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Nella Larsen's first novel tells the story of Helga Crane, a fictional character loosely based on Larsen's own early life. Crane is the lovely and refined daughter of a Danish mother and a West Indian black father who abandons Helga and her mother soon after Helga is born. Unable to feel comfortable with any of her white-skinned relatives, Helga lives in various places in America and visits Denmark in search of people among whom she feels at home. The work is a superb psychological study of a complicated and appealing woman, Helga Crane, who, like Larsen herself, is the product of a liaison between a black man and a white woman. In one sense, Quicksand might be called an odyssey; however, instead of overcoming a series of obstacles and finally arriving at her native land, Larsen's protagonist has a series of adventures, each of which ends in disappointment.… (altro)
jscape2000: The struggles of a bi-racial American (Caribbean in Rhys) woman trying to survive in Europe. Central issues are identity, displacement, and loneliness.
Le sabbie mobili del titolo sono quelle in cui si dibatte la protagonista, Helga: irrequieta e senza radici, passerà la sua vita ad inseguire un ideale di felicità effimero e sfuggente, che la porterà ad impantanarsi in situazioni sempre più grottesche e soffocanti. L'intero romanzo è costruito su di lei: una donna complessa, che apparentemente sembra avere tutto (è bella, istruita, intelligente) ma rimarrà senza niente. Le mancano quelle caratteristiche banali ma indispensabili per integrarsi nel mondo: la consapevolezza di se e dei propri limiti ed il buon senso per venire a patti con la realtà. Sebbene il libro non si esaurisca nella questione razziale, è innegabile che essa ne rappresenti il fondamento. Tutta l'insoddisfazione di Helga nasce dal fatto di non avere un posto nel mondo, respinta dai bianchi e mai pienamente a suo agio coi neri. Ogni volta che proverà a fare un passo verso uno di questi due mondi si sentirà irresistibilmente attratta dall'altro, in un estenuante circolo vizioso. Questa tematica verrà poi approfondita nel successivo romanzo dell'autrice, Passing, che secondo me centra meglio il focus. Qui il punto di vista è fin troppo limitato, siamo costretti a seguire la protagonista in tutti i suoi irritanti e prevedibili fallimenti e quindi il romanzo non decolla mai davvero. Non che sia scadente, anzi è ben scritto e compie un ottimo lavoro di indagine psicologica; il problema è che non è mai riuscito a catturare il mio interesse, probabilmente perché mi sono sentita molto distante da Helga: non mi riconoscevo nelle sue difficoltà e non sono riuscita ad empatizzare con i suoi comportamenti. Il finale è incisivo e spiazzante, ma non è bastato ad accendere il mio entusiasmo. ( )
Il mio vecchio è morto in una gran bella casa Mia madre è morta in una baracca Mi chiedo dove andrò a morire, Io che non sono né bianco né nero.
Langston Hughes
Dedica
Per E.S.I.
Incipit
Helga Crane sedeva sola nella sua stanza, che a quell'ora, le otto della sera, era immersa in una dolce penombra.
Citazioni
Ultime parole
E aveva appena lasciato il letto e ripreso a camminare senza sentire dolore, i bambini avevano appena fatto ritorno dalle case dei vicini, che rimase incinta del suo quinto figlio.
Nella Larsen's first novel tells the story of Helga Crane, a fictional character loosely based on Larsen's own early life. Crane is the lovely and refined daughter of a Danish mother and a West Indian black father who abandons Helga and her mother soon after Helga is born. Unable to feel comfortable with any of her white-skinned relatives, Helga lives in various places in America and visits Denmark in search of people among whom she feels at home. The work is a superb psychological study of a complicated and appealing woman, Helga Crane, who, like Larsen herself, is the product of a liaison between a black man and a white woman. In one sense, Quicksand might be called an odyssey; however, instead of overcoming a series of obstacles and finally arriving at her native land, Larsen's protagonist has a series of adventures, each of which ends in disappointment.
L'intero romanzo è costruito su di lei: una donna complessa, che apparentemente sembra avere tutto (è bella, istruita, intelligente) ma rimarrà senza niente. Le mancano quelle caratteristiche banali ma indispensabili per integrarsi nel mondo: la consapevolezza di se e dei propri limiti ed il buon senso per venire a patti con la realtà.
Sebbene il libro non si esaurisca nella questione razziale, è innegabile che essa ne rappresenti il fondamento. Tutta l'insoddisfazione di Helga nasce dal fatto di non avere un posto nel mondo, respinta dai bianchi e mai pienamente a suo agio coi neri. Ogni volta che proverà a fare un passo verso uno di questi due mondi si sentirà irresistibilmente attratta dall'altro, in un estenuante circolo vizioso.
Questa tematica verrà poi approfondita nel successivo romanzo dell'autrice, Passing, che secondo me centra meglio il focus. Qui il punto di vista è fin troppo limitato, siamo costretti a seguire la protagonista in tutti i suoi irritanti e prevedibili fallimenti e quindi il romanzo non decolla mai davvero.
Non che sia scadente, anzi è ben scritto e compie un ottimo lavoro di indagine psicologica; il problema è che non è mai riuscito a catturare il mio interesse, probabilmente perché mi sono sentita molto distante da Helga: non mi riconoscevo nelle sue difficoltà e non sono riuscita ad empatizzare con i suoi comportamenti.
Il finale è incisivo e spiazzante, ma non è bastato ad accendere il mio entusiasmo. ( )