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The land of Terre d'Ange is a place of unsurpassing beauty and grace. It is said that angels found the land and saw it was good...and the ensuing race that rose from the seed of angels and men live by one simple rule: Love as thou wilt.Phèdre nó Delaunay is a young woman who was born with a scarlet mote in her left eye. Sold into indentured servitude as a child, her bond is purchased by Anafiel Delaunay, a nobleman with very a special mission...and the first one to recognize who and what she is: one pricked by Kushiel's Dart, chosen to forever experience pain and pleasure as one.Phèdre is trained equally in the courtly arts and the talents of the bedchamber but, above all, the ability to observe, remember, and analyze. Almost as talented a spy as she is courtesan, Phèdre stumbles upon a plot that threatens the very foundations of her homeland. Treachery sets her on her path; love and honor goad her further. And in the doing, it will take her to the edge of despair...and beyond. Hateful friend, loving enemy, beloved assassin; they can all wear the same glittering mask in this world, and Phèdre will get but one chance to save all that she holds dear.Set in a world of cunning poets, deadly courtiers, heroic traitors, and a truly Machiavellian villainess, this is a novel of grandeur, luxuriance, sacrifice, betrayal, and deeply laid conspiracies. Not since Dune has there been an epic on the scale of Kushiel's Dart-a massive tale about the violent death of an old age and the birth of a new.… (altro)
hoddybook: Even the Wingless is less erotica than Kushiel's Dart. Both deal with somewhat extreme sexual practices however. The former set in an alien environment whereas the latter is in an alternate universe.
decisamente il fantasy non è il mio genere. avevo letto solo commenti entusiasti mentre io non è che sia impazzita per questo libro. lo stile è monocorde e spesso non all'altezza della corposità delle vicende che descrive. Sono portatrice sana di pregiudizi contro la fantascienza e il fantasy, genere di cui non avevo mai letto nulla, a meno che non vogliamo ascrivere ad esso i romanzi di Mary Stewart sul ciclo di Artu’ e Merlino, ma non mi pare sia il caso. Libri che, per altro, avevo amato moltissimo. Ne “Il Dardo e La Rosa” sin dall’inizio ho trovato molto irritante la cultura, o quasi culto, della bellezza che ricorre sempre come discriminante (quasi di casta) e giustificazione/genesi/motivazione di tutto. Il concetto di cortigiana e di intrighi di corte è vecchio quanto il mondo e ha illustri precedenti sia romanzeschi sia storico-biografici. Il sesso o erotismo che dir si voglia, mi sembra trattato con delicatezza e non lo vedo come strumentale: essendo una però che “rifugge” il dolore è ovvio che non provo nessun senso di immedesimazione o partecipazione al vissuto erotico della protagonista che, anzi, mi rimane inesplicabile. E proprio sul concetto di “protagonista” con la morte di Delaunay ho avuto la mia prima enorme delusione nel libro! io, forse per motivi anagrafico-generazionali, avevo puntato tutto su Anafiel…il personaggio più maturo, intelligente, intrigante e perspicace che è presentato tra quelli proposti all’inizio della vicenda. Alcuin e Phèdre potevano pur essere suoi strumenti per non si sa bene cosa, ma era affascinante più che cercare di comporre il puzzle delle sue intenzioni e motivazioni, proprio la sua metodica di indagine, il suo istruire i due giovani all’osservazione, al ricordo, all’analisi del comportamento altrui, al cogliere tic e involontarie debolezze rivelatrici…al pensiero, insomma! Purtroppo non sono amante degli intrighi e, già nella vera storia dell’Europa moderna, pur se suffragati da interpretazioni patrimoniali, territoriali e economiche che gli storici si sono affannati a esplicitare, io ho trovato molta difficoltà a seguire gli intrecci dinastici, matrimoniali e simili. Figuratevi in una vicenda di fantasia. Gia’ l’agguato alla carrozza di Alcuin mi aveva freddata e avevo dovuto ricorrere all’aiuto di un'amica che aveva cercato di darmi spiegazioni senza rivelarmi troppo il seguito. Posso dire però che riguardo a quell’episodio brancolo ancora nel mistero (ma ve l’ho detto: sono carente in dinamica e eziologia dell’intrigo). Quanto al massacro di casa Delaunay poi…sì, va bene, ho capito che dietro ciò e dietro tutto il resto c’è Mèlisande…ma quanto a capire il PERCHE’…(e io sono una che vorrebbe CAPIRE). Mi si e’ spezzato il cuore e, da allora in poi,….delusa e non riuscendo a “capire” ho fatto la scelta di continuare con una sorta di lettura “passiva”, tanto per terminare il libro e per “vedere come va a finire” (non sempre chi accondiscende è debole,…no!?). questa delusione ha probabilmente influenzato tutto il prosieguo; sarà un caso se lo stile narrativo mi è apparso allora monocorde, piatto, e inefficace, quasi distante e scollato dalla mole di avvenimenti, vicende e sentimenti, che si sono andati accumulando? Mi sembrava come se le cose che succedevano erano sì tante (pure troppe) però io non riuscivo ad essere tirata dentro….mi sembrava, di fondo, tutto piatto. La cattività skaldica poi non mi dice nulla di nuovo e, anzi, mi è venuta in mente la serie di “Angelica” di Anne e Serge Golon che confesso di non aver mai letto (ho visto uno o due film) ma che fa parte del patrimonio di famiglia: mi ricordo che quando ero piccola papà e mamma facevano a gara per comprare quei volumi e credo li leggesse pure mia nonna . forse pure in “Fanny” (è della Jong credo) c’è qualcosa di simile, ma è un libro che avevo abbandonato senza finirlo, quindi non so bene…magari è una falsa suggestione. Tornando al Dardo (e scusate le divagazioni personali!) ho trovato un po’ di interesse e coinvolgimento nei piani degli alleati per prepararsi alla battaglia finale; mi è abbastanza piaciuta la trasferta in alba (forse per i lontani echi arturiani) poi però l’abbandono di quel poveretto in un isola arcaica e sperduta in mezzo al mare è stato l’ennesimo colpo di grazia! E’ veramente disperante! Non volevo più proseguire la lettura, ero troppo arrabbiata! Però, ormai, avevo fatto la scelta dell’accettazione passiva e sono andata avanti, totalmente estraniata (e poi non mi piacciono guerre e battaglie, per cui le vicende dell’assedio finale le avrei in ogni modo sentite estranee e distanti). Ok, siamo praticamente alla fine del libro. Il lieto fine è volutamente noioso e pacifico, si capisce benissimo che va stretto a una tale protagonista ed ecco il colpo di scena; riappare il sangoire così la nostra eroina può partire verso nuove avventure. sui personaggi: Non riesco a, non dico identificarmi, ma neppure a entrare in sintonia con Phèdre…che trovo, udite udite, addirittura troppo fredda. Ma sarà perché io ho il rifiuto del dolore, quindi non posso in nessun modo avvicinarmi a lei. Dai commenti che avevo avuto modo di leggere in rete sembra che tutte le ragazze siano innamorate di Joselyn che, tanto per cambiare, mi lascia fredda. Lo trovo ottuso e primitivo, ma sarà perché io non sono più una ragazza. Qualche moto di simpatia in più l’ho avuto per Hyacinte così maturo, così saggio e scaltro, pur essendo coetaneo degli altri due. Ma si sa…di necessità si fa virtù e poi…pensarlo solo e abbandonato tra cielo e mare per l’eternità (almeno finchè non avrò notizie da chi si avventura a leggere i romanzi successivi). Solidarizzo fortemente con lui e poi è un mezzosangue, non uno della casta dei bellissimi e perfettissimi angeline. A Melisande darei semplicemente fuoco alla prima occasione (lo so, lo so, poi non ci sarebbero i sequel) Purtroppo ora non ricordo più il nome (forse De Quincel?)…insomma, ho trovato simpatico il burbero ammiraglio I luoghi: che palle Terre D’ange, evoluta, colta e raffinata mentre il resto d’Europa (va beh, del mondo descritto) è ancora avvolto nella barbarie primitiva…capanne di paglia contro palazzi rinascimentali….Boh Agghiacciante (e affascinante nella sua disperazione e desolazione) il gruppo di isolette del Signore dello Stretto. Un non-luogo e non-tempo, statico e immutabile ma ben aggiornato sugli eventi cui però rimane estraneo. Misteriosa quindi la sua ragion d’essere: indipendente, in avvincibile però condizionante quasi un deus-ex machina, anzi: un topos ex-machina. Che sia lì il cuore di tutto? Mi sa che sperarlo è troppo. [libro del mese di febbraio/marzo 2008 del gruppo di lettura]
Stefano ha scritto il 17 Nov 2009, 17:28 : Pat, le risposte che cerchi sono nei prossimi due libri e credo che per alcune vicende, alcuni personaggi possano cambiare il modo in cui li hai visti. il fatto che hai trovato alcune vicende disperanti lo condivido in pieno. è una trilogia che, almeno per quello che mi riguarda, mi ha svuotato. bella la tua recensione. io questa trilogia l'ho amata e sono in caccia della prossima che sta uscendo. Marta ha scritto il 3 Nov 2008, 20:11 : La similitudine con il ciclo Angelica l'avevo notato anche io, non mi ero confusa.
Overall, though, this is a really superior debut, integrating original themes, intelligent world-building, and skillful writing to an extent all too rare in today's fantasy market. It should immediately establish Carey as one of the most interesting and talented of the current crop of rising fantasy stars.
Dati dalle informazioni generali inglesi.Modifica per tradurlo nella tua lingua.
Thank you to my parents, Marty and Rob, for a lifetime of love and encouragement, and to Julie, whose belief never wavered. To my great aunt Harriett, a very special mahalo for all her stalwart support.
Incipit
Dati dalle informazioni generali inglesi.Modifica per tradurlo nella tua lingua.
Lest anyone should suppose that I am a cuckoo's child, got on the wrong side of the blanket by lusty peasant stock and sold into indenture in a shortfallen season, I may say that I am House-born and reared in the Night Court proper, for all the good it did me.
Citazioni
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Love as thou wilt.
Ultime parole
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First of three parts of the first German translation of "Kushiel's Dart". Second part is called "In den Händen der Feinde". The third part has never been published.
The new translation of "Kushiel's Dart" is called "Das Zeichen". It contains the whole book.
Second of three parts of the first German translation of "Kushiel's Dart". First part is called "Die Geheimniss des Nachtpalais". The third part has never been published.
The new translation of "Kushiel's Dart" is called "Das Zeichen". It contains the whole book.
Redattore editoriale
Elogi
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The land of Terre d'Ange is a place of unsurpassing beauty and grace. It is said that angels found the land and saw it was good...and the ensuing race that rose from the seed of angels and men live by one simple rule: Love as thou wilt.Phèdre nó Delaunay is a young woman who was born with a scarlet mote in her left eye. Sold into indentured servitude as a child, her bond is purchased by Anafiel Delaunay, a nobleman with very a special mission...and the first one to recognize who and what she is: one pricked by Kushiel's Dart, chosen to forever experience pain and pleasure as one.Phèdre is trained equally in the courtly arts and the talents of the bedchamber but, above all, the ability to observe, remember, and analyze. Almost as talented a spy as she is courtesan, Phèdre stumbles upon a plot that threatens the very foundations of her homeland. Treachery sets her on her path; love and honor goad her further. And in the doing, it will take her to the edge of despair...and beyond. Hateful friend, loving enemy, beloved assassin; they can all wear the same glittering mask in this world, and Phèdre will get but one chance to save all that she holds dear.Set in a world of cunning poets, deadly courtiers, heroic traitors, and a truly Machiavellian villainess, this is a novel of grandeur, luxuriance, sacrifice, betrayal, and deeply laid conspiracies. Not since Dune has there been an epic on the scale of Kushiel's Dart-a massive tale about the violent death of an old age and the birth of a new.
Sono portatrice sana di pregiudizi contro la fantascienza e il fantasy, genere di cui non avevo mai letto nulla, a meno che non vogliamo ascrivere ad esso i romanzi di Mary Stewart sul ciclo di Artu’ e Merlino, ma non mi pare sia il caso. Libri che, per altro, avevo amato moltissimo.
Ne “Il Dardo e La Rosa” sin dall’inizio ho trovato molto irritante la cultura, o quasi culto, della bellezza che ricorre sempre come discriminante (quasi di casta) e giustificazione/genesi/motivazione di tutto.
Il concetto di cortigiana e di intrighi di corte è vecchio quanto il mondo e ha illustri precedenti sia romanzeschi sia storico-biografici.
Il sesso o erotismo che dir si voglia, mi sembra trattato con delicatezza e non lo vedo come strumentale: essendo una però che “rifugge” il dolore è ovvio che non provo nessun senso di immedesimazione o partecipazione al vissuto erotico della protagonista che, anzi, mi rimane inesplicabile.
E proprio sul concetto di “protagonista” con la morte di Delaunay ho avuto la mia prima enorme delusione nel libro! io, forse per motivi anagrafico-generazionali, avevo puntato tutto su Anafiel…il personaggio più maturo, intelligente, intrigante e perspicace che è presentato tra quelli proposti all’inizio della vicenda. Alcuin e Phèdre potevano pur essere suoi strumenti per non si sa bene cosa, ma era affascinante più che cercare di comporre il puzzle delle sue intenzioni e motivazioni, proprio la sua metodica di indagine, il suo istruire i due giovani all’osservazione, al ricordo, all’analisi del comportamento altrui, al cogliere tic e involontarie debolezze rivelatrici…al pensiero, insomma!
Purtroppo non sono amante degli intrighi e, già nella vera storia dell’Europa moderna, pur se suffragati da interpretazioni patrimoniali, territoriali e economiche che gli storici si sono affannati a esplicitare, io ho trovato molta difficoltà a seguire gli intrecci dinastici, matrimoniali e simili. Figuratevi in una vicenda di fantasia.
Gia’ l’agguato alla carrozza di Alcuin mi aveva freddata e avevo dovuto ricorrere all’aiuto di un'amica che aveva cercato di darmi spiegazioni senza rivelarmi troppo il seguito. Posso dire però che riguardo a quell’episodio brancolo ancora nel mistero (ma ve l’ho detto: sono carente in dinamica e eziologia dell’intrigo).
Quanto al massacro di casa Delaunay poi…sì, va bene, ho capito che dietro ciò e dietro tutto il resto c’è Mèlisande…ma quanto a capire il PERCHE’…(e io sono una che vorrebbe CAPIRE). Mi si e’ spezzato il cuore e, da allora in poi,….delusa e non riuscendo a “capire” ho fatto la scelta di continuare con una sorta di lettura “passiva”, tanto per terminare il libro e per “vedere come va a finire” (non sempre chi accondiscende è debole,…no!?). questa delusione ha probabilmente influenzato tutto il prosieguo; sarà un caso se lo stile narrativo mi è apparso allora monocorde, piatto, e inefficace, quasi distante e scollato dalla mole di avvenimenti, vicende e sentimenti, che si sono andati accumulando? Mi sembrava come se le cose che succedevano erano sì tante (pure troppe) però io non riuscivo ad essere tirata dentro….mi sembrava, di fondo, tutto piatto.
La cattività skaldica poi non mi dice nulla di nuovo e, anzi, mi è venuta in mente la serie di “Angelica” di Anne e Serge Golon che confesso di non aver mai letto (ho visto uno o due film) ma che fa parte del patrimonio di famiglia: mi ricordo che quando ero piccola papà e mamma facevano a gara per comprare quei volumi e credo li leggesse pure mia nonna . forse pure in “Fanny” (è della Jong credo) c’è qualcosa di simile, ma è un libro che avevo abbandonato senza finirlo, quindi non so bene…magari è una falsa suggestione.
Tornando al Dardo (e scusate le divagazioni personali!) ho trovato un po’ di interesse e coinvolgimento nei piani degli alleati per prepararsi alla battaglia finale; mi è abbastanza piaciuta la trasferta in alba (forse per i lontani echi arturiani) poi però l’abbandono di quel poveretto in un isola arcaica e sperduta in mezzo al mare è stato l’ennesimo colpo di grazia! E’ veramente disperante! Non volevo più proseguire la lettura, ero troppo arrabbiata! Però, ormai, avevo fatto la scelta dell’accettazione passiva e sono andata avanti, totalmente estraniata (e poi non mi piacciono guerre e battaglie, per cui le vicende dell’assedio finale le avrei in ogni modo sentite estranee e distanti).
Ok, siamo praticamente alla fine del libro. Il lieto fine è volutamente noioso e pacifico, si capisce benissimo che va stretto a una tale protagonista ed ecco il colpo di scena; riappare il sangoire così la nostra eroina può partire verso nuove avventure.
sui personaggi:
Non riesco a, non dico identificarmi, ma neppure a entrare in sintonia con Phèdre…che trovo, udite udite, addirittura troppo fredda. Ma sarà perché io ho il rifiuto del dolore, quindi non posso in nessun modo avvicinarmi a lei.
Dai commenti che avevo avuto modo di leggere in rete sembra che tutte le ragazze siano innamorate di Joselyn che, tanto per cambiare, mi lascia fredda. Lo trovo ottuso e primitivo, ma sarà perché io non sono più una ragazza.
Qualche moto di simpatia in più l’ho avuto per Hyacinte così maturo, così saggio e scaltro, pur essendo coetaneo degli altri due. Ma si sa…di necessità si fa virtù e poi…pensarlo solo e abbandonato tra cielo e mare per l’eternità (almeno finchè non avrò notizie da chi si avventura a leggere i romanzi successivi). Solidarizzo fortemente con lui e poi è un mezzosangue, non uno della casta dei bellissimi e perfettissimi angeline.
A Melisande darei semplicemente fuoco alla prima occasione (lo so, lo so, poi non ci sarebbero i sequel)
Purtroppo ora non ricordo più il nome (forse De Quincel?)…insomma, ho trovato simpatico il burbero ammiraglio
I luoghi:
che palle Terre D’ange, evoluta, colta e raffinata mentre il resto d’Europa (va beh, del mondo descritto) è ancora avvolto nella barbarie primitiva…capanne di paglia contro palazzi rinascimentali….Boh
Agghiacciante (e affascinante nella sua disperazione e desolazione) il gruppo di isolette del Signore dello Stretto. Un non-luogo e non-tempo, statico e immutabile ma ben aggiornato sugli eventi cui però rimane estraneo. Misteriosa quindi la sua ragion d’essere: indipendente, in avvincibile però condizionante quasi un deus-ex machina, anzi: un topos ex-machina. Che sia lì il cuore di tutto? Mi sa che sperarlo è troppo.
[libro del mese di febbraio/marzo 2008 del gruppo di lettura]
Stefano ha scritto il 17 Nov 2009, 17:28 : Pat, le risposte che cerchi sono nei prossimi due libri e credo che per alcune vicende, alcuni personaggi possano cambiare il modo in cui li hai visti. il fatto che hai trovato alcune vicende disperanti lo condivido in pieno. è una trilogia che, almeno per quello che mi riguarda, mi ha svuotato.
bella la tua recensione. io questa trilogia l'ho amata e sono in caccia della prossima che sta uscendo.
Marta ha scritto il 3 Nov 2008, 20:11 : La similitudine con il ciclo Angelica l'avevo notato anche io, non mi ero confusa.