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Chirù (2015)

di Michela Murgia

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Sicuramente Michela Murgia ha lavorato tantissimo a questo romanzo. Ogni parola è cercata, ogni citazione pesata. Ma troppo! Usa termini che mai più sentirò usare in vita mia e che non sono nemmeno "belli" però onore al merito di aver trovato nella lingua italiana parole che sintetizzano così bene quello che si vuole esprimere! Anche i suoi "aforismi", di cui il romanzo è stracolmo, sono molto carini ma anche piuttosto saccenti. Michela Murgia ha messo sicuramente molto di sé in questo romanzo. Mi piace come donna e come "pensatrice" ma la sua Eleonora è un po' troppo saccente e si crede riuscita: capisce perfettamente, nei minimi dettagli, se stessa e gli altri. La trama è prevedibile fin dall'inizio, non avevo letto nessuna presentazione del libro, ma avevo già capito come sarebbe finita con Chirù dalla prima pagina. Per questo la definirei banale, debole. Lo stile però è a tratti accattivante, ci sono capitoli molto belli come quello sulla visita al negozio di stoffe. E commenti sulla famiglia così veri e duri che strappano il cuore. Ci ha messo un po' tutto quello che le sta a cuore l'autrice: politica, femminismo, Sardegna. Però tutto il romanzo odora di saccenza (è la terza volta che uso questa parola), ancora più che di lavanda. Sinceramente le critiche alla Svezia mi hanno lasciata un po' perplessa...Difficile giudicare uno Stato in cui non si è vissuto per molto tempo... Il finale? Lasciamo stare...Secondo me qui crolla un po' tutto. A parte che non viene spiegato quello che andava spiegato e questa è una cosa che mi dà sempre fastidio nei romanzi. Ma poi la fine che fa la protagonista? Ma davvero è impossibile essere realizzati senza figli o senza un partner? Il 99% di romanzi e film la pensa così. Dovrei fare una ricerca in merito... Concludo dicendo che sono stata contenta di averlo letto, di essere stata per un po' dietro le quinte di un mondo che non conosco.
  GianninaAlchemilla | Jan 5, 2020 |
Viele Jahre sind vergangen seit Eleonora zuletzt einen Schüler angenommen hatte. Zu stark war der Schmerz nach dem Selbstmord Nins. Als die Chirú zum ersten Mal begegnet, sieht sie sofort, dass sie den 18-Jährigen Violinisten begleiten, ihn in das Leben der Kunst einführen muss. Unbedarft ist Chirú, aber ein gelehriger Schüler, doch seine Lehrerin unterschätzt ihn. Zunehmend und schmerzhaft muss sie erkennen, dass er nicht nur schnell lernt, sondern vor allem eine scharfe analytische Beobachtungsgabe besitzt, die er in Worte umzusetzen vermag, die nicht nur ins Schwarze treffen, sondern dort auch wie Dolche einstoßen und die Brutalität der Wahrheit geäußert durch seine Jugend umso schlimmer erscheinen lassen.

Michela Murgias Roman liest sich ausnehmend langsam. Voller leiser Töne, einzelner Sätze, die ihre Zeit einfordern aufgrund der Bedeutungsschwere, die ihnen innewohnt. Man kann nicht oberflächlich über sie hinweggehen, zu viel liegt darunter, was sich nach und nach entfalten will.

Ihre beiden Protagonisten sind ein ungewöhnliches Paar. Eleonora, erfolgreiche Theaterschauspielerin und Freigeist, lässt sich weder gedanklich einsperren noch von Konventionen begrenzen und doch lebt sie genau jene wiederum und bringt sie ihren Schützlingen bei. Chirú, der sich unweigerlich in diese attraktive und unnahbare Frau verlieben muss, bewundert sie und saugt ihre Worte regelrecht auf. Doch die Nähe, die zwischen beiden entsteht, wird durch ihre Tournee unterbrochen und ihre über Monate gepflegte Nähe erfährt nun eine plötzliche Loslösung.

Eigentlich sind die Rollen klar verteilt: sie die ältere, weisere, die Lehrerin. Er der jung, vielleicht noch naive Schüler. Doch früh schon zeigt sich, dass mehr in ihm steckt. Er durchschaut sie: das äußere Bild einer Bürgerin, einer Frau, die nicht gefallen will, die im Inneren jedoch einsam ist und unglücklich. Die Maske, die sie auf der Bühne trägt, hat sie auch im Leben für sich gefunden. Sie ist verletzt von seinen Worten und muss doch die Treffsicherheit anerkennen. Ihm kann sie nichts vormachen. So auch nicht ihre Beziehung zu Martin verheimlichen. Doch sie kann den jungen Schüler nicht einfach aufgeben, auch wenn dieser offenkundig für sie schwärmt. Zu sehr reizt sie das Gefühl der Allmacht, den Einfluss, den sie auf ihn hat. Für diesen Hochmut wird sie bezahlen, sie ahnt es und doch rennt sie sehenden Auges weiter. ( )
  miss.mesmerized | Dec 23, 2017 |
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“Chirú kwam bij me zoals drijfhout op het strand belandt, glad en kronkelig, afval dat een lange tocht over zee heeft overleefd”. Zo begint de roman De lessen geschreven door de Sardijnese schrijfster Michela Murgia. Een roman die gaat over de 38 actrice Eleonora, die haar laatste leerling aanneemt. Een leerling in de levenskunst. Chirú, een jonge conservatoriumstudent, vindt zelf zijn maestra en, hoewel ze twijfelt of ze hem als leerling zal aannemen, kan ze hem niet weerstaan. De roman neemt ons mee in de wereld van het theater, vol interessante figuren en levenslessen.
 

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Michela Murgiaautore primariotutte le edizionicalcolato
Ubach, MercèTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato

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