Primo libro letto di Amos Oz, forse non il migliore e comunque scritto in forma strana: tutto in forma epistolare, senza un dialogo se non quello via lettera. Bello lo svolgersi della trama, con Ilana che diviene pagina dopo pagina il protagonista principale della storia per poi rivelarsi all'ultima pagina per quello che rappresenta per i tre uomini della storia (i due mariti ed il figlio del primo). ( )

Gli scambi epistolari dei 4 protagonisti del romanzo compongono un puzzle che ha come immagine complessiva e complessa l'anima multietnica, multiculturale e multi-religiosa di Israele. Alec studioso di fanatismo religioso, da Israele si è trasferito negli USA dopo il divorzio dalla moglie Ilana. Lei è una ebrea polacca che si è risposata con un ebreo ortodosso, Michel. Il figlio di Alec e Ilana è Boaz, un ragazzo ribelle disconosciuto dal padre e ''grazie'' al quale i due ex dovranno riprendere i contatti.
Amore e odio si respirano in queste pagine dense e ritmate...le più vive delle quali sono quelle in cui Ilana esprime tutta la sua rabbiosa passione per il suo ex marito. Il corpo di lei sussulta ancora al pensiero di unirsi a quello del suo ex, nonostante il rancore, nonostante il distacco. Attraverso il carteggio, queste due creature, ferite dal proprio orgoglio e dall'incapacità di comunicare, riusciranno a comprendere le ragioni della fine del loro matrimonio e ad onorare nella malattia (di Alec) il sacro e indissolubile vincolo matrimoniale. ( )