Un libro imponente, di quasi 900 pagine, che mi è stato regalato da Fausta, entusiasta per quello ce lei chiama “romanzo di idee”. E in effetti si può ben definire così la storia di Otto e Max, il primo filologo erudito, figlio di una delle famiglie più importanti d’Olanda che vive però come un barbone cercando di decifrare scritture morte e Max, astronomo, tombeur de femmes, colto e disinvolto. I due, che diventeranno amici fino alla morte, s’incontrano casualmente una notte, quando Max dà un passaggio in macchina a Otto.
Casualmente veramente no, perché fin dalle prime pagine, in corsivo, si scopre che in cielo qualcuno sta organizzando le cose secondo un fine che sfugge agli umani: sono angeli al servizio del Capo che lottano contro Satana che si è impadronito del cuore degli uomini e li ha portati a sfidare dio con la loro tecnica.
Un’amicizia molto bella e intensa, mai banale che li porta a condividere tutto, anche la donna che prima sta con Max e poi diventa la moglie di Otto.
E da questa relazione nasce un figlio, Quinten che era poi il vero scopo di tutta la storia architettata nell’alto dei cieli, ragazzo bellissimo e angelico che deve portare a termine una missione sulla terra, niente po’ po’ di meno che riportare in cielo la tavola delle leggi che gli uomini hanno infranto.
La storia è essenziale, si snoda attraverso eventi casuali che rovesciano il senso delle cose, e che portano inevitabilmente alla conclusione. Sullo sfondo la storia d’Europa e del mondo alla fine degli anni Sessanta e poi per tutti gli anni Settanta, ma anche le vicende del nazismo, la passione politica, le scoperte scientifiche, tutto tenuto insieme da un intreccio per il quale nulla accade per caso.
Insomma un libro molto bello che mi ha fatto venir voglia di leggere gli altri libri di Mulisch, in uscita da Rizzoli in Italia.