Ci sono libri che risultano essere dei riuscitissimi… casi di marketing. E il caso del primo romanzo di Marek Krajewski ne è la testimonianza. Benché si tratti di un romanzo pregevole, non si può certo dire si tratti di un capolavoro, né tantomeno un romanzo capace di “incantare” il lettore. La scritture è troppo altalenante nel romanzo. Belle le descrizioni dell’inizio, la descrizione dell’atmosfera di Breslavia, città tedesca allora, oggi Polacca, nei giorni del consolidamento del potere di Hitler. L’atmosfera crepuscolare, la descrizione della vita dissoluta, un personaggio ben descritto come il commissario Eberhard Mock (che dovrebbe essere il personaggio centrale anche di altri romanzi dello stesso autore, non ancora editi in Italia), non trovano però un contraltare coerente nel proseguo del libro. [...] In definitiva, il libro rischia di scontentare sia quanti apprezzano in un giallo le dimensioni esoteriche, sia invece quanti siano alla ricerca di un thriller che tenga col fiato sospeso a causa della lettura non sempre scorrevole. Attendiamo quindi ora le prossime uscite dell’autore, per capire se il personaggio di Mock, di sicuro molto interessante, esca rafforzato e meglio delineato. Recensione pubblicata per intero sul mio blog http://www.sergiocaredda.eu/2007/08/19/marek-krajewski-morte-a-breslavia/ ( )