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Un messaggio al Ventunesimo secolo

di Isaiah Berlin

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Questo libretto contiene due discorsi scritti da Berlin in tarda età, in cui espone una delle sue idee centrali, ciò che lui stesso definì il suo "breve credo". Il quale, se ho capito correttamente, consiste in questo.
Vi sono stati molti pensatori (filosofi, scrittori, ...) che hanno creduto che si potesse creare una società perfetta o ideale, in cui i problemi umani fossero definitivamente risolti e in cui si sarebbero realizzati valori grandi e desiderabili come "la libertà, la sicurezza, l'eguaglianza, la felicità, la giustizia, la conoscenza, e così via".
Ma tale credenza è semplicemente falsa, sostiene Berlin. E i motivi sono due. Il primo: i valori grandi e desiderabili sono, in parte, in conflitto tra loro; non è possibile conseguirli tutti, e tentando di conseguirne uno al massimo grado è inevitabile comprimere o distruggere qualcuno degli altri. Il secondo: non ci è possibile prevedere tutte le conseguenze delle nostre azioni, né tutti i cambiamenti e i nuovi problemi che si presenteranno in futuro. Questo basta a rendere impossibile la realizzazione di una società ideale.
Dunque l'idea che si possa giungere a una società ideale è sbagliata in radice. Quando qualcuno, convinto di possedere la ricetta giusta, ha tentato effettivamente di applicarla, le conseguenze sono state catastrofiche. Il motivo è presto detto: se questo qualcuno è convinto di conoscere la via certa per la società ideale, non si fermerà davanti a nulla, pronto a commettere le atrocità più grandi per arrivare alla meta. Nella storia del ventesimo secolo, l'esempio più eclatante di ciò è stato il comunismo.
I due testi presentano entrambi questa tesi, in modo limpido e senza gergo specialistico. Il primo è più articolato e abbozza anche il percorso intellettuale che Berlin seguì. Il secondo è più sintetico e termina con una nota di ottimismo per il futuro. "La democrazia liberale... si sta diffondendo. Le grandi tirannie sono cadute, o presto cadranno..."
Nel 1994 questo ottimismo poteva anche sembrare giustificato, ma oggi mi sembra proprio fuori luogo. Le democrazie liberali sono quasi tutte in crisi: l'Europa schiacciata dai debiti, incapace di far funzionare un'Unione sempre meno unita, ammorbata da populismi senza scrupoli; gli Stati Uniti con le loro istituzioni forse venerabili, ma certamente obsolete e mal funzionanti, e una politica sempre più ideologica e radicalizzata; e involuzioni autoritarie come in Ungheria o in Turchia, per non parlare della Russia, che di autoritarismo e autocrazia non si è mai liberata. E dappertutto la politica democratica è largamente ridotta a un miscuglio di spettacolo e demagogia, impotenza e miopia, rozzezza e sfiducia. Se l'Occidente oggi forse è vaccinato contro i disastri dell'utopia politica, di sicuro non lo è l'islam, con la sua esplosione di integralismo distruttivo che almeno in parte è alimentata da folli visioni di una società tutta coranica. Un'esplosione che ha covato a lungo sotto la cenere, è iniziata da qualche decennio, è ora in pieno svolgimento e ci minaccia direttamente. E a tutto ciò aggiungiamo l'ascesa straordinaria della Cina, che è una dittatura di partito in cui le libertà politiche e civili (salvo quella di arricchirsi) sono inesistenti, e che inizia a esibire pericolose spinte nazionalistiche.
Berlin è morto nel 1997 e non ha dovuto assistere a tutto questo. Ma la sua certezza che il XXI secolo "potrà solo essere un tempo migliore per l'umanità" mi pare che si stia tristemente rivelando falsa. ( )
  Oct326 | Nov 15, 2015 |
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