"Rulli di tamburo per Rancas" è un libro biografico. Racconta la storia del popolo di Rancas, che, nel Perù della metà del ‘900, lottò contro l’invasione delle sue terre da parte di una multinazionale statunitense. Storie conosciute, come nel mondo ce ne sono a migliaia, niente di nuovo. Ma non mi era mai capitato di viverle attraverso la biografia di una intera popolazione, uomini, donne, vecchi, bambini, ed anche pecore, cavalli, maiali, tutti disposti a lottare, a farsi uccidere, pur di non rinunciare alla terra, l’unica possibilità di sopravvivenza che conoscono.
Che il libro sia stato scritto da un poeta, questo è evidente fin dalle prime righe. Sebbene sia un romanzo, ogni frase è intrisa di poesia. Che lo scrittore sia un poeta latinoamericano, anche questo non potrebbe essere più chiaro. Ogni situazione, ogni sensazione viene espressa con una semplicità disarmante, con un’ironia che fa ridere e piangere.
Confesso che quando ho comprato il libro, non ne sapevo nulla. Ho letto il titolo in un articolo che parlava di letteratura latino-americana. Non sapevo chi fosse il signor Manuel Scorza, né avevo mai sentito parlare di Rancas. Ma il libro è un pugno allo stomaco, e nello stesso tempo una lettura piacevolissima. Ed è un concentrato meraviglioso ed esplosivo di tutte le anime e le contraddizioni dell’America Latina.
Come va a finire la storia? Inutile dirlo. Dirò solo che se non avessi incontrato questo libro, oggi avrei meno rabbia in corpo, e meno poesia. ( )