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Ragazzi di vita (1955)

di Pier Paolo Pasolini

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Il Riccetto, il Caciotta, il Lenzetta, il Begalone, Alduccio e altri sono giovanissimi sottoproletari romani. Sciamano dalle borgate della Roma anni Cinquanta verso il centro, in un itinerario picaresco fatto di eventi comici, tragici, grotteschi. Alternano una violenza gratuita a una generosit© patetica: Riccetto salva una rondine che stava per annegare ma non potr© far nulla dinanzi al piccolo Genesio trascinato via dalla corrente dell'Aniene; Agnolo e Oberdan assistono Marcello agonizzante, rimasto travolto dal crollo della sua scuola. La Roma monumentale e quella della speculazione edilizia sono lo spazio contraddittorio in cui avviene questa sorta di rito iniziatico di una giornata dei "ragazzi di vita".… (altro)
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Dopo anni torno a leggere Pasolini, ma non è il Meridiano, da tempo in attesa nella mia libreria sulla base del mio precisissimo ordine. No, è intervenuta Paola con il suo fedele stallone, sei libri che mi hanno sconvolto l’ordine di lettura, ma va bene, un po' di trasgressione va bene. Ho letto ragazzi di vita da ragazzino, avrò avuto credo meno di 15 anni ed i toni di Pasolini mi esaltarono. Io ero un ragazzino e questo era il suo romanzo di esordio. Di anni ne sono passati tanti e in questi anni ho letto anche il Pasolini della maturità e ho compreso che le potenzialità che c’erano nel primo romanzo erano quelle di un grande intellettuale che avrebbe rotto gli schemi della cultura italiana. Ragazzi di vita, letto oggi ad oltre 50 anni, dopo l’esperienza di Poggioreale, diventa, quindi, una lettura diversa, un po' come è stato per “I sentieri dei nidi di ragno” di Calvino. La storia dei ragazzi di borgata di Roma assume un fascino diverso, non mi appassiona la trama, come quando ero, come direbbe lui, un pischello, ma i temi. E leggendo oggi questo romanzo si esaltano i valori di Pasolini, la capacità di individuare i vulnus della società, l’inquinamento, ad esempio. L’Aniene con gli scarichi della varechina diventa il simbolo della povertà, con un richiamo ai temi ecologici che sarebbe diventato un monito per il futuro; come quello della diversità, il froscio che va con i ragazzini e la povertà che governa le vite. Pasolini pone circa 70 anni fa temi che sono di grande attualità oggi, ma lo fa senza questo terribile perbenismo che omologa ogni ragionamento che non sia politicamente confacente al non pensiero del magma dominante. Tra non molto arriverò al Meridiano, ma intanto la societta e il fido stallone mi hanno dato l’occasione di riapprocciare un autore che tenevo da troppo tempo sotto la pila dei libri da leggere. ( )
  grandeghi | Dec 22, 2021 |
853.914 PAS
  ScarpaOderzo | Apr 14, 2020 |
“Cominciava a schiarire. Sopra i tetti delle case si vedevano striscioni di nubi, sfregati e pestati dal vento, che, lassù, doveva soffiare libero come aveva soffiato al principio del mondo.”

“Ragazzi di vita”, edito nel 1955, è il primo dei due romanzi che Pier Paolo Pasolini dedicherà a Roma e alle sue borgate in costruzione, fissando per la capitale in maniera indelebile un momento storico critico e irripetibile.
Roma è la protagonista assoluta, essendo utilizzata da Pasolini anche come metafora eccellente dei guasti che si produrranno con la speculazione edilizia selvaggia e sfrenata che in quegli anni la faranno somigliare a una bolgia dantesca.
È in questa bolgia, in violenta trasformazione, che si muove un’umanità, per quanto disperata, comunque vitale, il cui unico fine è la sopravvivenza, con qualunque mezzo, a qualunque costo. Pasolini la riporta nel romanzo tale e quale per come l’ha osservata, vista muoversi e studiata, lui stesso.
Di questa umanità Pasolini ne definisce i contorni attraverso un gruppo di ragazzi che, muovendosi in una Roma tracciata fino allo sfinimento nei suoi toponimi, non solo quelli più conosciuti, compiono una parabola temporale che porterà alcuni di loro a integrarsi in un sistema già avviato decisamente verso i primi guasti del consumismo. Sono loro i cosiddetti “ragazzi di vita” che alla fine preferiranno un avvenire sicuro, una volta inseriti nel sistema, a fronte di una realtà coatta che non garantisce assolutamente nulla.
L’uso del dialetto, cosi come l’uso maniacale dei toponimi, danno un’impronta schiettamente verista al romanzo che, pure se con qualche difficoltà, permettono al lettore un’interazione totale con la storia raccontata.
Quello che Pasolini vede e descrive, nelle infernali periferie romane in costruzione, è una specie di mondo primordiale dove si aggira un’umanità vitale, ma senza prospettive a lungo termine e senza certezze che non siamo quelle elementari di sopravvivenza, che passano anche attraverso la delinquenza nelle sue varie forme, senza mancare la prostituzione, per cui Pasolini, con questo libro, tanto per cambiare, ebbe anche una denuncia per incitamento.
Particolare cura è prestata nella descrizione di ambienti ormai definitivamente compromessi dall’inquinamento e dall’incipiente avanzare dei palazzoni con intere borgate che sorgeranno dove prima spadroneggiava la campagna, il costo da pagare per tutto questo sarà altissimo e difficilmente quantificabile, visto le conseguenze che se ne pagano ancora oggi, e non si parla certamente del solo lato economico.
Un Pasolini profetico per certi aspetti, ma per altri decisamente proiettato in una realtà di cui da subito capì le potenzialità espressive, umane e sociali, non per niente, dopo i due romanzi scritti, sentendosi limitato in queste possibilità, passò a un altro mezzo che gli permise di continuare ancora il racconto dell’incredibile realtà delle borgate romane: il cinema, ma, quella di Pasolini con il cinema, è decisamente un’altra storia… ( )
  barocco | May 15, 2017 |
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Il Riccetto, il Caciotta, il Lenzetta, il Begalone, Alduccio e altri sono giovanissimi sottoproletari romani. Sciamano dalle borgate della Roma anni Cinquanta verso il centro, in un itinerario picaresco fatto di eventi comici, tragici, grotteschi. Alternano una violenza gratuita a una generosit© patetica: Riccetto salva una rondine che stava per annegare ma non potr© far nulla dinanzi al piccolo Genesio trascinato via dalla corrente dell'Aniene; Agnolo e Oberdan assistono Marcello agonizzante, rimasto travolto dal crollo della sua scuola. La Roma monumentale e quella della speculazione edilizia sono lo spazio contraddittorio in cui avviene questa sorta di rito iniziatico di una giornata dei "ragazzi di vita".

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Descrizione del libro
Il Riccetto, il Caciotta, il Lenzetta, il Begalone, Alduccio e altri sono giovanissimi sottoproletari romani. Sciamano dalle borgate della Roma anni Cinquanta verso il centro, in un itinerario picaresco fatto di eventi comici, tragici, grotteschi. Alternano una violenza gratuita a una generosità patetica: Riccetto salva una rondine che stava per annegare ma non potrà far nulla dinanzi al piccolo Genesio trascinato via dalla corrente dell'Aniene; Agnolo e Oberdan assistono Marcello agonizzante, rimasto travolto dal crollo della sua scuola. La Roma monumentale e quella della speculazione edilizia sono lo spazio contraddittorio in cui avviene questa sorta di rito iniziatico di una giornata dei "ragazzi di vita".
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