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Sto caricando le informazioni... Lila (originale 2014; edizione 2020)di Marilynne Robinson (Autore)
Informazioni sull'operaLila (Supercoralli) (Italian Edition) di Marilynne Robinson (2014)
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Lei aveva solo quel coltello. E la paura e la solitudine e il rimpianto Ho fatto una certa fatica a entrare in questo libro perché l’atmosfera di pervasiva religiosità che si respira fin dalle prime pagine mi è risultata, di primo acchito, poco congeniale. Poi mi sono ripetuta quello che dovrebbe essere un’ovvietà per chi legge ovvero che non ha senso ricercare in ogni libro lo specchio delle proprie convinzioni o del proprio vissuto. Quando capita, è bello, ma può essere bello anche allontanarsene e pure di molto. E così mi sono lasciata prendere, anche perché la qualità della scrittura di Marilynne Robinson è di tale livello da avvolgere anche un lettore (lettrice) potenzialmente riluttante. Una qualità, non esito a dire, eccezionale (ottima traduzione), capace di rendere con tocco elegiaco, semplice e potente al tempo stesso, riflessioni introspettive e sguardo sulla natura. I temi della storia sono l’abbandono, la solitudine, la lotta per la sopravvivenza, la violenza del mondo ma anche la possibilità di salvezza, grazie all’amore declinato qui nei modi meno scontati o prevedibili (l’amore tra Lila e la donna, diseredata e in fuga perenne, che l’ha rapita bambina e l’amore tra la giovane Lila, sola e apparentemente senza domani, e il vecchio reverendo, poi suo marito, che l’ha accolta). Il tutto, specie l’amore, raccontato con un pudore e una delicatezza che sono quanto di più lontano si possa immaginare dalla retorica, anche religiosa, che la parte iniziale del libro mi aveva fatto paventare. E su tutto le mille eterne domande, di chi crede e chi no, sul senso della vita e della sofferenza. Niente sdolcinature e, per intenderci, niente a che vedere con la trilogia di Kent Haruf che mi è venuta in mente perché anche questo libro fa parte di una trilogia, di cui non ho letto gli altri due.
With Lila, Marilynne Robinson completes her mythic cycle, this intimate portrait of an imaginary town filled with very real people. Like her forebears James Joyce, William Faulkner and William Kennedy, among others, Robinson has created a world unto itself, as cleanly evoked as Dublin, Yoknapatawpha County or Albany; only in Robinson’s case, her alternate universe is one of the blessed places of the earth. You don’t need an ounce of faith to be stunned and moved by Lila. God has never been so attractive as he is in Robinson’s depiction, but her heart is with the human experience, in all its forms. Lila and Ames are lonely souls, worn out by sadness and suffering, but they learn how to be together and find salvation, of a sort. Robinson writes Lila in a mystifyingly impressive amalgam of recollection and spontaneously unfolding thought. Sometimes you feel the ideas are being born fresh on the page, and yet they also contain a depth of thinking and feeling that only years of work can summon. Taken together, with Lila as the culmination, these books will surely be read and known in time as one of the great achievements of contemporary literature. An embarrassingly grand statement for such gentle, graceful work. Robinson shakes her finger at whoever she thinks needs to learn a lesson. I’m not saying that great novelists haven’t done this before (see “War and Peace”), only that it didn’t necessarily benefit their work. Robinson writes about religion two ways. One is meliorist, reformist. The other is rapturous, visionary. Many people have been good at the first kind; few at the second kind, at least today. The second kind is Robinson’s forte. Robinson’s determination to shed light on these complexities—the solitude that endures inside intimacy, the sorrow that persists beside joy—marks her as one of those rare writers genuinely committed to contradiction as an abiding state of consciousness. Her characters surprise us with the depth and ceaseless wrinkling of their feelings. È contenuto inPremi e riconoscimentiMenzioniElenchi di rilievo
Abandoning her homeless existence to become a minister's wife, Lila reflects on her hardscrabble life on the run with a canny young drifter and her efforts to reconcile her painful past with her husband's gentle Christian worldview. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)813.54Literature English (North America) American fiction 20th Century 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:
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Il romanzo non mi è piaciuto tanto, anche se scritto bene e senza fronzoli. E’ la storia di Lila, rapita da bambina da una donna misteriosa, chiamata Doll, che la sottrae a una casa in cui nessuno si cura di lei e la porta in giro per le strade, in cerca di un lavoro e del cibo per sfamarsi, al seguito di una setta religiosa, al tempo della Grande Depressione, fino a quando finisce, per caso, ormai adulta, in una chiesa, dove un predicatore anziano si innamora e si prende cura di lei. Ci sono comunque pagine quasi poetiche e Lila, un temperamento indomito e quasi selvaggio, commuove quando si prende cura delle rose sulla tomba della moglie e della figlioletta del pastore o quando presta il suo cappotto al ragazzo in fuga, che pensava di aver ucciso il padre. Il tema è quello dell’amore, seppure nelle sue forme meno usuali, ma anche quello dell’amicizia, da parte degli abitanti di Gilead, che provvedono alla cura della casa del pastore e di Lila, quando deve partorire. L’amore che non cura le ferite del passato, ma le addolcisce, che non fuga i dubbi sul senso della vita e di tutto ciò che vi accade, ma la rende più sostenibile e se si è fortunati e ci si accontenta anche felice. ( )