the less you are seen.
Google Books — Sto caricando le informazioni...
(4.21)
3
Questa non sarà una vera e propria recensione, perché Fame non racconta una storia che possa essere giudicata. La storia è quella dell’autrice, Roxane Gay, e del suo corpo, un corpo grasso che nessunə vuole vedere e tuttə vogliono guarire senza essere dispostə a considerare che ciò che sappiamo noi potrebbe non essere l’unica verità importante.
Fame è un libro che si ascolta, in silenzio, e lo si ascolta anche se avete a che fare con il cartaceo o l’ebook e non con l’audiolibro. Leggere Fame è come avere Gay davanti a voi che vi racconta la sua storia, senza indulgenza e senza autocommiserazione. L’unica cosa che vi viene chiesto di fare è ascoltarla adesso che finalmente ha trovato le parole, e il coraggio, per mettere nero su bianco la sua storia.
Fame è un libro che fa male (davvero tanto male) e che non ha paura di andare in posti bui e oscuri che mai vorremmo vedere; è un libro che parla di invisibilità di corpi pur così visibili; è un libro che parla di amore e affetto al di là di ogni barriera. Fame è un libro difficile: smaschera un sistema del quale facciamo tuttə parte, che trova accettabile schiacciare le persone che non rientrano tra le fortunate. E fa schifo.
Questo è un libro sul mio corpo, sulla mia fame e, in ultimo, sullo scomparire e perdersi e voler essere visti e capiti, volerlo con tutte le proprie forze. È un libro sull’imparare, anche lentamente, a concedersi di essere visti e capiti. (