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Sto caricando le informazioni... Don Chisciotte della Mancia (1605)di Miguel de Cervantes Saavedra
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Ed eccoli, qui, Don Chisciotte e Sancho Panza, che mi accompagnano in un mese ed altro di lettura, prima dei quarant’anni. E che straordinaria compagnia. Non entro nel merito del discorso sui classici. Questo è un capolavoro. Punto e basta. Un capolavoro di inventiva, di fantasia, di genio. Tra tutte le coppie che hanno contraddistinto la mia vita, questa è la più incredibile. Nel lungo viaggio per la Spagna, ai tempi grande impero al tramonto, e per le sue tradizioni. Le avventure di Don Chisciotte sono i sogni di ogni ragazzo, anche quando si è talmente avanti con l’età che la parola ragazzo diventa ridicola. Perché i mostri sono dovunque ed a volte prendono la forma di mulini a vento. Li combattiamo per combatterli, ma già sappiamo che sono battaglie adolescenziali. Ed il risultato fa parte del sogno. La cavalleria errante è oggi la correttezza quotidiana, il coraggio di fare, nonostante tutto. E Sancho è il contrappasso che incarna la necessità, della tutela di sé stessi, a difesa dei sogni. E questo libro è un capolavoro. Benché i suoi protagonisti siano universalmente conosciuti, o forse sarebbe meglio dire orecchiati, questo romanzo va preso con le dovute precauzioni. Innanzitutto perché rappresenta l’unione di due libri, scritti alla distanza di un decennio e declinanti il tema di fondo lungo vie diverse: il primo è più ondivago, ma, a onta delle lunghe novelle che un po’ lo appesantiscono, anche più vitale del successivo la cui maggior compattezza non riesce a volte a nascondere il fiato corto di una certa prevedibilità. Va poi tenuto conto che si tratta di uno scritto del Seicento costruito sul modello delle narrazioni picaresche e perciò non sarebbe male intenderlo come una successione di racconti con gli stessi personaggi (e in certi tratti neppure questi). Infine perché è al contempo un manifesto di critica letteraria contro gli stereotipati testi cavallereschi e un abile gioco di specchi tra realtà e finzione, con Don Chisciotte impegnato nel secondo segmento a rivendicare la narrazione delle proprie gesta – di modo che un po’ il libro esamina se stesso – e a smentire la versione apocrifa scritta nell’intervallo fra i due volumi originari da un tal de Avellaneda. A dir la verita, la faccenda è ribadita qualche volta di troppo – la lingua batte dove il dente duole, chioserebbe Sancio – ma la ripetitività non è certo una delle preoccupazioni di Cervantes che fa rivivere le stesse situazioni e sovente replicare i medesimi concetti, come appunto la discussione tra cavaliere e scudiero sulla capacità (invero mirabolante) di quest’ultimo di infilar nel discorso un numero esagerato di proverbi non sempre pertinenti. Come detto, nella prima parte il Don si mette alla ventura assieme a Sancio trascinandolo in una serie di peripezie che lui vive come avventure, a iniziare dalla celeberrima contro i mulini a vento, ma che fuori dalla sua fantasia stanno tra la scazzottata in stille Spencer/Hill e la comica finale (l’inganno sulle gualchiere non cadrebbe a pennello per Stanlio e Ollio?). A variare il ritmo e la vicenda provvedono le novelle cortesi di cui sopra, che raccontano di giovani bellissimi e di amori contrastati che tendono verso il quasi inevitabile lieto fine, con la notevole eccezione di quell’incrocio molto moderno di malfidenze e inganni che è ‘L’indagatore segreto’: si tratta di brani che hanno una vita propria e usano l’opera principale quasi come una cornice e, al dilà dei pregi intrinseci, finiscono per prendersi troppo spazio. La seconda sezione ha un andamento più coerente, seppur a volte a discapito della dinamicità: non ci sono più spunti di pura comicità a livello della padella da barbiere ritenuta ‘elmo di Mambrino’, ma costruzioni più complesse, come il montaggio alternato che vede Don Chisciotte a combattere le tentazioni nel castello dei duchi mentre Sancio affronta il proprio governatorato. E’ evidente pure l’evoluzione dei personaggi, con un rapporto più stretto fra i due principali: lo scudiero non segue più il padrone solo per avidità, mostrando via via una miscela di arguzia e ignoranza che gli serve per conquistare il centro della scena; il Don, da parte sua, non pare credere più così fanaticamente alle proprie fantasie, ma, per evitare di disilludersi, s’inventa i malevoli incantamenti di maghi dispettosi. Il che, al netto del sovrannaturale, è abbastanza vero perché tutti quanti sono impegnati a fingere per prenderlo in giro, lo facciano per affetto (Sancio con Dulcinea, i compaesani per riportarlo a casa) o per diletto (le arzigogolate burle dei duchi suddetti): il lento ritorno alla realtà rappresenta una rinuncia ai sogni e, malgrado essi abbiano un’origine di cui ci si può fare beffe, la loro assenza svuota talmente l’esistenza di Alonso Chisciano da non lasciargli altro che la morte. Si tratta dell’ennesima stratificazione dell’opera, rappresentando in filigrana la fine di un’epoca (e di un’epica) ormai soppiantata dalla prosaicità dell’età moderna. Bhè, non c'è molto da dire. E' scritto bene ma è molto noioso e ripetitivo. Per essere uno dei grandi classici pensavo fosse molto ma molto meglio. Le uniche cose positive, a parer mio, sono le varie storielle che vengono raccontate di tanto in tanto perchè rendono il libro meno ripetitivo. Amo leggere, è la mia passione e mai prima d'ora ho desiderato che un libro finisse in fretta. Mi dispiace dirlo ma il Don Chisciotte non mi ha entusiasmato per niente. È un po' imbarazzante da dire, ma il Don Chisciotte mi ha annoiato. (Pare che anche Virginia Woolf lo considerasse noioso; ma lei, ovviamente, certi giudizi se li poteva permettere molto più di me.) Forse perché le vicende del Cavaliere dalla Triste Figura sono di tono per lo più comico e farsesco, tono che non è di mio gusto; o forse perché le novelle inserite nella narrazione sono vicende di amori contrastati, o favole pastorali, e anche queste non sono di mio gusto; o forse per l'andamento episodico e la struttura disorganica. O forse, per la mia scarsa conoscenza della storia letteraria, non ho saputo comprendere l'importanza dell'opera. Purtroppo non ho afferrato il capolavoro, non ho inteso la sua grandezza, non ho colto la sua universalità e la sua polivalenza. Forse la semplice ragione è che, sia esso un capolavoro o no, un libro deve piacere al lettore perché il lettore lo apprezzi (e lo apprezzi anche come capolavoro, se lo è), e a me questo, con il Don Chisciotte, non è successo.
[John Rutherford’s] effort, in fact, is something of a triumph: for the first time, we are given a chance to read the novel as Cervantes intended it, in other words as the comic masterpiece it undoubtedly is; and it is hard to believe that his version will be surpassed for many generations. Appartiene alle Collane EditorialiArion Press (86) — 16 altro Colecção História da Literatura (Livro 66) Everyman's Library (385-386) Gouden Reeks (1) Great Books of the Western World (Volume 29) insel taschenbuch (0109) La nostra biblioteca Edipem (14-16) Penguin Classics (L010) Penguin Clothbound Classics (2018) Perpetua reeks (1) È contenuto inContieneDon Quixote [Part 1 of 4] di Miguel de Cervantes Saavedra (indirettamente) Don Quixote [Part 2 of 4] di Miguel de Cervantes (indirettamente) Don Quixote [Part 3 of 4] di Miguel de Cervantes (indirettamente) Don Quixote [Part 4 of 4] di Miguel de Cervantes (indirettamente) È rinarrato inHa l'adattamentoThe Graphic Canon, Vol. 1: From the Epic of Gilgamesh to Shakespeare to Dangerous Liaisons di Russ Kick È riassunto inOne hundred best novels condensed: 3 of 4 see note: Adam Bede; Tess of the D'Urbervilles; Don Quixote; East Lynne; Count of Monte Cristo; Paul and Virginia; Tom Brown's School Days; Waverley; Dombey and Son; Romola; Legend of Sleepy Hollow; Last of the Mohicans; Wreck of the "Grosvenor"; Right of Way; Coniston; Far from the Madding Crowd; Woman in White; Deemster; Waterloo; Hypatia; Kidnapped; Oliver Twist; Gil Blas; Peg Woffington; Virginians di Edwin Atkins Grozier È una parodia diÈ parodiato inÈ ispirato aHa ispiratoHa come guida di riferimento/manualeHa uno studioHa come guida per lo studentePremi e riconoscimentiElenchi di rilievo
Edizione Integrale e compatta. Il "Don Chisciotte" #65533; generalmente riconosciuto come uno dei classici della cultura occidentale. Nata dall'immaginazione di Miguel de Cervantes, mentre era rinchiuso nel carcere di Siviglia, la storia del cavaliere errante impazzito per le troppe letture e del suo fido scudiero Sancho Panza, attraverso le strade della Mancha durante il regno di Filippo III di Spagna, induce a percorrere un itinerario al tempo stesso cavalleresco, etico, letterario, sociale, sentimentale. Riportata in questa edizione in versione integrale in volume unico, fu pubblicata inizialmente in due volumi a dieci anni di distanza l'uno dall'altro: il primo nel 1605, il secondo nel 1615. Questo libro fa parte della collezione QEM Classic in formato cartaceo disponibile su Amazon. Gli eBooks QEM Classic sono forniti con INDICE NAVIGABILE per agevolare la lettura. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche
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Discussioni correntiDON QUIXOTE DLE — Signed by the Illustrator — Edith Grossman Translation in Easton Press Collectors Don Quixote Limited Edition with Dore Art in Easton Press Collectors (1 altro) Don Quixote translated by Edith Grossman in Folio Society Devotees Copertine popolari
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"Alcuni libri devono essere gustati, altri masticati e digeriti, vale a dire che alcuni libri vanno letti solo in parte, altri senza curiosità, e altri per intero, con diligenza ed attenzione. Alcuni libri possono essere letti da altri e se ne possono fare degli estratti, ma ciò riguarderebbe solo argomenti di scarsa importanza o di libri secondari perché altrimenti i libri sintetizzati sono come l’acqua distillata, evanescente. La lettura completa la formazione di un uomo; il parlare lo fa abile, e la scrittura lo trasforma in un uomo preciso. E, pertanto, se un uomo scrive poco, deve avere una grande memoria, se parla poco ha bisogno di uno spirito arguto; se legge poco deve avere bisogno di molta astuzia in modo da far sembrare di sapere quello che non sa. Le storie fanno gli uomini saggi; i poeti arguti; la matematica sottile; la filosofia naturale profondi; la logica e la retorica abili nella discussione".
Don Chisciotte va digerito ... ( )