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Sto caricando le informazioni... Europe Central (2005)di William T. Vollmann
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Europe Central is a worthy companion to.. Gravity’s Rainbow. "Europe Central" is not without its flaws. A few of the sections seem, in the end, like the fictional equivalent of balloons that have slipped out of their holder's hands, bobbing skyward most beautifully, but not in a way that connects with anything. That said, William Vollmann deserves a hearty ovation: He has done as much as anyone in recent memory to return moral seriousness to American fiction, and here's hoping that this jarring, haunting absurdly ambitious symphony of a book will inspire other writers to batter down mental barriers, the way that Shostakovich's music did. Appartiene alle Collane EditorialiPremi e riconoscimentiMenzioniElenchi di rilievo
Vollmann presents a mesmerizing series of intertwined paired stories that compare and contrast the moral decisions made by various figures (some famous, some infamous, some unknown) associated with the warring authoritarian cultures of Germany and the USSR from 1900-1968. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)813.54Literature English (North America) American fiction 20th Century 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:
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Già nelle prime pagine si alternano due voci narranti anonime (un nazista ed un agente del NKVD) a cui si aggiungono nel corso delle vicende altri narratori - rigorosamente senza nome - che raccontano le vicende in prima od in terza persona.
Si presenta come un romanzo, ma in realtà è un insieme di racconti, più o meno lunghi, che sono allo stesso tempo autonomi e correlati gli uni agli altri, per contenuto e/o per la presenza di personaggi comuni.
Anche lo stile contribuisce a rendere ostica la lettura di Europe central perché alterna, spesso nella stessa pagina, parti realistiche ad altre visionarie. E' simile a quello di Gabriel García Márquez o di Jiří Weil , ma non ne possiede la componente poetica e suggestiva.
Volendo riassumere Europe central, lo si potrebbe definire come un insieme di biografie romanzate ( Šostakovič, Von Paulus, Vlasov, Kaethe Kollowitz, Karmen, Gerstein) accomunate dalla necessità di scegliere tra due "mali" e di diventare complici dei carnefici da entrambe le parti. E' una descrizione incompleta, tuttavia, perché queste biografie sono a loro volta un pretesto per cercare di (far) comprendere la storia recente dell'Europa da un punto di vista "europeo", escludendo o minimizzando il ruolo degli Usa. Il risultato è straniante per gli americani (Cfr. Aubrey: "There was very little mention of the US, and what little there was was coupled with either contempt or hatred. Somewhat refreshing in an odd sense.")
Le vicende di Šostakovič sono la chiave di volta di Europe central perché la sua musica dà voce al dolore ed all'orrore dell'epoca: "Lui è al centro del mondo, sapete. (Il centro del mondo è Leningrado, che è Stalingrado, che è Auschwitz.)."
E' un libro impegnativo, ma non entusiasmante: le frasi smozzicate di Šostakovič, l'assenza di un plot definito, il cambio continuo di punti di vista, la freddezza emotiva (nonostante tutti gli orrori) sottraggono piacere alla lettura.
Simile per setting e dilemmi morali a Dark Star, per l'ambiguità delle scelte a Il était une fois en France, per il ruolo della musica a Doctor Faustus. ( )