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La conoscenza necessaria. Come ricostruire la nostra civiltà da zero in caso di catastrofe (2014)

di Lewis Dartnell

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" How would you go about rebuilding a technological society from scratch? If our technological society collapsed tomorrow, perhaps from a viral pandemic or catastrophic asteroid impact, what would be the one book you would want to press into the hands of the postapocalyptic survivors? What crucial knowledge would they need to survive in the immediate aftermath and to rebuild civilization as quickly as possible-a guide for rebooting the world? Human knowledge is collective, distributed across the population. It has built on itself for centuries, becoming vast and increasingly specialized. Most of us are ignorant about the fundamental principles of the civilization that supports us, happily utilizing the latest-or even the most basic-technology without having the slightest idea of why it works or how it came to be. If you had to go back to absolute basics, like some sort of postcataclysmic Robinson Crusoe, would you know how to re-create an internal combustion engine, put together a microscope, get metals out of rock, accurately tell time, weave fibers into clothing, or even how to produce food for yourself? Regarded as one of the brightest young scientists of his generation, Lewis Dartnell proposes that the key to preserving civilization in an apocalyptic scenario is to provide a quickstart guide, adapted to cataclysmic circumstances. The Knowledge describes many of the modern technologies we employ, but first it explains the fundamentals upon which they are built. Every piece of technology rests on an enormous support network of other technologies, all interlinked and mutually dependent. You can't hope to build a radio, for example, without understanding how to acquire the raw materials it requires, as well as generate the electricity needed to run it. But Dartnell doesn't just provide specific information for starting over; he also reveals the greatest invention of them all-the phenomenal knowledge-generating machine that is the scientific method itself. This would allow survivors to learn technological advances not explicitly explored in The Knowledge as well as things we have yet to discover. The Knowledge is a brilliantly original guide to the fundamentals of science and how it built our modern world as well as a thought experiment about the very idea of scientific knowledge itself"--… (altro)
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Lewis Dartnell. La conoscenza necessaria Come ricostruire la nostra civiltà da zero in caso di catastrofe.

Con questi frammenti ho puntellato le mie rovine. T.S. ELIOT, La terra desolata

«Quando la nostra civiltà crollerà, sarete capaci di cavarvela, almeno nelle cose più semplici?» Questa domanda ha il potere di spiazzarci e di insinuare in noi una certa inquietudine perché, pur essendo abituati a pensare che soddisfare le esigenze di base sia facile, basta immaginarci per un momento nei panni di Robinson Crusoe postapocalittici, privi di accesso a Internet e a biblioteche ben fornite, per renderci conto di quanto scarse siano le nostre conoscenze davvero utili a risolvere i problemi della vita di tutti i giorni. E anche se per un certo periodo potremo attingere ai resti della civiltà scomparsa, dovremo pur sempre decidere quali privilegiare e come servircene, e valutare se sia preferibile stabilirci in metropoli deserte ma ricche di infrastrutture oppure in sobborghi rurali dove abbondano le risorse naturali. Per orientarci in queste scelte cruciali, cosa potrebbe essere più utile di un «manuale di sopravvivenza alla catastrofe»? Bene, adesso c’è. ​​Lewis Dartnell, astrobiologo e studioso di scienze planetarie, ci fornisce infatti tutte le informazioni necessarie su come procurarci il cibo, costruirci una casa, guarire da ferite e malattie, produrre fibre tessili per poi trasformarle in indumenti, e altre attività ugualmente importanti. Il suo vero scopo, però, è mostrare la centralità della più grande invenzione umana, quella che rende possibili e feconde tutte le altre: il metodo scientifico, fenomenale macchina generatrice di conoscenza. È questo che deve essere tramandato ai superstiti, per evitare la condanna a un’incerta e lunghissima ripetizione «alla cieca» della storia passata. ​​Ecco allora che spazi urbani riconquistati dalle foreste, in cui i grattacieli diventano torri vegetali, o devastati da esplosioni, crolli e incendi indomabili, potrebbero aprirsi alla rinascita di una civiltà che offrirà un panorama fantascientifico di carcasse di auto trainate come calessi da cavalli o buoi, e oceani solcati da navi a vela dotate di bussole e sestanti… ​​Nel frattempo, in attesa dell’apocalisse prossima ventura, la riflessione su ciò che è indispensabile sapere per garantirci la sopravvivenza ci apre gli occhi sulla ricchezza storica e la complessità tecnologica sottese alla nostra solo apparentemente «semplice» vita quotidiana.

Il mondo che conoscevamo non esiste più. Un ceppo aviario particolarmente virulento ha infranto la barriera tra le specie ed è riuscito a compiere il salto per contagiare gli esseri umani, o forse è stato deliberatamente diffuso con un atto di bioterrorismo. Il contagio si è propagato con una rapidità devastante in un’epoca moderna caratterizzata da città densamente popolate e viaggi aerei intercontinentali, uccidendo una vasta parte della popolazione globale prima che ci fosse il tempo per mettere a punto un vaccino efficace o almeno predisporre una quarantena.

O forse le tensioni fra l’India e il Pakistan hanno raggiunto il punto di rottura, e una delle tante controversie sulle frontiere è degenerata oltre ogni limite razionale, culminando nel ricorso alle armi nucleari. Gli impulsi elettromagnetici delle testate sono stati rilevati dalla sorveglianza difensiva cinese, con il conseguente innescarsi di una serie di lanci preventivi contro gli Stati Uniti, che a loro volta hanno provocato attacchi di rappresaglia da parte dell’America e dei suoi alleati in Europa e Israele. In tutto il mondo, grandi città si sono tramutate in frastagliate distese di vetro radioattivo. L’enorme massa di polvere e ceneri iniettata nell’atmosfera ha ostacolato il normale afflusso di luce solare, provocando un inverno nucleare durato decenni, il collasso dell’agricoltura e una carestia globale. O forse l’evento era totalmente fuori della portata del controllo umano. Un asteroide roccioso, di circa un chilometro di circonferenza, è piombato sulla Terra e ha fatalmente cambiato le condizioni atmosferiche. Chi si trovava nel raggio di alcune centinaia di chilometri è stato spazzato via dall’improvvisa onda di calore e pressione, e da quel momento anche gran parte del resto dell’umanità ha avuto i giorni contati. Che l’asteroide avesse colpito una nazione o un’altra non faceva differenza: i frammenti di roccia e la polvere proiettati nell’atmosfera – insieme al fumo sprigionato dagli innumerevoli incendi appiccati dall’esplosione di calore – si sono dispersi con i venti, soffocando l’intero pianeta. Come in un inverno nucleare, il calo delle temperature è stato sufficiente a causare la perdita delle colture e una massiccia carestia nel mondo intero. È la situazione che viene narrata in molti film e romanzi ...

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Senza respiro. La lettura di questo libro mi ha lasciato senza fiato. L'apocalisse nei suoi vari aspetti e conseguenze. Se fossi un superstite non saprei da dove cominciare, quale conoscenza dovrei adottare per vivere, o meglio, rivivere. Forse sarebbe meglio non esserci. Non me lo auguro, ovviamente, ma nessuno può negare che potremmo stare meglio dall'altra parte, non vi pare? ( )
  AntonioGallo | May 29, 2021 |
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Wikipedia in inglese (1)

" How would you go about rebuilding a technological society from scratch? If our technological society collapsed tomorrow, perhaps from a viral pandemic or catastrophic asteroid impact, what would be the one book you would want to press into the hands of the postapocalyptic survivors? What crucial knowledge would they need to survive in the immediate aftermath and to rebuild civilization as quickly as possible-a guide for rebooting the world? Human knowledge is collective, distributed across the population. It has built on itself for centuries, becoming vast and increasingly specialized. Most of us are ignorant about the fundamental principles of the civilization that supports us, happily utilizing the latest-or even the most basic-technology without having the slightest idea of why it works or how it came to be. If you had to go back to absolute basics, like some sort of postcataclysmic Robinson Crusoe, would you know how to re-create an internal combustion engine, put together a microscope, get metals out of rock, accurately tell time, weave fibers into clothing, or even how to produce food for yourself? Regarded as one of the brightest young scientists of his generation, Lewis Dartnell proposes that the key to preserving civilization in an apocalyptic scenario is to provide a quickstart guide, adapted to cataclysmic circumstances. The Knowledge describes many of the modern technologies we employ, but first it explains the fundamentals upon which they are built. Every piece of technology rests on an enormous support network of other technologies, all interlinked and mutually dependent. You can't hope to build a radio, for example, without understanding how to acquire the raw materials it requires, as well as generate the electricity needed to run it. But Dartnell doesn't just provide specific information for starting over; he also reveals the greatest invention of them all-the phenomenal knowledge-generating machine that is the scientific method itself. This would allow survivors to learn technological advances not explicitly explored in The Knowledge as well as things we have yet to discover. The Knowledge is a brilliantly original guide to the fundamentals of science and how it built our modern world as well as a thought experiment about the very idea of scientific knowledge itself"--

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Descrizione del libro
«Quando la nostra civiltà crollerà, sarete capaci di cavarvela, almeno nelle cose più semplici?» Questa domanda ha il potere di spiazzarci e di insinuare in noi una certa inquietudine perché, pur essendo abituati a pensare che soddisfare le esigenze di base sia facile, basta immaginarci per un momento nei panni di Robinson Crusoe postapocalittici, privi di accesso a Internet e a biblioteche ben fornite, per renderci conto di quanto scarse siano le nostre conoscenze davvero utili a risolvere i problemi della vita di tutti i giorni. E anche se per un certo periodo potremo attingere ai resti della civiltà scomparsa, dovremo pur sempre decidere quali privilegiare e come servircene, e valutare se sia preferibile stabilirci in metropoli deserte ma ricche di infrastrutture oppure in sobborghi rurali dove abbondano le risorse naturali. Per orientarci in queste scelte cruciali, cosa potrebbe essere più utile di un «manuale di sopravvivenza alla catastrofe»? Bene, adesso c'è.

Lewis Dartnell, astrobiologo e studioso di scienze planetarie, ci fornisce infatti tutte le informazioni necessarie su come procurarci il cibo, costruirci una casa, guarire da ferite e malattie, produrre fibre tessili per poi trasformarle in indumenti, e altre attività ugualmente importanti. Il suo vero scopo, però, è mostrare la centralità della più grande invenzione umana, quella che rende possibili e feconde tutte le altre: il metodo scientifico, fenomenale macchina generatrice di conoscenza. È questo che deve essere tramandato ai superstiti, per evitare la condanna a un'incerta e lunghissima ripetizione «alla cieca» della storia passata.

Ecco allora che spazi urbani riconquistati dalle foreste, in cui i grattacieli diventano torri vegetali, o devastati da esplosioni, crolli e incendi indomabili, potrebbero aprirsi alla rinascita di una civiltà che offrirà un panorama fantascientifico di carcasse di auto trainate come calessi da cavalli o buoi, e oceani solcati da navi a vela dotate di bussole e sestanti…

Nel frattempo, in attesa dell'apocalisse prossima ventura, la riflessione su ciò che è indispensabile sapere per garantirci la sopravvivenza ci apre gli occhi sulla ricchezza storica e la complessità tecnologica sottese alla nostra solo apparentemente «semplice» vita quotidiana.

Lewis Dartnell, astrobiologo, è ricercatore presso lo Space Research Center dell'Università di Leicester. Divulgatore scientifico e giornalista televisivo, ha pubblicato: Life in the Universe: A Beginner's Guide (2007) e, con Dorling Kindersley, il libro illustrato per l'infanzia My Tourist's Guide to the Solar System and Beyond (2012).

Senza respiro. La lettura di questo libro mi ha lasciato senza fiato. L'apocalisse nei suoi vari aspetti e conseguenze. Se fossi un superstite non saprei da dove cominciare, quale conoscenza dovrei adottare per vivere, o meglio, rivivere. Forse sarebbe meglio non esserci. Non me lo auguro, ovviamente, ma nessuno può negare che potremmo stare meglio dall'altra parte, non vi pare?
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