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Unpeopled Eden

di Rigoberto González

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Unpeopled Eden opens in Mictlan, the region of the dead in Aztec mythology, inviting us down into a world where "the men are never coming home" and "rows of ghosts come forth to sing." Haunted by border crossers and forgotten deportees, lost brothers and sons, Gonzalez unearths the beautiful and musical amidst the grotesque. These poems are prayer and memorial "for those whose / patron saints are longing and despair."… (altro)
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Rigoberto Gonzalez writes for the missing, the dead, the mourning, the lost and about unspeakable loss. He give s voice to the voiceless, wives without husbands, sons without fathers. The poetry is beautiful in many places. Modern Central American interweaves with the mythical Aztec realm of th dead. Language warps to fit the damage and destruction. Whole villages are ghost towns filled with memory.

So much poetry today is topicless solipsism. Unpeopled Eden studies murder, the drug trade, and the destructive effects of emigration to North American in oblique but vivid ways. Gonzalez's collection forces us to see hard realities without ever becoming polemical. ( )
  dasam | Jul 25, 2017 |
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Unpeopled Eden opens in Mictlan, the region of the dead in Aztec mythology, inviting us down into a world where "the men are never coming home" and "rows of ghosts come forth to sing." Haunted by border crossers and forgotten deportees, lost brothers and sons, Gonzalez unearths the beautiful and musical amidst the grotesque. These poems are prayer and memorial "for those whose / patron saints are longing and despair."

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