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Roderick Duddle

di Michele Mari

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Che meraviglia, gente! Con Roderick Duddle Michele Mari ci fa tornare tutti ragazzi, pronti all'avventura e a salpare per i Sette Mari senza por tempo in mezzo.

Con un sapiente mix di romanzi d'avventura (si assaporano Stevenson, Melville, Dickens, London... e chissà quanti altri che non sono stata in grado di cogliere!), l'autore ci riporta in un mondo che si pensava ormai perduto, ma che ci faceva assai sognare da giovani, con assassini spietati, suore tutt'altro che pure e caste, scambi di persona e locande malfamate.

L'impressione che si ricava da questa lettura, condita anche con un tocco di metaletteratura, è di svago, di avventura, di un vero e proprio gioco di stile che probabilmente ha divertito più lo scrittore del lettore. Non è difficile immaginare Michele Mari che, invece di giocare con bambole e robot, se ne sta lì a costruire la sua storia.

Roderick Duddle è un romanzo per gli orfani del romanzo d'avventura che vogliono tornare a immergersi in quelle atmosfere con una storia nuova, ma piena di gustosi riferimenti alle opere che si sono tanto amate. ( )
  lasiepedimore | Sep 13, 2023 |
Roderick Duddle è un romanzo anomalo. Ci porta di peso nelle atmosfere dei classici d'avventura ottocenteschi, dagli orfanelli di Dickens ai marinai di Stevenson, e la sensazione è quella di un bellissimo viaggio nel tempo; ma non si tratta di un banale plagio bensi di una rielaborazione in chiave parodistica, infatti i temi sono molto crudi e soprattutto manca qualunque tipo di connotazione morale, che è invece il punto focale di ogni feuillleton che si rispetti. Qui i cattivi sono figure grottesche più che spaventose ed anche le azioni più turpi sono trattate con un ironico understatement che mi ha permesso di prendere le distanze dalla vicenda e godermi l'intreccio senza questioni etiche ad intralciare il mio giudizio; anche perchè la trama è decisamente avvincente: un susseguirsi di intrighi, inseguimenti e imprevisti, una sorta di commedia degli equivoci in chiave avventurosa.
In ogni riga traspare l'amore dell'autore per le sue fonti di ispirazione, così come la cura che ha posto nel riprodurne lo stile il più fedelmente possibile, allo stesso tempo adattandolo ad un pubblico contemporaneo. Purtroppo la divisione in capitoli brevissimi, ognuno con un diverso segmento di storia, per quanto fedele allo spirito dei romanzi pubblicati a puntate sui giornali ha frammentato troppo la narrazione per i miei gusti, creando un senso di discontinuità e conseguentemente un calo di interesse.
Nonostante questo penso sia un romanzo coinvolgente ed originale, che si discosta dai soliti temi per creare qualcosa di nuovo e che riesce anche molto bene nel suo intento ( )
  Lilirose_ | Dec 17, 2016 |
Un po' David Copperfield un po' Alice Nel Paese Delle Meraviglie. Un po' Oliver Twist un po' La Linea D'Ombra. Un feuilleton con finale molto poco romantico intendendo per finale romantico quello in cui i buoni sono premiati, i cattivi puniti. Nel romanzo sebbene alcuni buoni vengano risarciti per i patimenti subiti, non tutti i cattivi ricevono la meritata punizione. Anzi i cattivi più cattivi e perversi se la cavano e con un tornaconto per di più. Un finale più da La Fiera Delle Vanità che alla Liala. Un pachwork che tutto sommato funziona anche se non lo considererei un capolavoro meritevole di premi letterari. ( )
  fortunae | Jun 25, 2014 |
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