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Sto caricando le informazioni... L' innocente (1892)di Gabriele D'Annunzio
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Dei romanzi della rosa "L'innocente" è forse il più ambiguo e crudo, e non solo per la vittima "innocente" che è un bambino, già l'incipit del libro la dice lunga su questo, il protagonista, Tullio Hermil, ricco benestante di alta estrazione sociale, dichiara allegramente di essere sì pentito e preda del rimorso, ma il giudice che potrà giudicarlo non è di questa terra e pur sentendo il bisogno di confessare il suo crimine lascia la sua domanda con una risposta sospesa "A chi?". Su questa domanda si svolge l'intera storia, con uno straordinario gioco di coppia tra Tullio e Giuliana dove tra allontanamenti e riavvicinamenti esplode la sensualità ritrovata, che arriva a stritolare, appunto, colui che, anche innocentemente, si viene a trovare nel mezzo, in questo caso il frutto dell'unico tradimento di Giuliana. E se lo scrittore avesse lasciato lì quella domanda per noi? Cioè per il lettore? Adesso, può darsi che dirò una colossale cavolata, e sarò contento se qualcuno me lo farà notare, ma secondo me quest'opera di d'Annunzio è una grandiosa metafora di quanto ciascuno di noi è disposto a sacrificare nella sua vita in termini di amore, amicizia, affetti, in nome dell'arrivismo, dell'egoismo e del cinismo più sfrenato, senza badare troppo a cosa si frappone nel mezzo, e forse l'innocente è quella parte di noi che senza rendercene conto stritoliamo e uccidiamo ogni giorno, ben sapendo che per questi reati non c'è tribunale su questa terra che ci potrà giudicare... ( ) L'innocente - Trilogia della rosa 2 Dei romanzi della rosa "L'innocente" è forse il più ambiguo e crudo, e non solo per la vittima "innocente" che è un bambino, già l'incipit del libro la dice lunga su questo, il protagonista, Tullio Hermil, ricco benestante di alta estrazione sociale, dichiara allegramente di essere sì pentito e preda del rimorso, ma il giudice che potrà giudicarlo non è di questa terra e pur sentendo il bisogno di confessare il suo crimine lascia la sua domanda con una risposta sospesa "A chi?". Su questa domanda si svolge l'intera storia, con uno straordinario gioco di coppia tra Tullio e Giuliana dove tra allontanamenti e riavvicinamenti esplode la sensualità ritrovata, che arriva a stritolare, appunto, colui che, anche innocentemente, si viene a trovare nel mezzo, in questo caso il frutto dell'unico tradimento di Giuliana. E se lo scrittore avesse lasciato lì quella domanda per noi? Cioè per il lettore? Adesso, può darsi che dirò una colossale cavolata, e sarò contento se qualcuno me lo farà notare, ma secondo me quest'opera di d'Annunzio è una grandiosa metafora di quanto ciascuno di noi è disposto a sacrificare nella sua vita in termini di amore, amicizia, affetti, in nome dell'arrivismo, dell'egoismo e del cinismo più sfrenato, senza badare troppo a cosa si frappone nel mezzo, e forse l'innocente è quella parte di noi che senza rendercene conto stritoliamo e uccidiamo ogni giorno, ben sapendo che per questi reati non c'è tribunale su questa terra che ci potrà giudicare... nessuna recensione | aggiungi una recensione
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L'innocente è un romanzo scritto da Gabriele D'Annunzio nel 1892. È il secondo dei Romanzi della Rosa, con Il piacere e Il trionfo della morte. La narrazione è in prima persona ed inizia con una confessione del protagonista ai lettori, non ai giudici, ad un anno dal delitto. Non si tratta di un pentimento sincero dovuto al rimorso, ma uno sfogo di tensione. Poi avviene il racconto della vicenda in analessi. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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