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Sto caricando le informazioni... La fattoria degli animali (1945)di George Orwell
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![]() Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. La fattoria degli animali è un libro che una volta letto non si può più dimenticare: l'ho scoperto a 9 anni e già da allora storia e personaggi mi sono entrati nel cuore. All'inizio per me era una favola avvincente, poi nel corso degli anni dopo ogni rilettura ho colto sfumature sempre nuove, fino ad arrivare all'età adulta e comprenderne tutta la profondità. Coniuga una satira tagliente e cinica a momenti struggenti, che dopo tanti anni ancora mi commuovono. [SPOILER]Ad esempio il capitolo della morte di Gontrano è tuttora uno degli episodi più strazianti che abbia letto nella mia vita, e la fine è talmente piena di amarezza da essere un pugno nello stomaco[FINE SPOILER] La genialità di Orwell consiste proprio nell'aver scritto un romanzo fortemente politicizzato senza rinunciare all'originalità della trama e alla leggerezza dello stile. Personalmente lo preferisco anche a "1984" (che pure è un capolavoro), perchè lo ritengo ugualmente profondo ma più emotivamente coinvolgente. (Come inizia:) " Il signor Jones, della Fattoria Padronale, serrò a chiave il pollaio per la notte, m, ubriaco com'era, scordò di chiudere le finestrelle. Nel cerchio di luce della sua lanterna che danzava da una parte all'altra attraversò barcollando il cortile, diede un calcio alla porte retrostante la casa, da un bariletto nel retrocucina spillò un ultimo bicchiere di birra, poi si avviò su, verso il letto, dove la signora Jones già stava russando. Non appena la luce nella stanza da letto si spense, tutta la fattoria fu un brusio, un'agitazione, uno sbatter d'ali. Durante il giorno era corsa la voce che il Vecchio Maggiore, il verro Biancostato premiato a tutte le esposizioni, aveva fatto la notte precedente un sogno strano che desiderava riferire agli altri animali..." Si legge in un fiato e vale assolutamente la pena Pag 6 leggere la Nota Pag 47 non basta il coraggio lealtà e obbedienza sono più importanti Pag 48 non sedevano più tutti insieme Pag 57 Prima riscrittura dei comandamenti Pag 65 tutte le cose che non vanno colpa di chi ha manifestato dissenso ed è scappato Palladineve Pag 71 è arrivata l'epoca in cui nessuno osa dire ciò che pensa Pag 75 corretto altro comandamento Pag 97 Quando Boxer che ha sempre lavorato più di tutti non è più utile viene macellato PAg 104 La fame la fatica e le delusioni costituiscono l'inalterabile legge della vita Pag 107 Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri Pag 112 era impossibile distinguere l'uomo dall'animale La favola, che come nelle antiche favole di Esopo e Fedro ha come protagonisti degli animali, può essere letta come un'allegoria di tutte le rivoluzioni che, trasformandosi in regime, vengono in qualche modo tradite. Più in particolare Orwell allude in modo evidente alla Rivoluzione russa[1], e ogni evento e ogni personaggio corrispondono a un ben preciso evento o personaggio della realtà storica. Inoltre, come tutte le favole, anche questa ha una morale. Appartiene alle Collane EditorialiArion Press (99) Biblioteca Folha (14) Blackbirds (1993.3) — 36 altro Delfinserien (45) Destinolibro (23) Fischer Bücherei (216) Grote ABC (126) Llibres a mà (7) Gli Oscar [Mondadori] (102) Penguin Audiobooks (PEN 252) Penguin Books (838) Penguin Clothbound Classics (2021) Penguin English Library, 2012 series (2018-06) Penguin Modern Classics (838) RBA Narrativa Actual (10) Signet Classics (CW1028) Stichting De Roos (155) Volk und Welt Spektrum (261) Áncora y Delfín (413) È contenuto inHa l'adattamentoÈ riassunto inHa ispiratoHa uno studioHa come commento al testoHa come guida per lo studenteHa come guida per l'insegnante
The classic satirical novella Non sono state trovate descrizioni di biblioteche
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![]() GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)823.912 — Literature English {except North American} English fiction Modern Period 1901-1999 1901-1945Classificazione LCVotoMedia:![]()
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A differenza degli orsi buzzatiani, che pur di non assomigliare agli uomini, preferiscono, dopo l’invasione della Sicilia, ritornarsene sulle montagne, i maiali orweliani ben si adattano, non solo alla vita degli umani, ma arrivano persino a camminare in posizione eretta per meglio emularli.
Questa di Orwell è una bella favola satirica, carica di sarcasmo e ironia, che aveva molte cose da dire quando fu scritta, con riferimenti e denunce chiaramente indirizzate, come dicono anche le difficoltà che incontrò per pubblicare il piccolo romanzo. Gli animali della fattoria scacciano l’uomo che li gestisce perché colpevole di soprusi e sfruttamento, ma invece di entrare in una proletaria autogestione, emerge subito una nuova classe dirigente, quella dei maiali, il cui capo, che prenderà il potere, si chiama, guardacaso, Napoleon, e non è un caso nemmeno che siano i maiali a prendere il comando, abituati come sono a razzolare da qualsiasi parte senza troppi scrupoli, e qui il paragone con la categoria umana è fin troppo evidente.
Secondo Orwell non c’è rivoluzione che tenga, qualche grosso e grasso maiale che tradirà gli ideali di chi ha creduto nel cambiamento si troverà sempre perché l’ambizione e la prevaricazione sono nella stessa natura umana e se, quando fu scritto, il libro, era indirizzato soprattutto ai russi e alla loro rivoluzione, oggi è bene leggerlo per capire meglio certi meccanisni che, come la storia ha insegnato, si sono spesso ripetuti a qualsiasi latitudine.
Pur essendo un testo emblematico che esplora molto bene diverse facce, soprattutto quelle negative, del carattere umanoide, non regge, a mio personalissimo parere, anche se li separano pochi anni, il confronto con l’ancora spaventosa attualità di “1984”, sempre dello stesso autore, che con questo romanzo andò ben oltre il profetizzare rivoluzioni fallite, ma di questo ne parleremo meglio un’altra volta… (