Romanzo originale, strutturato in maniera interessante e intelligente. Non è sempre di lettura scorrevole, ma questo è il prezzo dovuto alla destrutturazione del racconto operata dall’autrice. L’io narrante c’è e non c’è ovvero si capisce che si tratta di una scrittrice che vola da Londra ad Atene per tenere un corso di scrittura. Si capisce anche che è una donna con due figli, con problemi legati a un recente divorzio e alla richiesta di un mutuo che, apprendiamo ad un certo punto, le viene negato. Il suo stato d’animo e le sue riflessioni di donna e di scrittrice sono continuamente mediate dalle esperienze di altri ovvero il libro è costituito da una serie di conversazioni-confessioni di varie persone che, a diverso titolo, interloquiscono con la protagonista. L’ultimo incontro è con una scrittrice che le subentra come insegnante nel corso di scrittura e che sembra quasi un suo doppio. Il senso del libro è ben chiarito da questa frase (p. 75) “I was beginning to see my own fears and desires manifested outside myself, was beginning to see in other people’s life a commentary on my own”. Concepire e scrivere un romanzo di questo genere è non solo un atto di coraggio, ma anche un’indubbia prova di talento. Alla lunga ho trovato questa auto-analisi un po’ sfiancante, ma sono contenta di avere incontrato una scrittrice innovativa, sicuramente da tenere d’occhio. Non intendo peraltro proseguire con gli altri due volumi della trilogia di cui questo è la prima parte e spero in una prova futura un po' meno claustrofobica.
Osservo che in italiano il titolo è stato tradotto con "Resoconto" il che non rispetta né la lettera né lo spirito del titolo originale che è invece "Profilo" poichè è appunto il profilo dell'io narrante che viene disegnato attraverso le conversazioni che intrattiene nel suo soggiorno ateniese, come si evince anche eloquentemente dall'immagine di copertina. Misteri dell'editoria. ( )