Questo sito utilizza i cookies per fornire i nostri servizi, per migliorare le prestazioni, per analisi, e (per gli utenti che accedono senza fare login) per la pubblicità. Usando LibraryThing confermi di aver letto e capito le nostre condizioni di servizio e la politica sulla privacy. Il tuo uso del sito e dei servizi è soggetto a tali politiche e condizioni.
Risultati da Google Ricerca Libri
Fai clic su di un'immagine per andare a Google Ricerca Libri.
"The human head is exceptional. It accommodates four of our five senses, encases the brain, and boasts the most expressive set of muscles in the body. It is our most distinctive attribute and connects our inner selves to the outer world. Yet there is a dark side to the head's preeminence, one that has, in the course of human history, manifested itself in everything from decapitation to headhunting. So explains anthropologist Frances Larson in this fascinating history of decapitated human heads. From the Western collectors whose demand for shrunken heads spurred massacres to Second World War soldiers who sent the remains of the Japanese home to their girlfriends, from Madame Tussaud modeling the guillotined head of Robespierre to Damien Hirst photographing decapitated heads in city morgues, from grave-robbing phrenologists to skull-obsessed scientists, Larson explores our macabre fixation with severed heads."--from publisher's description.… (altro)
Ci stiamo avvicinando a Halloween e quale modo migliore per festeggiarlo se non leggendo un libro sulle teste mozze? Sono certa che in questi giorni troverete ottimi consigli di lettura se volete leggervi letteratura horror, ma è davvero raro veder consigliata della saggistica in tema. Quindi, eccomi qua a scrivervi di Teste mozze.
Quando l’ho visto sul catalogo di UTET ho deciso che doveva essere mio, perché – dai – come diavolo si fa a resistere a un titolo così intrigante? Un libro sulle teste mozze – che cavolo ci sarà mai da dire sulle teste mozze!? E invece, il racconto di come gli esseri umani si sono rapportati alle teste mozze nel corso della storia ci permette di svelare degli insospettabili retroscena.
Per esempio, durante il colonialismo, non era inconsueto trovare signori europei disgustati dalla pratica di alcuni popoli di decapitare i nemici e di rimpicciolirne la testa. Eppure, questa pratica ebbe un impennata proprio per la smania di collezionare queste teste rimpicciolite da parte di quegli stessi azzimati signori – facendo sì che l’usanza si svincolasse dal suo significato rituale. Oppure, la storia della nascita della frenologia, alla base della moderna neuroscienza, che ci racconta del desiderio degli esseri umani di capire, con poche semplici misurazioni, le caratteristiche dei propri simili, per catalogarli in maniera incontrovertibile. Sfociata ben presto nella ricerca delle differenze tra le “razze” umane, gli scienziati rimasero fin da subito frustrati dalla vanità della ricerca – pure le teste mozze rifiutavano con pervicacia di essere divise in “razze”.
Le teste delle persone riuscivano sempre a mettere in dubbio in modo irritante le idee prevalenti riguardo alle gerarchie razziali. […] La razza si definisce in base alla nazione, alla regione, al paese, al sistema di credenze? Alla fine da qualche parte dovrai pur tracciare un confine, ma troverai sempre individui “simili” tra loro al di qua e al di là della linea.
Larson è molto brava, nonostante l’argomento si presti al grottesco, a mantenere uno stile sobrio e rigoroso, con giusto quella punta di ironia necessaria a rendere Teste mozze un libro estremamente interessante e godibile.
Noi diamo per scontato che il disgusto per queste brutali cerimonie di morte [decapitazioni] sia naturale e istintivo, ma non lo è. Anzi, non soltanto le esecuzioni pubbliche non erano poi così sconvolgenti per gli spettatori del medioevo, ma non turbavano granché nemmeno quelli del XVIII, XIX e persino XX secolo. A distinguerci, nel XXI secolo, è proprio l’empatia con la sofferenza del prossimo, nel quale ci identifichiamo con forza: ma è una differenza forse molto meno netta e salda di quanto vorremmo.( )
"The human head is exceptional. It accommodates four of our five senses, encases the brain, and boasts the most expressive set of muscles in the body. It is our most distinctive attribute and connects our inner selves to the outer world. Yet there is a dark side to the head's preeminence, one that has, in the course of human history, manifested itself in everything from decapitation to headhunting. So explains anthropologist Frances Larson in this fascinating history of decapitated human heads. From the Western collectors whose demand for shrunken heads spurred massacres to Second World War soldiers who sent the remains of the Japanese home to their girlfriends, from Madame Tussaud modeling the guillotined head of Robespierre to Damien Hirst photographing decapitated heads in city morgues, from grave-robbing phrenologists to skull-obsessed scientists, Larson explores our macabre fixation with severed heads."--from publisher's description.
Quando l’ho visto sul catalogo di UTET ho deciso che doveva essere mio, perché – dai – come diavolo si fa a resistere a un titolo così intrigante? Un libro sulle teste mozze – che cavolo ci sarà mai da dire sulle teste mozze!? E invece, il racconto di come gli esseri umani si sono rapportati alle teste mozze nel corso della storia ci permette di svelare degli insospettabili retroscena.
Per esempio, durante il colonialismo, non era inconsueto trovare signori europei disgustati dalla pratica di alcuni popoli di decapitare i nemici e di rimpicciolirne la testa. Eppure, questa pratica ebbe un impennata proprio per la smania di collezionare queste teste rimpicciolite da parte di quegli stessi azzimati signori – facendo sì che l’usanza si svincolasse dal suo significato rituale. Oppure, la storia della nascita della frenologia, alla base della moderna neuroscienza, che ci racconta del desiderio degli esseri umani di capire, con poche semplici misurazioni, le caratteristiche dei propri simili, per catalogarli in maniera incontrovertibile. Sfociata ben presto nella ricerca delle differenze tra le “razze” umane, gli scienziati rimasero fin da subito frustrati dalla vanità della ricerca – pure le teste mozze rifiutavano con pervicacia di essere divise in “razze”.
Le teste delle persone riuscivano sempre a mettere in dubbio in modo irritante le idee prevalenti riguardo alle gerarchie razziali.
[…]
La razza si definisce in base alla nazione, alla regione, al paese, al sistema di credenze? Alla fine da qualche parte dovrai pur tracciare un confine, ma troverai sempre individui “simili” tra loro al di qua e al di là della linea.
Larson è molto brava, nonostante l’argomento si presti al grottesco, a mantenere uno stile sobrio e rigoroso, con giusto quella punta di ironia necessaria a rendere Teste mozze un libro estremamente interessante e godibile.
Noi diamo per scontato che il disgusto per queste brutali cerimonie di morte [decapitazioni] sia naturale e istintivo, ma non lo è. Anzi, non soltanto le esecuzioni pubbliche non erano poi così sconvolgenti per gli spettatori del medioevo, ma non turbavano granché nemmeno quelli del XVIII, XIX e persino XX secolo. A distinguerci, nel XXI secolo, è proprio l’empatia con la sofferenza del prossimo, nel quale ci identifichiamo con forza: ma è una differenza forse molto meno netta e salda di quanto vorremmo. ( )