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Sto caricando le informazioni... Ognuno muore solo (1947)di Hans Fallada
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German Literature (69) » 9 altro Sto caricando le informazioni...
![]() Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Libro stupendo, cupissimo e durissimo. L'immagine che ho davanti è quella del buio: non c'è una citazione del sole, non c'è una citazione di un parco con l'erba, non c'è nulla al di fuori di un buio che pervade tutto il libro. Alla fine del 1946 Hans Fallada riceve uno smilzo fascicolo di carte che documentano il processo che pochi anni prima ha condotto alla decapitazione una coppia di coniugi berlinesi, accusati di alto tradimento per aver disseminato in città oltre duecento cartoline postali che con frasi a volte sconclusionate inneggiavano alla ribellione contro il nazismo. Ne ricava immediatamente un articolo da pubblicare sulla rivista della Lega per il rinnovamento democratico della Germania e, in poche settimane, questo romanzo, che prende spunto dalle vicende storiche per organizzare in quattro parti e settantadue capitoli un gigantesco affresco in cui si intrecciano le vicende di decine di personaggi. Distrutto dalla droga e dall’alcol, Fallada muore a 54 anni nel febbraio 1947, poche settimane prima dell’uscita del libro e non ne vive il clamoroso successo. Nella Berlino di Hitler e Goebbels, l’accusa di tradimento è all’ordine del giorno: la Gestapo lavora incessantemente per tenere la popolazione sotto la costante minaccia degli interrogatori, delle torture, delle temutissime carceri e degli internamenti nei campi di concentramento di chiunque possa essere anche lontanamente sospettato della più innocua attività “antipatriottica”. Ovunque si nascondono delatori, spie, informatori disposti a cogliere il minimo indizio da comunicare alla polizia; ciascuno si sente sorvegliato, controllato, giorno e notte esposto al rischio di essere denunciato da un vicino o da un conoscente, e di essere ingoiato da una delle terribili carceri dalle quali quasi mai nessuno esce. Eppure, incredibilmente, anche in questo mondo da incubo c’è chi resiste; sono iniziative di singoli che non diventano movimento di massa ma sono segni che nemmeno la dittatura più violenta riesce a spegnere tutte le coscienze. La vicenda di Otto e Anna Quangel con le loro sgrammaticate cartoline si intreccia a quelle di tanti altri personaggi: la postina che restituisce la tessera del partito quando scopre gli orrori commessi dal figlio SS in Polonia, l’anziano consigliere di tribunale che cerca di mettere in salvo la vecchia ebrea, la famiglia di nazisti che spadroneggia nel palazzo, i due mezzi delinquenti che vivono di piccoli espedienti, truffe e denunce, i poliziotti che indagano, i parenti coinvolti nelle ricerche. E poi Berlino, tetra metropoli dalle atmosfere soffocanti, formicaio dominato dalla paura, città brulicante di vita colta all’inizio della sua devastante distruzione. Avvincente ma durissimo, sicuramente una delle esperienze di lettura più importanti degli ultimi anni.
Every Man Dies Alone is a good book, a readable, suspense-driven novel from an author who a) knew what he was doing when it came to writing commercial fiction, and b) had lived through, and so knew intimately, the period he was writing about. This is an extraordinary combination. I hesitate to use a word like "serendipity," but cruelly enough, that's exactly what it was. To read “Every Man Dies Alone,” Fallada’s testament to the darkest years of the 20th century, is to be accompanied by a wise, somber ghost who grips your shoulder and whispers into your ear: “This is how it was. This is what happened.”
This never-before-translated masterpiece is based on a true story. It presents a richly detailed portrait of life in Berlin under the Nazis and tells the sweeping saga of one working-class couple who decides to take a stand when their only son is killed at the front. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
![]() Già recensito in anteprima su LibraryThingIl libro di Hans Fallada Every Man Dies Alone è stato disponibile in LibraryThing Early Reviewers. Iscriviti per ricevere una copia in anteprima sulla pubblicazione in cambio di una recensione.
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Il romanzo prende le mosse da un caso di cronaca riguardante una coppia di mezza età della classe operaia, giustiziata per aver scritto delle cartoline che incitavano alla ribellione. Da qui Fallada si allarga a parlare dell'intera società di quegli anni, ed il quadro che ne esce fuori è desolante: anni bui di sospetto e violenza, in cui la delazione era all'ordine del giorno e qualunque gesto di umanità era soffocato sul nascere dalla paura. E' un libro profondo e di ampio respiro, con una vasta gamma di personaggi a rappresentare le varie anime di un mondo marcio e moralmente ambiguo, dove chiunque può diventare vittima o carnefice a seconda delle circostanze.
Fallada da tedesco ammette che nessun vero tentativo di resistenza organizzata è stato mai tentato, ma questo rende ancora più grandi quei pochi che hanno provato a combattere: destinati al fallimento, forse anche un po' goffi nei loro tentativi di giocare ai cospiratori, ma eroici perchè, come dice bene Anna Quangel: "che sia un gesto grande o piccolo, nessuno può rischiare più della propria vita."
Un romanzo di questa mole (più di 700 pagine) e con questi contenuti è inevitabile che ogni tanto sia un po' prolisso e perda mordente; il finale però vola altissimo verso vette di intensità e carica emotiva che mi hanno colpito davvero tanto.
Lo stile è potente e in alcuni momenti quasi febbrile, ma mai retorico, anzi c'è una lievissima traccia di ironia amara che rende sopportabili anche i momenti più crudi.
Consiglio a chiunque di dare una possibilità a questo libro senza lasciarsi spaventare dalle dimensioni o dai contenuti forti, perchè vi garantisco che poi sarà difficile dimenticarlo. (